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Cosa succede se non si paga la rata del mutuo

Proviamo a capire cosa succede se non si paga una rata del mutuo o se si dovesse saltare il pagamento di più rate

Tempi difficili questi. Arrivare a fine mese sembra sempre più difficile e quando si ha anche una rata del mutuo da pagare, il tutto si complica ancora di più. Fortunamente, saltare una rata del mutuo non avrà conseguenze importanti (e in caso di perdita di lavoro o malattia è possibile anche sospenderne il pagamento). Ma proviamo a capire qualcosa in più.

Cosa succede se non si paga una rata del mutuo

Non pagare una rata del mutuo non comporta conseguenze gravi. Se prima, quando non si pagava la rata del mutuo, la banca semplicemente si prendeva la casa per cui si era richiesto il prestito, ora la situazione è ben diversa. Grazie ad un decreto ministeriale del 2016, infatti, l’istituto di credito dovrà attendere ben 18 rate non pagate prima di procede con l’esproprio della casa.

La nuova norma ha l’obiettivo di “garantire un elevato livello di protezione dei consumatori che sottoscrivono contratti di credito relativi a beni immobili (mutui immobiliari garantiti da ipoteche o finalizzati all’acquisto del diritto di proprietà su un immobile). La direttiva impone, tra l’altro, che siano fornite al consumatore informazioni precontrattuali dettagliate su un Prospetto Informativo Europeo Standardizzato (PIES), spiegazioni adeguate prima della conclusione del contratto di credito e chiarimenti in ordine al calcolo del tasso annuo effettivo globale (TAEG)”, hanno spiegato da Palazzo Chigi.

L’immobile verrà confiscato, dunque, dopo ben 18 rate del mutuo non pagate. Verrà messa all’asta e nel caso in cui la banca, con la vendita all’asta dell’immobile, avesse ricavi maggiori del debito del cliente, deve versare l’eccedenza al creditore. Dobbiamo anche precisare che il mutuo risulta estinto anche se i ricavi ottenuti dalla vendita della casa risultassero inferiori ai debiti.

Ovviamente non bisogna pensare che è possibile saltare il pagamento di 18 rate di mutuo senza passare conseguenze. Si avvia un iter di segnalazione alla Centrale dei rischi, di solito il CRIF, con avviso di morosità (anche nel caso di pagamento ritardato consecutivo).

Ritardo pagamento rata mutuo 2017: cosa succede?

Saltare semplicemente una rata del mutuo potrebbe equivalere ad un pagamento ritardato. Anche questo vi comporterà dei problemi con la banca e se dovesse accadere che non è possibile pagare in tempo una rata del mutuo è sempre meglio avvisare prima l’istituto che ci ha concesso il prestito. Magari sarà possibile chiedere una dilazione della rata.

Ad ogni modo, il ritardo nel pagmento di una rata comporta il versamento a favore della Banca degli interessi di mora, la cui formula di calcolo è standard (giorni di ritardo x rata x tasso di mora / 36500).

I Tassi dei mutui

Abbiamo appena accennato che gli italiani preferiscono la tranquillità del tasso fisso. Ma quali sono gli altri tassi? E cosa si intende per tasso fisso?

Tasso fisso: la rata e la durata non varieranno mai nel  tempo. Il tasso di interesse che verrà stabilito al momento della sottoscrizione del contratto di mutuo rimarrà inalterato fino alla fine del contratto.

A tasso variabile, invece, la rata varia in base all’andamento del mercato finanziario. In particolare, il vasso segue l’indice di riferimento Euribor o il tasso stabilito dalla Banca Centrale d’Europa: se quest’ultimo sale, anche la rata aumenta.

A tasso misto consente ai suoi sottoscrittori di passare liberamente dal fisso al variabile e viceversa.

Scegliere il muto: 5 consigli utili

1.Scegli il mutuo con lo Spread migliore

Non guardare al tasso totale applicato, ma chiedo dello Spread, ovvero del costo effettivo che ogni banca richiede ai clienti per la concessione del mutuo. Va ad aggiungersi al tasso di interesse del finanziamento richiesto e definisce il costo fisso del mutuo. Più basso sarà lo Spread applicato dalla Banca, minori saranno gli interessi da restituire sul mutuo. È bene sapere anche lo spread rimane uguale per tutta la durata del finanziamento.

