Leonardo tira dritto con le alleanze in Europa su spazio e difesa.
A una settimana dalla nascita della joint-venture con Rheinmetall che ha suggellato l’alleanza con la società tedesca per la produzione di veicoli da combattimento, ora Leonardo punta a replicare la strategia delle alleanze anche nei cieli e nello spazio.
“Unire le forze è l’unico modo per sostenere la sfida con i colossi nati dall’idea e dai mezzi di uomini-Stato come Elon Musk, Jeff Bezos e Bill gates che, individualmente, hanno ricchezze superiori al Pil della Grecia”, ha spiegato a L’Economia del Corriere della Sera il ceo di Leonardo, Roberto Cingolani.
“Nello spazio, così come nella difesa, piccolo non è bello e neanche una taglia media come la nostra è sufficiente: le aziende europee devono allearsi, sacrificando la loro sovranità ssul ridotto mercato domestico per poter competere insieme sull’immenso mercato globale. Leonardo sta agendo da sherpa in questo ambito e con Rheinmetall abbiamo raggiunto una prima storica vetta”, ha aggiunto il numero uno del gruppo ex Finmeccanica.
Non è la prima volta che Cingolani insiste sulla necessità di un consolidamento dell’industria europea della difesa per fare massa critica e competere meglio sui mercati internazionali.
Del resto, proprio dal recente studio “Peace through security: the strategic role of digital technologies” redatto da Teha Group (The European House – Ambrosetti) in collaborazione con Leonardo, è emerso che non solo l’Europa spende per la difesa e gli armamenti in misura minore rispetto agli Stati Uniti, ma c’è anche la necessità (e urgenza) di aggregare le risorse finanziarie.
Tutti i dettagli.
PROMUOVERE LE ALLEANZE IN EUROPA
Dunque, nell’intervista al Corriere della Sera-L’Economia, l’ad Cingolani è tornato a puntare i riflettori sul ruolo di Leonardo come catalizzatore di alleanze in Europa per creare campioni sovranazionali in grado di competere sul mercato internazionale.
Come ha evidenziato il rapporto Teha-Leonardo, l’Ue è fortemente dipendente da Paesi extraeuropei per l’acquisto di attrezzature per la difesa, in particolare dagli Stati Uniti. Quest’ultimi sono il principale fornitore, rappresentando l’80% degli acquisti extra-Ue in attrezzature per la difesa.
LE EVIDENZE DAL RAPPORTO TEHA-LEONARDO
Sempre dalle analisi condotte dal citato rapporto, è risaltata “una chiara leadership degli Stati Uniti in tutte le dimensioni e tecnologie analizzate, mentre l’Unione Europea, sebbene competitiva in alcune aree (per esempio nella capacità di diffusione di AI, Big Data e Digital Twin, Connectivity e Cybersecurity), presenta una performance complessiva significativamente inferiore, suggerendo la necessità di maggiori investimenti in Ricerca e Sviluppo e strategie di implementazione più efficaci”.
A questa debolezza tecnologica si somma la frammentazione politica e della capacità industriale in ambito difesa, gli esigui investimenti pubblici e privati, l’eccessiva dipendenza strategica dell’Europa dalle forniture militari extra-Ue (in particolare statunitensi come già detto) e le difficoltà in termini di accettazione sociale, ha messo in luce lo studio condotto da Teha-Leonardo.
NECESSARIA UN’ACCELERAZIONE DELL’INDUSTRIA DELLA DIFESA EUROPEA
Inoltre, ritardo accumulato nel settore delle tecnologie digitali e nella governance della difesa rappresenta un rischio significativo per la tenuta della democrazia e la prosperità economica europea, spiega il rapporto. Ecco perché l’Ue dovrebbe seguire alcune linee di indirizzo strategiche fondamentali. Tra queste, secondo lo studio del gruppo ex Finmeccanica: la definizione di una governance europea che sia capace di esprimersi sul piano internazionale con una voce univoca, l’ampliamento della sovranità industriale nel campo della difesa con un focus sul digitale e investimenti nella difesa per costruire filiere europee delle tecnologie digitali.
DIVENTARE PIÙ GRANDI PER COMPERE CON I COLOSSI DI USA E CINA
In questo scenario, la joint venture con Rheinmetall rappresenta “il primo serio tentativo di andare verso la direzione di una risposta europea alla sicurezza globale” aveva sottolineato sempre il ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, in conferenza stampa. “Leonardo è grande ma non a sufficienza per competere con giganti di Usa e Cina. Abbiamo bisogno di aprire la strada verso un’Europa più sicura. Visto il gap con Usa e Cina abbiamo bisogno di condividere e di diventare più competitivi sul mercato globale”.
L’AD DI LEONARDO ROBERTO CINGOLANI PIÙ EURO MENO ATLANTICO?
Un’industria della difesa made in Ue in grado di competere non solo con i colossi cinesi, ma anche americani secondo l’obiettivo del numero di uno di Leonardo.
E alla domanda del Corriere se questa “insistenza sulle alleanze per rafforzare l’industria della difesa europea possa infastidire gli Stati Uniti che vendono tante armi ai Paesi Ue” Roberto Cingolani ha replicato che “È vero che nel 2023 il 78% delle armi acquistate dagli Stati europei è stato importato da Paesi extra-Ue e per il 63% dagli Stati Uniti. Credo che però che Washington abbia tutto l’interesse a che l’Europa sia un alleato forte e affidabile nella Nato, in grado di provvedere a sé stesso economicamente e industrialmente. La dipendenza della difesa Ue dalle forniture esterne dipende soprattutto dalla mancanza di alternative europee valide”.
Pertanto, “Noi siamo pronti ad offrirne: con Rheinmetall e con le altre alleanze a cui stiamo lavorando” ha rimarcato Cingolani. Quest’ultimo chiaro riferimento alla ricerca di nuove alleanze anche nello spazio. Al momento sono in corso i colloqui con la francese Thales “per studiare come modificare la Space Alliance per migliorarne l’efficienza e aumentarne la competitività”.
CHE COSA DICEVA GIÀ UN ANNO FA L’AD DI LEONARDO ROBERTO CINGOLANI
D’altronde, è da tempo che l’ad del colosso di Piazza Monte Grappa punta al consolidamento dell’industria della difesa europea.
“Leonardo è un colosso e abbiamo altri colossi in Europa ma sono piccoli rispetto alle realtà continentali di Cina e Stati Uniti: i colossi nazionali devono iniziare a fare sinergie europee e creare degli oggetti più grossi sinergici”, aveva spiegato Roberto Cingolani, ad di Leonardo, nel corso dell’audizione davanti alla commissione Difesa della Camera dei deputati proprio un anno fa. “Questo – ha proseguito – vuol dire fare delle scelte, fare un puzzle ragionato di dove si mettono le sinergie. Ci vorrà tempo. Questo è fare non solo politica industriale ma anche politica europea”.
D’altra parte, “Non c’è vocazione atlantista se non c’è anche un’Europa forte” secondo l’ad di Leonardo.