Blockchain è un database che rivoluziona il sistema economico, modifica il concetto di seggio elettorale e sostituisce il notaio
Blockchain: è questa la parola del momento in ambito di fintech, la tecnofinanza che punta a sostituire le banche tradizionali. Nel primo quadrimestre del 2016 ben 8,5 miliardi di dollari sono stati investiti nel fintech e di questi circa 220 milioni di dollari sono destinati a essere investiti nella blockchain.
Ma cos’è la blockchain?
Si tratta di un database destinato a rivoluzionare profondamente il sistema economico, modificando alla base i concetti di transazione, proprietà e fiducia. È un “registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, eliminando in definitiva la necessità di terze parti ‘fidate’”, si legge sul sito di Reply, azienda torinese specializzata nella progettazione e nell’implementazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione digitali.
Non solo. Questa tecnologia è qualcosa di più: può essere paragonata ad una macchina o ad un algoritmo che ha applicazioni infinite, basate sulla fiducia generata dal sistema. Ogni nodo della rete verifica le informazioni, inviandole al nodo successivo in una catena composta da blocchi (da qui il nome).
La blockchain, dunque, rappresenta una vera rivoluzione in più ambiti: può sostituire un atto notarile, per esempio, o cambiare il metodo di votazione e modificare il concetto di seggio elettorale, proprio perché ogni transazione viene sorvegliata da una rete di nodi che ne garantiscono la correttezza e ne possono mantenere l’anonimato.
I vantaggi sono enormi: sicurezza, semplificazione, abbattimento dei costi, eliminazione di terze parti.
Blockchain: le startup che ci credono
A credere nelle potenzialità della blockchain sono in tanti. Anche l’Associazione bancaria europea (Abe) è convinta della validità e della sicurezza di questa tecnologia.
Tra le startup che fondano il proprio core business su questo meccanismo vi è la californiana Blockstream, che ha raccolto 55 milioni di dollari con l’obiettivo di velocizzare e rendere sicuri i servizi di scambi e di brokeraggio attraverso Liquid, un servizio che mira a migliorare l’efficienza del capitale e assicurare rapidi scambi tra i broker.
Bitwala, grazie alla blockchain, consente prelievi bancomat e pagamenti su qualsiasi sito di ecommerce che aderisce al circuito Visa, anche a chi non ha un conto corrente.
La Dhh, Digital Asset Holdings, è un’azienda con sede a New York che intende rivoluzionare il tradizionale sistema finanziario grazie alla creazione di applicazioni che utilizzano la blockchain solo per reti private tra operatori finanziari, garantendo un’infrastruttura crittograficamente sicura e condivisa.
Elliptic, invece, pensa alla sicurezza. L’azienda ha sviluppato dei servizi per il rilevamento delle frodi in rete, con l’obiettivo di individuare attività illecite nelle transazioni blockchain.