Il Senato Usa dà il via libera con 67 voti favorevoli e 32 contrari al Freedom Act, testo di legge che pone dei limiti all’attività della National Security Agency (NSA) in materia di registrazioni telefoniche. Il Freedom Act va a modificare le politiche di sicurezza nazionale messe in atto dal Patriot Act dopo gli attentanti dell’11 settembre 2001. La ‘House’ aveva già firmato un testo simile circa un mese fa con 338 voti contro 88.
Viene posta così una pezza sullo scandalo Datagate scoppiato nel 2013 in seguito alle dichiarazioni del dipendente della NSA Edward Snowden, ammettendo che l’agenzia governativa raccoglieva indiscriminatamente le i dati di milioni di americani e non solo. I ‘leak’ avevano rilevato che la National Security Agency aveva raccolto registrazioni di quasi tutti i telefoni statunitensi come se fossero dei possibili terroristi. Oltre alle chiamate l’agenzia ha raccolto anche metadata come il luogo da dove fosse effettuata la chiamata, la durata e salvato tutto nei database.
Il Freedom Act è stato sostenuto da un’intesa bipartisan e secondo le indiscrezioni sarebbe già stato firmato dal Presidente americano Barack Obama: «Glad the Senate finally passed the USA Freedom Act. It protects civil liberties and our national security. I’ll sign it as soon as I get it.» ha scritto sul profilo Twitter il vertice Usa.
Sarà necessario per l’agenzia di sicurezza ricevere, caso per caso, gli ordini della Corte per ottenere i data dalle compagnie telefoniche. Non mancano le critiche, secondo alcuni le nuove misure renderanno farraginose e lento le attività di contro-terrorismo mettendo a rischio la sicurezza nazionale, i favorevoli invece si ritengono soddisfatti per aver preservato le libertà civili degli americani, privacy per prima.