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Leonardo, Fincantieri ed Elettronica. Tutte le intese sulla difesa tra Italia e Arabia Saudita

Italia e Arabia Saudita firmano accordi da 10 miliardi di dollari in vari settori tra cui la difesa con le industria Leonardo, Fincantieri ed Elettronica. E Meloni apre ufficialmente a Riad nel Gcap: favorevoli a ingresso, ma gradualmente. Ecco i dettagli

Si rafforzano i legami tra Italia e Arabia Saudita sulla difesa.

In occasione della visita della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Arabia Saudita, dove ha incontrato ad Al-Ula il Principe ereditario e Primo Ministro dell’Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud, i due paesi hanno firmato accordi di cooperazione e industriali da 10 miliardi di dollari, come parte di una partnership strategica rafforzata tra Italia e Arabia Saudita.

Gli accordi coprono una serie di settori: dalla cantieristica all’agroalimentare, fino alla difesa. Leonardo, Fincantieri ed Elettronica hanno sottoscritto infatti intese nel campo militare per consolidare ulteriormente le loro collaborazioni nel settore.

Una cooperazione destinata a crescere ancora. Proprio la premier Meloni ha aperto ufficialmente all’ingresso dell’Arabia Saudita nel Global combat air programme (Gcap), programma congiunto con Regno Unito e Giappone per il sistema di combattimento aereo di nuova generazione con Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries come aziende capofila nazionali.

“Siamo favorevoli all’ingresso dei sauditi” nel Gcap, “chiaramente è un lavoro non immediato, perché dobbiamo chiudere il lavoro a tre con il governo della Gran Bretagna e del Giappone e favorire un avvicinamento del Regno Saudita” ha precisato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa in Arabia Saudita.

Tutti i dettagli.

COSA FARÀ LEONARDO IN ARABIA SAUDITA SULLA DIFESA

In occasione di incontri bilaterali tra Italia e il Regno dell’Arabia Saudita, il Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita (MISA), l’Autorità Generale per l’Industria militare (GAMI) e Leonardo hanno annunciato la firma di un MoU con l’obiettivo di discutere, sviluppare e valutare una serie di investimenti e opportunità per espandere ulteriormente la collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa.

Come spiega la nota della società guidata da Roberto Cingolani, “questo accordo segue il MoU firmato e annunciato all’inizio del 2024 che aveva quale obiettivo la valutazione ed esplorazione di molteplici aree di cooperazione: spazio, manutenzione/riparazione/revisione per aerostrutture, localizzazione per sistemi di guerra elettronica, radar e per l’assemblaggio di elicotteri, un focus sul settore del combattimento aereo e dell’integrazione multi-dominio, processi di industrializzazione e sviluppo del capitale umano, opportunità per la supply chain nazionale in Arabia Saudita e, più in generale, per il ruolo di Leonardo nella regione e nella catena del valore globale”.

Pertanto, alla luce dei risultati raggiunti attraverso l’implementazione dell’accordo del 2024, “il MoU firmato oggi apre la strada ad un’ulteriore espansione della collaborazione industriale nel campo dei sistemi di combattimento aereo e in ambito elicotteristico” precisa la nota.

Inoltre, il nuovo accordo “rappresenta l’ultimo passo nel rafforzamento delle attività di Leonardo nel Regno, dove l’azienda ha un Headquarters dedicato”.

LA POSIZIONE DI LEONARDO RIGUARDO L’EVENTUALE INGRESSO DELL’ARABIA SAUDITA NEL GCAP

Giova ricordare che riguardo l’eventuale adesione di Riad al programma Gcap, si era già espressa lo scorso novembre Leonardo.

“C’è un processo in corso per valutare se ci possono essere dei partner ed è un processo condiviso tra Italia, Giappone e Inghilterra perché nessuna delle tre nazioni può decidere da sola di far entrare un altro – aveva spiegato il condirettore generale di Leonardo, azienda capofila per l’Italia del Gcap – Al momento attuale il partner che ha fatto maggiore richiesta di partecipare al programma è l’Arabia Saudita”.

“La prima cosa da valutare è la capacità industriale di questo Paese” aveva puntualizzato il manager di Leonardo, – Il secondo tema riguarda le modalità della partecipazione: ad esempio, una può essere la ‘modalità Eurofighter’, cioè il nuovo partner si siede allo stesso tavolo degli altri partner e ha una quota sia della partecipazione sia dei lavori; l’altra modalità può essere quella dell’F-35 dove esiste un ranking di partner che hanno diritti e doveri diversi a seconda delle capacità e di cosa mettono”.

