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Biotecnologia

Sulla disoccupazione tecnologica. I Robot scalzeranno l’uomo?

L’uomo è insostituibile. I robot utilizzati dalla fabbrica della Foxconn che assembla iPhone e iPad non si sono dimostrati efficienti come previsto. L’assemblaggio di precisione resta una prerogativa totalmente umana. I processi di automazione possono sostituire l’uomo? Nella Foxconn, azienda taiwanese che assembla dispositivi i colossi dell’hi-tech, il piano di automazione dell’azienda basato sui robot…

I processi di automazione possono sostituire l’uomo? Nella Foxconn, azienda taiwanese che assembla dispositivi i colossi dell’hi-tech, il piano di automazione dell’azienda basato sui robot ha incontrato numerosi ostacoli.

Qualche anno fa il fondatore di Foxconn Terry Gou aveva annunciato l’arrivo in fabbrica di un milione di robot al fine di migliorarne la produttività. Come fa notare il Wall Street Journal, il piano di automazione è andato incontro a numerosi problemi, tanto da disattendere nei fatti le aspettative iniziali. I numeri confermano che nonostante i robot abbiamo profondamente rivoluzionato il modo di pensare all’industria, modificando i processi di produzione, gli uomini mantengono, per ora, la loro imprescindibile importanza: l’azienda taiwanese nelle sue fabbriche cinesi ha ancora 1 milione di operai, i robot sono 50mila.

Meno efficienti, imprecisi, i robot non sono ancora riusciti a scalzare l’uomo.

Nell’assemblaggio dei dispositivi ci sono procedure impossibili da automatizzare elettronicamente, come manipolare componenti minuscole, che richiedono una tale precisione. A ciò si aggiunge che gli hardware dei dispositivi cambia troppo rapidamente rispetto allo sviluppo di procedure automatiche da impiegare in una catena di montaggio.

Foxconn tuttavia non sembra essersi rassegnata e sembra sia al lavoro per lo sviluppo di una braccio robotico per assemblare le componenti con maggiore precisione, riuscendo ad assecondare clienti esigenti come Apple.

Disoccupazione robotica?

Tuttavia emerge che lo sviluppo dei processi di automazione ha inciso, e continuerà ad incidere in termini di occupazione: In uno studio britannico si prevede, che circa il 47% dei posti di lavoro negli USA è a rischio di robotizzazione, percentuale che sale nel vecchio continente al 50%. Percentuali che evocherebbero scenari semi-apocalittici, soprattutto se si tirano in ballo gli sviluppi che le intelligenze artificiali avranno nei prossimi decenni e qui entreremo nel campo delle profezia. Per ora lasciamoci a un’altra previsione, quella del Forbes, se da un lato la tecnologia toglie lavoro, dall’altra l’addestramento degli automi potrebbe diventare nel futuro uno dei lavori in maggiore espansione.

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