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Che cosa firmeranno davvero Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sui contratti

“1000 battute” di Giuseppe Sabella, direttore di Think-in ed esperto di Industria4.0 Che le confederazioni sindacali abbiano raggiunto un’intesa ormai è un fatto le cui conferme non mancano. Ma quale valore porta oggi questo accordo il cui precedente risale al 2009? Al di là delle parole che piacciono tanto a qualche giornalista, non c’è nessun nuovo…

Che le confederazioni sindacali abbiano raggiunto un’intesa ormai è un fatto le cui conferme non mancano. Ma quale valore porta oggi questo accordo il cui precedente risale al 2009?

Al di là delle parole che piacciono tanto a qualche giornalista, non c’è nessun nuovo modello contrattuale: del resto, come si potevano regolare gli assetti contrattuali dopo gli avvenuti rinnovi di settore?

La novità vera, e importante, sta nell’intenzione di realizzare l’efficacia erga omnes dei contratti con una legge sulla rappresentanza. Ad oggi, sono 868 i contratti depositati al Cnel di cui 500 presentano minimi retributivi più bassi del 30% rispetto a quanto definito nel perimetro delle Confederazioni maggioritarie.

Il Testo Unico sulla Rappresentanza (2014) ha da questo punto di vista avuto un effetto molto debole e, a questo punto, solo la legge può sanare questo vulnus fissando una volta per tutte criteri e requisiti minimi di rappresentatività.

Allora si firma? “Finché non vedo non credo” Tommaso dixit…

Giuseppe Sabella (@sabella_thinkin)

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