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Separatismo Islamico

Perché Macron è un po’ attapirato sulla riforma dell’Eurozona dopo il Consiglio Ue

Tutto rinviato a dicembre, nessuna decisione ieri all’Eurosummit sulla riforma della governance economica dell’Ue, compreso bilancio comune (dossier cui teneva Macron) e ministro unitario delle Finanze (caro alla Germania). E’ questo in sostanza l‘esito della riunione di ieri del Consiglio europeo sulla materia extra immigrazione. LA SINTESI DEL VERTICE Il paracadute per il fondo salva-banche…

Tutto rinviato a dicembre, nessuna decisione ieri all’Eurosummit sulla riforma della governance economica dell’Ue, compreso bilancio comune (dossier cui teneva Macron) e ministro unitario delle Finanze (caro alla Germania).

E’ questo in sostanza l‘esito della riunione di ieri del Consiglio europeo sulla materia extra immigrazione.

LA SINTESI DEL VERTICE

Il paracadute per il fondo salva-banche si farà entro dicembre, ma il destino delle altre riforme della zona euro, compreso il bilancio comune, non è ancora chiaro. Comunque, fanno notare ambenti dell’esecutivo, nel testo finale c’è la frase “while preserving the overall balance e further development” che per il governo italiano significa discutere delle proposte nel quadro dell’architettura istituzionale da riformare.

Vediamo dettagli e devisioni.

TUTTE LE DIVISIONI

Governi divisi quasi su tutte le proposte circolate finora, compresa quella roadmap messa a punto da Francia e Germania. Tanto che uno dei punti a cui il presidente francese Emmanuel Macron teneva di più, cioè un bilancio comune dei 19 Paesi dell’euro che possa intervenire ad aiutare i Governi in caso di shock economico improvviso, non è nemmeno nominato nelle conclusioni dell’Eurosummit. Del resto, anche oggi, l’Olanda si è detta fortemente contraria all’idea.

CHE COSA NON SI E’ DECISO

I leader hanno dato un solo mandato all’Eurogruppo: preparare entro dicembre la proposta di paracadute del fondo salva-banche, fornito dal fondo salva-Stati Esm. E’ a suo modo una misura di condivisione del rischio: è una sorta di salvadanaio che interverrebbe qualora uno Stato avesse esaurito il suo fondo di garanzia dei depositi, e non sapesse come rimborsare i risparmiatori (con i conti sotto i 100mila euro) di una banca andata fallita.

LA TEMPISTICA

Nelle proposte circolate finora, e in parte fatte proprie dal presidente dell’Eurogruppo, entrerebbe in funzione nel 2024, oppure nel 2020 ma soltanto dopo una nuova stretta sulla riduzione dei rischi bancari. Ovvero, quei crediti deteriorati che l’Italia sta faticosamente smaltendo.

L’INTERVENTO DI CONTE

Le altre proposte, tra cui la riforma dell’Esm, finora usato solo per aiutare la Grecia, sono finite in un generico punto delle conclusioni che rinvia a ulteriori discussioni. Il premier italiano Conte, con un intervento nel testo, ha voluto renderlo ancora più generico e meno vincolante, visto che dietro quelle proposte si nascondono numerose insidie: tetti agli npl, limiti all’esposizione al debito sovrano, sorveglianza dei bilanci affidata all’Esm di cui Germania e Francia sono i perni fondamentali.

L’ANALISI DEL SOLE

Commenta il Sole 24 Ore: “Il Summit ha deciso che sarà il Mes a dare il backstop, la garanzia di ultima istanza, al Fondo di risoluzione unico rendendo così più resiliente alle crisi il sistema bancario europeo che è già molto solido. Sui tempi, restano vaghi. Il Consiglio inoltre ha confermato che per la garanzia unica europea sui depositi bancari i tempi sono lunghi e come punto di partenza andrà definita per prima una roadmap. Il Consiglio ha infine espresso parere favorevole al “rafforzamento del Mes” senza entrare in dettaglio””.

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