GLI ACCORDI SIGLATI DA FINCANTIERI

Tornando agli accordi siglati ieri in Arabia Saudita, anche Fincantieri ha annunciato la firma di una serie Memorandum of Understanding (MoU). “Questi accordi sottolineano l’interesse dell’azienda per questa regione in seguito all’istituzione della controllata Fincantieri Arabia for Naval Services nel 2024″ spiega il colosso cantieristico di Trieste in una nota.

“Con questi accordi vogliamo ribadire il nostro forte interesse per questa regione e la nostra disponibilità a esplorare nuove opportunità di business nei nostri tre principali segmenti di attività, quello della difesa in primis” ha commentato Pierroberto Folgiero, ad e dg di Fincantieri, aggiungendo che “L’Arabia Saudita sta affermando in breve tempo il proprio ruolo di hub globale per la tecnologia marittima, e siamo orgogliosi di collaborare con aziende saudite per mettere a loro disposizione le nostre capacità in vari ambiti. Insieme, promuoveremo l’innovazione e la sostenibilità per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del programma Vision 2030.”

I DUE MOU FIRMATI DA ELETTRONICA

Anche il gruppo Elettronica ha firmato due Memorandum d’intesa (MoU) durante la tavola rotonda istituzionale Italia-Arabia Saudita, alla presenza della Presidente del Consiglio dei Ministri italiana e del Ministro degli Investimenti dell’Arabia Saudita, S.E. Khalid A. Al Falih.

Nello specifico, l’azienda romana attiva nel settore Electronic Warfare ha firmato un Memorandum of Understanding con SAMI Advanced Electronics Company (SAMI-AEC), una sussidiaria di Saudi Arabian Military Industries (SAMI) e un attore di spicco nell’ecosistema della difesa saudita. “Questo MoU si basa sull’accordo firmato al Cernobbio Forum lo scorso settembre tra Elt Group, il Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita (MISA) e la General Authority for Military Industries (GAMI)” ha precisato il gruppo guidato da Enzo e Domitilla Benigni.

LA NOTA DEL MINISTRO DELLA DIFESA CROSETTO

Nel frattempo, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato nell’ambito della sua visita a Gedda il vice ministro della Difesa saudita, Talal bin Abdullah bin Turki al Otaibi, con cui ha avuto un “colloquio positivo e ricco di prospettive”. “Abbiamo riscontrato la comune volontà di lavorare insieme per affrontare la complessa situazione geopolitica attuale e in particolare per garantire stabilità al Medio Oriente”, ha affermato Crosetto, come riportato su X dal ministero della Difesa. “È stata una utile occasione per approfondire temi di comune interesse come la cooperazione nel settore dell’industria della difesa e la collaborazione tra le nostre Forze armate, in particolare nel settore della formazione”, ha aggiunto.

Dunque la cooperazione nel settore dell’industria della difesa potrebbe consolidarsi ancor di più se Riad salisse a bordo del Gcap, ma non solo. Per il nostro paese ci sono anche commesse in vista nel campo militare.

LE COMMESSE IN VISTA

Come ha rivelato Pietro Batacchi, direttore di Rid:“Stanno entrando nel vivo le negoziazioni per l’acquisto da parte di Riad di un secondo lotto di caccia Eurofighter TYPHOON (48-56 esemplari). In particolare, si sta discutendo della configurazione dei velivoli – se con release software P3E o P4E (Phase 3 Enhancement e Phase 4 Enhancement), quest’ultima caratterizzata dal radar CAPTOR-E Mk2 – dalla quale evidentemente dipendono anche le tempistiche di produzione e consegna.”

“Ma grandi opportunità ci sono pure nel settore elicotteristico – NH-90, su tutti, ma non solo – e nel settore navale. In quest’ultimo, ricordiamo il requisito per 4 nuove fregate leggere e la RFI (Request For Information) inviata all’industria alla quale Fincantieri ha risposto con il design FCX-30. In generale, si sta parlando di potenziali commesse per un valore ben superiore ai 10 miliardi di euro” ha concluso Batacchi.

Quindi Leonardo, Fincantieri ed Elettronica sono pronte a raccogliere i frutti di queste intese sulla difesa con l’Arabia Saudita.

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