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Sarà Londra l’hub fintech d’Europa. Nonostantela Brexit

Secondo uno studio Early Metrics, la città “rimarrà nel medio termine il polo tecnologico europeo nel settore”      Il settore della tecnologia finanziaria continuerà a prosperare a Londra, anche se l’incertezza associata alla Brexit continuerà a pesare sull’economia. È quanto rivela uno studio di Early Metrics, un’agenzia di rating globale per start-up e piccole…

Secondo uno studio Early Metrics, la città “rimarrà nel medio termine il polo tecnologico europeo nel settore” 

 

 

Il settore della tecnologia finanziaria continuerà a prosperare a Londra, anche se l’incertezza associata alla Brexit continuerà a pesare sull’economia. È quanto rivela uno studio di Early Metrics, un’agenzia di rating globale per start-up e piccole e medie imprese, secondo la quale la capitale britannica continua a superare le omologhe europee nel settore. L’analisi si basa sull’esperienza di 1.500 aziende della finanza tecnologica in tutto il continente, rilevando che la leadership londinese non teme l’uscita del Regno Unito dall’Ue e rimarrà, probabilmente, “il fulcro della tecnologia Fintech in Europa nel medio termine”.

“Il Regno Unito sta attualmente affrontando la sfida più importante come centro Fintech dell’Europa – ha sottolineato Antoine Baschiera, Ceo di Early Metrics -. Anche se è troppo presto per trarre conclusioni definitive sull’impatto che avrà la Brexit, le aziende stanno già valutando le implicazioni nella raccolta di fondi, nell’acquisizione e nel mantenimento dei talenti. Molte aziende Fintech si affidano a tecnologie in rapido sviluppo per mantenere un vantaggio sulla concorrenza. Ciò richiede che un’azienda sia in grado di muoversi rapidamente e di avere accesso ai talenti giusti attraverso le frontiere”.

fintechLondra ospita 17 delle 50 migliori società Fintech internazionali, secondo uno studio condotto lo scorso anno da KPMG e H2 Ventures. La prima metà del 2017 ha visto 564 milioni di dollari di investimenti in start-up Fintech britanniche, secondo Innovate Finance.

In sostanza, è il ragionamento dello studio Early Metrics, se il panorama non cambierà Londra rimarrà saldamente al comando del settore grazie al suo posizionamento come porta di accesso tra Stati Uniti ed Europa e all’esperienza maturata finora nella finanza tecnologica “come dimostrano i 564 milioni di dollari investiti nelle start-up fintech solo quest’ anno”, ha ammesso Baschiera

Uno sguardo in avanti

Lo studio ha evidenziato che le questioni normative e l’uscita del Regno Unito dal mercato unico europeo rappresentano, tuttavia, delle preoccupazioni in quanto la Gran Bretagna abbandonando l’Ue perderebbe il diritto di accedere ai clienti e ai mercati finanziari europei. Senza dimenticare che il 75% delle start-up fintech dipendono dalla tecnologia esterna per integrare le soluzioni di pagamento e accedere alle informazioni di mercato, osserva Early Metrics,

Il Fintech esorta a insistere per un “accordo di settore”

La settimana scorsa, un rapporto congiunto della City di Londra e KPMG ha evidenziato che il Fintech ha bisogno di un proprio “accordo di settore” per assicurare che il Regno Unito abbia una posizione politica unica di sostegno. Inoltre, il rapporto, ha inviato il governo britannico a rivedere la politica di attrazione di talenti dall’estero nel paese dopo la Brexit. “Il Fintech è un vero e proprio asset per l’economia del Regno Unito e noi siamo un leader globale di per sé – ha dichiarato Catherine McGuinness, presidente della City of London Corporation -. La città spera di vedere più sostegno politico, di regolamentazione, di finanziamenti e talento per il settore”. “Molti paesi stanno prendendo misure per attrarre e mantenere le aziende Fintech – ha dichiarato Paul Merrey, partner strategico di KPMG -. Un accordo settoriale darebbe un forte impulso alla capacità del Regno Unito di mantenere il suo status di leader globale nel settore Fintech”. Secondo lo studio, nel 2016 l’industria Fintech ha contribuito all’ economia del Regno Unito con 6,6 miliardi di sterline (8,8 miliardi di dollari) dando lavoro a oltre 60 mila persone.

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