Torniamo su un tema molto controverso: il potere di Elon Musk, al centro dell’attenzione dopo il premio consegnato a Giorgia Meloni.
Premessa: ragionare su Elon Musk ormai è quasi impossibile per gli aspetti iperbolici del personaggio, per il fatto che basta citare uno dei suoi mille tweet assurdi per chiudere il discorso. Eppure…
Se proviamo a mettere da parte il suo ruolo come distruttore di civiltà o salvatore dell’Occidente, restano le sue imprese e la loro impronta reale negli ultimi 20 anni. Tesla, e soprattutto SpaceX, hanno già cambiato il mondo, e questa non è un’esagerazione. Possiamo partire dalle aziende per spiegare alcune mosse politiche di Musk.
La scelta di Trump, per Musk, viene anche dal profondo contrasto con l’amministrazione Biden sui gioielli della sua corona. Tesla è l’attore principale dell’innovazione automobilistica statunitense ed è stata sistematicamente esclusa e snobbata dall’amministrazione Biden nei suoi programmi e perfino negli eventi in materia.
SpaceX non è un’azienda spaziale tra le altre, ma è l’azienda che domina l’economia spaziale mondiale, anche grazie alla migliore manager della storia di quell’industria, Gwynne Shotwell. Il dominio di SpaceX condiziona il governo statunitense che, per diversificare il rischio, ha continuato a sostenere alternative (come Boeing) ma senza successo. SpaceX affronta però profondi rischi regolatori e ambientali per le autorizzazioni necessarie ai suoi lanci. Fattore cruciale, ancor più dei contratti che arrivano comunque. Per Musk è essenziale abbattere questo rischio.
Così Musk, costruttore per eccellenza, si allinea a un’ideologia della Silicon Valley per cui la priorità è costruire, accelerare, superando i vincoli del governo, e supporta chi garantisce questa priorità.
Per questo, Musk con un corteo di meme di quell’insopportabile cagnolino DOGE, annuncia di voler pseudo-dirigere un Department Of Government Efficiency. Ciò non significa che Musk entrerà davvero nell’amministrazione, ma che la sua priorità è far procedere SpaceX senza ostacoli e rimettere Tesla al centro delle politiche industriali, per avanzare, incassare, proteggere il suo monopolio.
Se Musk gioca su questa scala, cosa può fare e farà per l’Italia? Realisticamente, non molto. Altri, come Spagna e Francia, hanno corteggiato più volte, e in ginocchio, Musk per avere fabbriche Tesla. Ma ora c’è anche una nuova situazione di mercato.
Sullo spazio, Musk è così dominante che le collaborazioni con l’Italia possono avvenire, certo, ci sono comunque talenti e programmi interessanti in Italia, ma in ultima analisi sono quote di mercato davvero piccole. Perciò, se assumiamo questa razionalità di Musk, la verità è che mentre pensa alle sue reali priorità, gli interessiamo perché vuole veramente vedere il tramonto al Colosseo.