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Ecco chi controlla Uber dopo il suo accordo con SoftBank

Con l’arrivo di SoftBank, cambia il consiglio di amministrazione di Uber

 

 

Softbank acquisirà una partecipazione del 15% in Uber: l’accordo è stato raggiunto a fine dicembre; la start up di trasporti è stata valutata (però) solo 48 miliardi di dollari, ovvero il 30% in meno rispetto al valore che era stato attribuito alla società nel giugno del 2016, 69 miliardi di dollari.

L’accordo porterà nuova liquidità nelle casse della società americana, che potrà tirare un respiro di sollievo e difendersi meglio dall’acerrimo nemico Lyft. Ma non solo: le prossime settimane, infatti, saranno cruciali per il futuro della start up di San Francisco, che proprio grazie a questo deal con i giapponesi di SoftBank, dovranno attuare una serie di cambiamenti nel consiglio di amministrazione.

Solo un anno fa, come si legge su Recode, il consiglio di amministrazione di Uber contava solo sette membri, e la maggior parte di loro probabilmente erano stretti alleati dell’allora CEO Travis Kalanick.

Dopo le dimissioni di Kalanick (richieste dagli investitori, viste le accuse di molestie sessuali) il consiglio di amministrazione si è ampliato e questo nuovo accordo lo farà crescere e modificare ancora. Saranno ben 17 i membri del board. Con quale risultato? Il potere è ora decentrato, con SoftBank in possesso di due posti posti nel team di comando, Kalanick in possesso di tre, e sei membri indipendenti, che saranno l’ago della bilancia per le decisioni chiave su Uber.

C’è anche un altro modo di vedere e analizzare la stessa situazione. Prima, quasi un quarto della società era di proprietà di Kalanick e Benchmark, la società di venture capital che ha intentato una causa contro Kalanick e ha guidato il golpe degli investitori che lo ha destituito dal ruolo di CEO dell’azienda.

Ora, grazie all’accordo con SoftBank, questa proporzione si riduce a circa un quinto dell’azienda.

E ancora. Con il nuovo accordo, il potere decisionale sarà direttamente correlato al numero di azioni. Il maggiore azionista era Benchmark. Presto, sarà SoftBank.

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