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Banca Carige, le mosse misteriose di Mincione e il giallo del bond

S’infittiscono misteri, incognite e tensioni su Banca Carige. Dopo le rassicurazioni dell’amministratore delegato, Paolo Fiorentino, sul futuro dell’istituto di credito e sullo stato dei rapporti con i maggiori azionisti privati, arrivano novità con voci discordanti sulla realizzabilità delle mire (anti Malacalza) del finanziere Raffaele Mincione e su un bond emesso ma non comunicato al mercato.…

S’infittiscono misteri, incognite e tensioni su Banca Carige. Dopo le rassicurazioni dell’amministratore delegato, Paolo Fiorentino, sul futuro dell’istituto di credito e sullo stato dei rapporti con i maggiori azionisti privati, arrivano novità con voci discordanti sulla realizzabilità delle mire (anti Malacalza) del finanziere Raffaele Mincione e su un bond emesso ma non comunicato al mercato. Ecco notizie, numeri e approfondimenti sul gruppo bancario ligure, a pochi giorni peraltro dal rilancio della controllata Banca Ponti approvato dal consiglio di amministrazione di Carige.

COSA SUCCEDE IN BORSA

Carige  ha chiuso ieri un’altra seduta in rialzo in Borsa tra scambi intensi. Il titolo, sotto i riflettori fin dall’avvio, ha segnato a fine giornata un rialzo del 4,44% a 0,0094 euro tra scambi moltiplicati rispetto alla vigilia quando è passato di mano più dell’1,5% del capitale. Oggi i pezzi trattati sono stati oltre 1,1 miliardo, pari a quasi il 2% del capitale. Il mercato scommette sulle mosse del socio Raffaele Mincione tra voci che danno anche qualche fondo in movimento.

COME SI MUOVE MINCIONE

Il finanziere, che controlla il 5,42% della banca genovese, nelle scorse settimane – come raccontato da Start Magazine – ha chiesto al cda che gli fosse garantita un’adeguata rappresentanza nel board, in anticipo rispetto alla sua naturale scadenza nel 2019. Richiesta alla quale il consiglio ha risposto negativamente, su impulso peraltro in particolare dell’azionista forte, la famiglia Malacalza, che vede come fumo negli occhi l’attivismo di Mincione.

LE PROSSIME MOSSE

Di fronte allo stop del board di Carige, Mincione sarebbe intenzionato a chiedere la convocazione di un’assemblea straordinaria degli azionisti delle banca con, all’ordine del giorno, la revoca del cda. Il finanziere, tra l’altro, potrebbe salire fino al 9,9% delle quote, senza bisogno di chiedere l’autorizzazione da parte della Vigilanza. Questa situazione, unita agli scambi intorno al titolo Carige, hanno contribuito a far aumentare le voci secondo cui Mincione avrebbe rastrellato azioni in Borsa, fino a raggiungere appunto il 9,9%.

LE INCOGNITE

A quanto sembra, però, non è così. Fonti finanziarie, infatti, al Sole 24 Ore hanno fatto notare che “i volumi fin qui scambiati in Borsa non sono sufficienti per arrivare alla quota del 9,9%”. E probabilmente, a quanto risulta al quotidiano confindustriale, ancora per questa settimana non sarà formalizzata la richiesta per l’assemblea di revoca del cda di Carige. Per ora, dunque, la situazione della banca genovese rimane in stallo.

IL BOND DELLA DISCORDIA

Uno stallo che riguarda anche la comunicazione al mercato? La domanda sorge leggendo l’articolo odierno di Business Insider Italia. Ha scritto Carlotta Scozzari: “Il comunicato stampa della banca del 9 febbraio che alzava il velo sul rosso del 2017 – poi come visto leggermente rettificato – dimenticava di annunciare che, quello stesso giorno, il cda di Carige aveva approvato l’emissione di un prestito subordinato per un importo di 350 milioni, rivedibile al rialzo fino a 500, per il quale l’istituto di credito ha già avviato tutte le necessarie attività operative”. L’emissione – aggiunge Business Insider Italia – “non risulta sia mai stata annunciata in un comunicato stampa ufficiale dal gruppo bancario quotato alla Borsa di Milano (dove la capitalizzazione di mercato dell’8 marzo risulta pari a poco più di 460 milioni)”.

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