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Le Startup IoT attraggono sempre più investimenti

Cresce in Italia il mercato dell’Internet of Things: gli investimenti destinati allle startup Iot sono raddoppiati Le startup dell’IoT in Italia sono poche e attraggono pochi investimenti. L’ Osservatorio del Politecnico di Milano ne ha recensite una quarantina (solo) e di queste solo una su sette è stata interessata da operazioni oltre il milione. Numeri…

Cresce in Italia il mercato dell’Internet of Things: gli investimenti destinati allle startup Iot sono raddoppiati

Le startup dell’IoT in Italia sono poche e attraggono pochi investimenti. L’ Osservatorio del Politecnico di Milano ne ha recensite una quarantina (solo) e di queste solo una su sette è stata interessata da operazioni oltre il milione. Numeri davvero scarsi, soprattutto se guarda fuori confine: in America, per esempio, le startup di settore hanno attratto investimenti per miliardi di dollari. A livello globale, vi sono oltre 350 startup IoT e ben 230 di queste hanno trovato appoggio in investitori istituzionali, raccogliendo complessivamente negli ultimi tre anni 3,7 miliardi di euro, e registrando una crescita del +28% nel 2015.

Startup IoT: se l’Italia vuole recuperare

La buona notizia, però, è che il mercato dell’Internet of Things, in Italia, sia in crescita. I finanziamenti attratti dalle startup italiane, secondo i dati di CB Insight, dal 2010 al 2014 sono raddoppiati, passando da 768 milioni di dollari a 1,9 miliardi. Aumenta anche il numero dei deal conclusi ogni anno, che veleggiano intorno a quota 200.

Startup IoT: le idee che trainano il mercato

Dalle case intelligenti all’agricoltura smart, dalle auto connesse allo smart building:se è vero che le startup IoT in Italia non sono tantissime, è anche vero che le idee non mancano e che le applicazioni sono tantissime.

Ad attrarre maggiori investimenti e a trainare il mercato sono soprattutto le soluzioni di Smart Metering (i contatori intelligenti per la misura dei consumi) e di Smart Asset Management nelle utility (la gestione in remoto per rilevare guasti, manomissioni, localizzazione, etc.). Piacciono anche le soluzione destinate a cambiare il settore dell’automotive: in crescita anche il settore delle Smart Car, con 5,3 milioni di auto connesse in Italia (nella maggior parte dei casi, 88% dei veicoli, la connettività è garantita da box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative).

Il mercato dell’Iot vede anche consolidarsi le soluzioni di Smart Building(18%), in particolare per la videosorveglianza e la gestione degli impianti fotovoltaici, quelle di Smart Logistics (11%) per la gestione di flotte aziendali e antifurti satellitari, con 700.000 automezzi connessi tramite SIM, quelle di Smart City & Smart Environment (9%), tra cui si segnalano 200.000 mezzi di trasporto pubblico monitorati da remoto e 600.000 pali di illuminazione intelligente.

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Startup IoT nel Mondo: quelle che hanno attratto più investimenti

Tra le Startup dedicate all’IoT che hanno attratto più investimenti vi è View, che con i suoi occhiali intelligenti è riuscita a portar casa un finanziamento di 150 milioni di dollari in un round di serie G nel terzo trimestre del 2015.

Ha chiuso round di successo anche Proteus Digital Health, una startup IoT che produce sensori ingeribili in grado di misurare le risposte fisiologiche del corpo ai farmaci.

Sonos, invece, la startup che lavora nel campo dei sistemi audio domestici, ha chiuso gli ultimi due round di serie E e G con 52 e 130 milioni di dollari.

Lo sfortunato caso Quirky

Anche in campo IoT si registrano, purtroppo, fallimenti. È il caso, per esempio, di Quirky, una piattaforma fondata a New York nel 2009 da Ben Kaufman, allora 22enne, che consentiva agli utenti di votare le invenzioni da finanziare legate all’Internet of Things. La startup ha raccolto nei suoi anni di vita ben 175 milioni di dollari, ma poi ha dichiarato fallimento nel 2015.

Tra le motivazioni del non successo si registra la proposizione di valore poco chiara, con il lancio sul mercato di troppi prodotti contemporaneamente (per lo più “gadget” senza una chiara utilità per il consumatore). Il caso Quirky è la dimostrazione che per avere successo non bastano gli investimenti, una startup deve saper anche fatturare.

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