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AirBnb si autoregolamenta e tende la mano alle autorità locali

Dopo aver vinto la prova di forza politica con il comune di San Francisco, AirBnb ammorbidisce i toni e s’impegna a migliorare il rapporto con le autorità delle città con le quali opera. In un memorandum apparso ieri sul proprio sito, Airbnb promette di pagare la sua “quota equa” di tasse alberghiere e turistiche, di comunicare…

Dopo aver vinto la prova di forza politica con il comune di San Francisco, AirBnb ammorbidisce i toni e s’impegna a migliorare il rapporto con le autorità delle città con le quali opera. In un memorandum apparso ieri sul proprio sito, Airbnb promette di pagare la sua “quota equa” di tasse alberghiere e turistiche, di comunicare in anonimato i dati su ospiti e affittuari ed anche di incoraggiare una condivisione delle case più “responsabile”.

Con il “Community CompactAirBnb vuole dimostrare di essere capace di autoregolarsi e convincere le autorità locali di costituire un valore aggiunto per le città in cui opera. Allo stesso tempo il colosso della sharing economy vuole giocare d’anticipo e scongiurare che le autorità cittadine elaborino in autonomia regolamenti più restrittivi.

Il trattato arriva una settimana di distanza dalla vittoria del NO alla Proposition F formulata dal comune di San Francisco che avrebbe introdotto una regolamentazione più rigida per gli affitti di stanze e case a breve termine. La vittoria riportata AirBnb sulle autorità di San Francisco, sui sindacati alberghieri – ma anche tanti cittadini- , è stata raggiunta dopo una costosa campagna di sensibilizzazione da 6milioni di dollari.

Gli oppositori hanno criticato Airbnb per sua insensibilità nei confronti della crisi degli alloggi scoppiata a San Francisco, dove l’irreperibilità di un alloggio permanente e il conseguente aumento dei prezzi degli immobili costringe molti a prendere casa fuori città. La risposta alle critiche arriva nel “Community Compact” dove la società si impegna a collaborare con i rappresentati delle istituzioni per vietare l’affitto degli alloggi non permanenti in quelle aree in cui «i leader della comunità hanno identificato una carenza di alloggi in locazione a lungo termine come un problema critico».

Nel memorandum AirBnb ( la cosa suona come avvertimento) s’impegna a divulgare le stime dell’impatto economico che il servizio ha sulle principali singole città. In quella di Berlino ad esempio i servizi di AirBnb hanno generato (secondo la società) un giro d’affari di 510mln di dollari. Ora, siamo ancora sicuri di voler rinunciare ad AirBnb?

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