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Maturità 2014. Caro Miur, pechè le tecnologie sarebbero “pervasive”?

Come ogni anno, non appena gli esami di maturità prendono il via, sui media ed in rete rimbalzano le notizie relative alle tracce d'esame scelte dal Ministero. Per la prova 2014, che è cominciata questa mattina, il tema scientifico chiede una riflessione su “Tecnologie pervasive e nuove responsabilità”.

 

 

Ma cosa sono le tecnologie pervasive? A cosa ci si riferisce di preciso? Secondo la Treccani (su wikipedia il termine “stand alone” non esiste) pervasivo è qualcosa che tende a pervadere, ossia a diffondersi in maniera penetrante fino a dominare, a prevalere.

 

Pervasivo è quindi qualcosa che prevale sul resto, e che si espande fino a che gli è possibile, come fanno i gas.

 

Le tecnologie pervasive, di conseguenza, sono quelle tecnologie che tendono ad espandersi ed a “dominare” la nostra vita. Il World Wide Web è classicamente una tecnologia considerata pervasiva.

 

Non a caso se dal dizionario Treccani passiamo all’enciclopedia, (antenata di Wikipedia che tutto sa e tutto spiega) l’aggettivo “Pervasivo” compare nella voce relativa ad “internet” ed alla voce relativa alla Cina, dove pervasivo è il modello di controllo che lo Stato impone ai cittadini.

 

Perché il Web è pervasivo? Perché è uscito dal computer ed è entrato nei telefonini, trasformandoli in smartphone. Perché non si è accontentato degli smartphone ed ha voluto gli Smart TV, impossessandosi dell’elettrodomestico più pervasivo dell’era pre informativa, il televisore.

 

Perché non contento sta cercando di entrare nel frigorifero e nel forno a microonde, per suggerire cosa manca in casa, dove comprarlo, cosa è scaduto e nel caso dove gettarlo. E nel futuro finirà nel secchio della spazzatura. Non nel senso che ce ne libereremo, ma perché anche l’immondizia sarà smart e ci dirà se abbiamo fatto bene la differenziata.

 

Si sa che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, così se il Web (e le tecnologie ICT in generale) sono diventate luogo d’elezione della comunicazione, pure la comunicazione è diventata pervasiva.

Tutto è comunicazione e per starsene da soli con i propri pensieri è necessario spegnere un certo numero di device. Tutti smart.

 

Sarà per questo che si è scelto il vocabolo “pervasivo” per aggettivare la tecnologia. Non “ubiquo”, non “diffuso”, non “onnipresente”, ma pervasivo. Un aggettivo che si porta dietro un carico pesante da gestire.

 

Pervasivi sono appunto gli odori ed i gas, pervasivi sono i disturbi della personalità che minano in primis proprio la capacità di comunicare. Pervasivi sono i sistemi di controllo nei regimi autoritari.

 

Ciò che è pervasivo non si limita a diffondersi quanto più possibile, domina tutto il resto. Quasi lo schiaccia.

 

Il tema proposto dal Miur parla di “tecnologie pervasive e nuove responsabilità”. Suggerendo quasi che la responsabilità stia nel “limitare” questo predominio. Non nel gestire e neppure nel governare. Un gas che si espande non si gestisce e non si governa. Si contiene.

La scuola, si sa, in questo è maestra. Per quanto pervasive certe tecnologie sono entrate nelle scuole italiane solo di contrabbando, che se il professore le trova le sequestra.

 

 

Se è un bene che una delle tracce dell’esame di maturità proponga argomenti smart come appunto le tecnologie, ci si dovrebbe chiedere: non era meglio definirle “immersive” invece che pervasive?

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