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Taxify Uber

In Europa è guerra ad Uber

I rivali di Uber provano a sfruttare il momento: dopo la sentenza della Corte di Giustizia, provano nuove strategia per conquistare importanti quote di mercato   Niente di buono sul fronte europeo. Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue, in cui si è stabilito che Uber è una società di trasporti, la start up…

I rivali di Uber provano a sfruttare il momento: dopo la sentenza della Corte di Giustizia, provano nuove strategia per conquistare importanti quote di mercato

 

Niente di buono sul fronte europeo. Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue, in cui si è stabilito che Uber è una società di trasporti, la start up di San Francisco deve fare i conti nella conquista del mercato del Vecchio Continente anche con i suoi rivali, che hanno deciso di intensificare la battaglia per il predominio del settore. 

Taxify Ou, app di taxisti privati,  di stampo nordeuropeo, prova a raccogliere 50 milioni di dollari nel primo trimestre del 2018 per espandere il proprio business. Nata nel 2013 a Tallinn, in Estonia, su iniziativa del giovanissimo Markus Villig (all’epoca 19enne), Taxify ha ottenuto in ottobre il sostegno del gigante cinese Didi Chuxing. Per il 2018, si concentra sulla conquista dei conducenti. “Quest’anno il nostro obiettivo principale è lo stesso, trattare meglio (e conquistare) i conducenti”, ha dichiarato Markus Villig, fondatore e CEO di Taxify.

Mytaxi, un’app per chiamare un taxi, fondata nel giugno del 2009 da Niclaus Mewes (CEO) e Sven Külper (CMO) e dal 2014 affiliata al 100% a moovel GmbH (Daimler AG), sta cercando di espandere il numero di città servite in tutta Europa, con particolare attenzione al Regno Unito, così come svelato dal direttore generale Andy Batty.

L’interesse per Londra, il mercato più redditizio d’Europa, è cresciuto anche tra le società di servizi extraeuropei. Alla fine di ottobre, il fondatore e Ceo di Ola, Bhavish Aggarwal, e l’ex CEO di Vodafone, Arun Sarin, si sono incontrati con Michael Hurwitz, Direttore del Transport for London (TfL), per discutere degli sviluppi nel settore a Londra e in India.

Da novembre 2016 a novembre 2017, i dirigenti della principale rivale americana di Uber, Lyft Inc., si sono incontrati con Transport for London, ben sette volte (ci sarebbe stata anche una telefonata tra l’amministratore delegato del TfL, Leon Daniels, e il capo della politica globale di Lyft, Mike Masserman, per discutere della Strategia di trasporto di Londra). Come scrive Bloomberg, questi incontri sono in genere progettati per spianare la strada per fare affari nella capitale del Regno Unito.

“Parliamo regolarmente con aziende di tutto il mondo di innovazioni che potrebbero migliorare i trasporti a Londra”, ha dichiarato Hurwitz, del TfL in un comunicato.

Qualche giorno prima di Natale, Daimler – il produttore tedesco di automobili Mercedes e Smart – ha acquistato una quota di maggioranza in Chauffeur Prive, operatore francese di limousine a noleggio privato. Daimler possiede già Mytaxi e Car2Go.

Senza dubbio, i recenti conflitti tra Uber e i regolatori sono decisamente un’opportunità per i rivali. La sentenza sottolinea, dunque, la differenza tra società come Uber e Taxify – che si basano sulla connessione di un pool sempre crescente di autotrasportatori autonomi per far salire i passeggeri – e rivali come Mytaxi e Gett (impresa israeliana  conosciuta in precedenza come GetTax). che consentono agli utenti di chiamare taxi neri con licenza locale.

Gett opera in circa 100 città, tra cui New York, Londra e Mosca. Taxify opera in 19 paesi (ed è in attesta di autorizzazione per lavorare a Londra), mentre Mytaxi è attivo in tutta la Germania e nel Regno Unito. In confronto, Uber è attivo in varie forme in quasi tutta l’Europa, ed è il giocatore dominante sia a Londra che a Parigi. I rivali, però, sembrano avere tutte le buone intenzioni per recuperare.

C’è da dire, comunque, che la sentenza della Corte Ue non avrà importanti ripercussioni per Uber, che già in molti Paesi (Italia compresa) lavora come società di trasporto. Uber è sbarcato ufficialmente in Italia poco più di tre anni fa, debuttando a Milano. La società americana offre i suoi servizi in alcune delle principali città italiane, come Roma, Milano e Firenze.
A causa di una sentenza del tribunale di Milano, Uber ha sospeso il servizio Uber Pop’, quello (per intenderci) assimilabile al servizio taxi, “in via cautelare e urgente”, per concorrenza sleale. Ma ancora oggi è possibile utilizzare  ‘Uber Black’, la prima opzione di Uber che prevede la corsa su una berlina e di a ‘Uber Lux’, dove la corsa avviene su un’auto costosa e di lusso. Il prezzo per una corsa varia in base al tipo di servizio richiesto. Forse qualcosa cambierà con l’aggiornamento della legge di regolamentazione dei trasporti, che risale al 1992. 

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