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Brexit

Brexit: è caccia alle aziende che restano. Ma senza una (buona) strategia

La Gran Bretagna offre agevolazioni fiscali alle aziende che resteranno in territorio inglese nonostante Brexit, ma non sembra avere una strategia Agevolazoni fiscali alle aziende che restano, nonostante la Brexit. La Gran Bretagna ha avviato il suo piano per far restare le aziende nei confini inglesi e avrebbe offerto delle rassicurazioni per il futuro anche…

La Gran Bretagna offre agevolazioni fiscali alle aziende che resteranno in territorio inglese nonostante Brexit, ma non sembra avere una strategia

Agevolazoni fiscali alle aziende che restano, nonostante la Brexit. La Gran Bretagna ha avviato il suo piano per far restare le aziende nei confini inglesi e avrebbe offerto delle rassicurazioni per il futuro anche a Nissan Motor Co., casa automobilistica Giapponese, che almeno per il momento pare abbia intenzione di rimanere. Ma partiamo dall’inizio.

Brexit: Nissan resta in Gran Bretagna?

Secondo alcune indiscrezioni, Greg Clark, Ministro del Commercio e dell’Industria del Regno Unito, avrebbe fatto delle promesse su future agevolazioni fiscali per mantenere la produzione Nissan nel Regno Unito. Sembrerebbe, sempre secondo indiscrezioni, che le rassicurazioni economiche siano state sufficienti perchè la casa automobilistica giapponese si impegnasse a produrre due nuovi modelli, presso lo stabilimento di Sunderland.

La Gran Bretagna punta sull’automotive?

brexitLe promesse fatte a Nissan suonano strane: il settore automobilistico è appannaggio di Paesi e case straniere e non di proprietà e non è certo un settore in cui Londra può vantare una grande esperienza.

Per capire quanto stiamo dicendo, basti guardare i numeri. Secondo i dati della European Automobile Manufacturers Association, il Regno Unito ha prodotto 1,59 milioni di autovetture nel 2015, rispetto a 5,56 milioni di veicoli prodotti in Germania da produttori nazionali quali Volkswagen, Porsche, Mercedes e BMW.

“Sorprenderebbe molto se il Governo Inglese avesse deciso di dare priorità a un settore interamente di proprietà straniera per i prossimi negoziato Brexit, a scapito di atri settori in cui il Regno Unito può vantare una maggiore esperienza, come quello farmaceutico o dei servizi finanziari”, ha commentato Jacob Kirkegaard, del Peterson Institute di Washington for International Economics.

Brexit e prossimi colloqui: manca una buona strategia

Le concessioni fiscali e le promesse delle aziende, al momento, non preoccupano la cancelliera tedesca Angela Merkel: gli sforzi per legare le aziende alla Gran Bretagna sono comprensibili, ma le promesse fatte ora non riflettono quello che accadrà una volta che la Brexit sarà effettiva, avrebbe commentato così un funzionario tedesco, che ha chiesto di rimanere anonomi dal momento che Angela Merkel non ha commentato pubblicamente la questione.

Che il governo britannico stia promettendo concessioni economiche o fiscali per mantenere le aziende nei confini nazionali riflette la paura britannica delle conseguenze della Brexit“, ha detto Michael Fuchs, vice leader del blocco parlamentare democristiano guidato della Merkel. “Noi non prometteremo sussidi qui, ma concentreremo le nostre energie sulla negoziazione di un accordo chiaro tra l’UE e il Regno Unito”.

Non solo. Il fatto che la Gran Bretagna stia puntando a tenere dentro i confini nazionali un’azienda come Nissan, appartenente ad un settore in cui il Paese non è specializzato, è la dimostrazione, per la Germania, che che il governo britannico non ha chiara una strategia per i prossimi colloqui Brexit e non sappia cosa tenere e cedere.

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