2.Valuta il TAEG

Per scegliere il mutuo più conveniente è bene valutare fin da subito il costo globale del mutuo, includendo le spese accessorie. Questo significa che bisognerà guardare il TAEG, il Tasso Annuo Effettivo Globale e indica il costo del finanziamento già completo di spese accessorie, di perizia e d’istruttoria, previste per la sottoscrizione del mutuo.

All’istito di credito che ci assiste bisognerà anche chiedere se quello indicato è un tasso d’ingresso (quindi un tasso promozionale previsto solo per le prime rate del mutuo), o un tasso a regime e quindi valido per tutta la durata del mutuo.

3.Diffida dai prodotti misti 

Il mutuo a tasso misto, spesso, potrebbe rivelarsi una scelta poco conveniente. Prima di sottoscrivere qualsiasi accordo è bene i costi del mutuo stesso. La Banca in casi di tasso misto prevede costi maggiori per il mutuo, dovuti alla copertura aggiuntiva che di solito non viene prevista per i mutui casa tradizionali.

efficienza energetica4.Informati sulle agevolazioni prima casa

La normativa vigente sui mutui prevede delle detrazioni fiscali per chi richiede un mutuo prima casa. Chiedi al commercialista e al tuo istituto di credito tutta la documentazione necessaria per accedere a questi vantaggi.

5.Evita nuovi finanziamenti prima del mutuo

Se è possibile e se si ha già in mente di richiedere un mutuo è bene evitare di chiedere prima altri finanziamenti. Il motivo è semplice: la Banca per decidere se erogare o meno il mutuo valuterà la situazione reddituale di ogni richiedente, per assicurarsi che il cliente sia in grado di sostenere l’impegno economico. Con un finanziamento già in corso, si corre il rischio di non essere ritenuti idonei a sostenere, in concomitanza, anche il mutuo.

Mutui: + 6% a febbraio 2017

La buona notizia, almeno per gli acquirenti, è chele Banche sembrano conceder sempre più mutui, a fronte anche di un aumento degli importi richiesti. Secondo i dati dell’Osservatorio congiunto Facile.it-Mutui.it, a febbraio 2016, infatti, sono tornati a salire gli importi richiesti dai mutuatari e quelli erogati loro dalle banche.

Scendendo nei particolari, possiamo dire, che nello scorso mese la richiesta media di mutui in Italia è stata pari a 134.900 euro, ovvero il l 7,35% in più rispetto ai valori registrati dodici mesi prima. All’aumento degli importi richiesti corrisponde anche quello nelle somme erogate dalle banche, anche se in questo senso la crescita è inferiore: a febbraio 2017 l’erogato medio è stato pari a 121.039 euro, equivalente al 6,22% in più rispetto ad un anno fa.

“Con gli indici di riferimento ai valori più bassi di sempre, moltissimi italiani cercano di garantirsi per tutta la durata del mutuo le migliori condizioni possibili e, quindi, scelgono in massa il tasso fisso, cui sono indicizzati il 77% dei mutui richiesti a febbraio 2017. Eppure qualcosa sembra cambiare all’orizzonte e, nel periodo compreso fra il 01 dicembre 2016 ed il 28 febbraio 2017, il tasso variabile torna a crescere guadagnando oltre 4 punti percentuali (+4,32%)” spiegano gli analisti dell’Osservatorio congiunto Facile.it-Mutui.it.

“La percentuale di nuovi mutuatari che sceglie il tasso fisso -spiega Ivano Cresto, responsabile della Business Unit mutui di Facile.it- è in leggera discesa rispetto a fine 2016 perché, nonostante ci siano ancora sul mercato delle offerte a tasso fisso molto competitive, l’aumento degli IRS degli ultimi mesi sta spingendo alcuni nuovi mutuatari ad orientarsi verso altre soluzioni più convenienti sul breve periodo, come i tassi variabili, ma anche quelli misti che consentono una maggiore flessibilità e capacità di godere delle variazioni di mercato”.

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