Il nuovo Jobs Act regolamenta lo smart working e introduce importati norme per tutti i possessori di partita iva
Approda oggi alla Camera il cosiddetto nuovo Jobs Act, o più tecnicamente Decreto legge sul Lavoro autonomo. Il provvedimento che tornerà poi al Senato per l’approvazione definitiva introduce importanti novità per ben due milioni di lavoratori autonomi.
Più tutele per la maternità, per la malattia o per infortunio; nuove norme per le transazioni commerciali e contro i ritardi nei pagamenti, nuove spese deducibili e regolamentazione del per tutti coloro che “smart working”, o lavoro agile, per dirla all’italiana. Ma non solo: la grande novità per i lavoratori autonomi è che potranno partecipare a bandi e appalti pubblici per l’assegnazione di incarichi di consulenza o ricerca (senza fare concorrenza alle aziende). I professionisti, poi, vengono equiparati alle Pmi anche per quello che riguarda ’accesso ai piani operativi regionali e nazionali a valere sui fondi strutturali europei. Ma andiamo per gradi.
Le nuove tutele sui pagamenti
Il decreto legge prova a tutelare il lavoratore autonomo, contro i ritardi di pagamento dei compensi. Le nuove norme, poi, considerano “abusive e, pertanto, vietate le clausole che, all’interno di un contratto che abbia ad oggetto una prestazione di lavoro autonomo, realizzino un eccessivo squilibrio contrattuale tra le parti in favore del committente”, si legge nella bozza del Decreto legge lavoratori autonomi.

Nuove spese deducibili
Con le nuove norme, le spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, sono deducibili nella misura del 50 per cento del loro ammontare, “entro il limite annuo di 10.000 euro, le spese per l’iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale nonché le spese di iscrizione a convegni, congressi e simili sono integralmente deducibili”.
Indennità di disoccupazione
Con il nuovo Jobs Act, l’indennità di disoccupazione per i collaboratori, anche a progetto, diventa strutturale, ed è estesa anche ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio, a fronte di un incremento dell’aliquota contributiva dello 0,51 per cento.
Accesso agli appalti pubblici

Malattie, infortuni e gravidanze
Sempre a tutela del lavoratore a partita iva, la normativa prevede nuove norme in caso di malattia, infortunio e gravidanza. Se si svolge un’attività continuativa per il committente, il rapporto di impiego non si estingue (senza diritto a corrispettivo) e può essere sospeso fino a 150 giorni. “La gravidanza, la malattia e l’infortunio dei lavoratori autonomi non comportano l’estinzione del rapporto contrattuale che rimane sospeso, senza erogazione né maturazione del corrispettivo”. Recita il ddl.
Non solo: in caso di maternità, previo consenso del committente, la neo-mamma potrà essere sostituita da altri colleghi di fiducia, in possesso dei requisiti professionali. “In caso di malattia di gravità tale da impedire lo svolgimento della attività professionale per una durata superiore ai 60 giorni – specifica il nuovo Jobs Act – il versamento degli oneri previdenziali è sospeso per l’intera durata del periodo di malattia fino ad un massimo di due anni. A decorrere dall’ultimo giorno del mese successivo a quello di cessazione della malattia il lavoratore autonomo è tenuto ad effettuare il pagamento del debito previdenziale maturato durante il periodo di sospensione, in rate mensili nell’arco di un periodo pari a tre volte quello di sospensione”.
Indennità di Maternità

Jobs act e Smart Working
Per la prima volta un decreto legge prova a regolamentare lo smart working, a cui non si applicano le norme e i contratti collettivi relativi al telelavoro. Il lavoro agile, infatti, è definito “una prestazione di lavoro subordinato” che si svolge attraverso “una prestazione lavorativa svolta solo in parte all’interno dei locali aziendali e con i soli vincoli di orario massimo derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva”, con “possibilità di utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa” e “assenza di una postazione fissa durante i periodi di lavoro svolti al di fuori dei locali aziendali”.
Anche l’Italia prevede il diritto alla disconessione

La normativa specifica anche che il trattamento economico e normativo non dovrà essere inferiore a quello applicato ai colleghi che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’impresa in attuazione dei contratti collettivi.
“Ciascuno dei contraenti può recedere dall’accordo prima della scadenza del termine, se l’accordo è a tempo determinato, o senza preavviso, se l’accordo è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una giusta causa. In mancanza di giusta causa, il recesso unilaterale dall’accordo a tempo indeterminato deve essere preceduto da un preavviso espressamente indicato nell’accordo e comunque non inferiore a 30 giorni”, chiarisce ancora la normativa.






