Battaglia legale tra Knds e Triton sulla proprietà Renk e c’entra anche l’Italia.
La disputa tra l’investitore finanziario Triton, attuale proprietario di Renk, e il costruttore di carri armati franco-tedesco Knds riguardo a un ampio pacchetto di azioni nell’azienda tedesca specializzata in sistemi di trasmissione per veicoli militari sta subendo un’escalation.
Secondo le agenzie di stampa Bloomberg e Reuters, lunedì Knds, gruppo nato dell’aggregazione di Kmw e Nexter, due dei principali produttori europei di sistemi terrestri militari con sede in Germania e Francia, ha intentato una causa presso il tribunale regionale di Francoforte per ottenere la cessione del pacchetto azionario.
E a ostacolare il gruppo tedesco su Renk ci avrebbe pensato Palazzo Chigi: Triton ha rifiutato di consegnare le azioni, sostenendo infatti che entro la data limite di lunedì (12 maggio) mancava l’autorizzazione del governo italiano, responsabile del controllo degli investimenti. Da parte sua Knds ritiene che questo non costituisca un ostacolo dal momento che la società tedesca Renk è presente in Italia solo con un ufficio e non con uno stabilimento produttivo.
Non va dimenticato che proprio Knds doveva essere l’alleato di Leonardo nell’alleanza terrestre con l’obiettivo di arrivare a una collaborazione per la fornitura dei carri armati Leopard 2 all’Esercito italiano. Tuttavia lo scorso giugno Leonardo e Knds hanno abbandonato le trattative per formalizzare la partnership, e il colosso della difesa italiano si è poi alleato con la tedesca Rheinmetall.
Tutti i dettagli.
COSA FA RENK
Renk Group è un produttore tedesco di cambi per carri armati, uno dei fornitori chiavi di Knds. L’azienda con sede ad Augusta sviluppa trasmissioni per il Leopard 2, il carro armato di punta prodotto dal gruppo franco-tedesco, ma anche per numerosi altri modelli di carri armati a livello mondiale. Dall’ottobre 2020 la società è controllato dal gruppo di private equity Triton Partners.
LA MOSSA DI KNDS
Come ricostruisce Handelsblatt, Knds era entrata come azionista di riferimento con una quota del 6,7% in occasione della quotazione in borsa di Renk all’inizio del 2024, assicurandosi da Triton, allora azionista di maggioranza di Renk, un’opzione per l’acquisto di un ulteriore 18,4% – a un prezzo superiore a quello di emissione di 15 euro per azione, ma ben al di sotto dell’attuale valore di mercato. Ciò renderebbe Kndsi il maggiore azionista di Renk.
Lo scorso 11 febbraio Knds ha annunciato di aver esercitato l’opzione di acquisto di azioni Renk da Triton, portando la propria partecipazione dal 6,7% al 25%. L’operazione era soggetta al controllo delle fusioni e ad altre approvazioni normative, ha dichiarato all’epoca il gruppo, ricorda Bloomberg.
E LA CONTROMOSSA DI TRITON
Tuttavia, Triton ha mantenuto la sua partecipazione, sostenendo che Knds non è riuscita a ottenere l’approvazione normativa in Italia, dove Renk detiene una piccola unità, come riportato da Bloomberg News la scorsa settimana.
La scorsa settimana Knds ha presentato una richiesta di esenzione dal meccanismo italiano di screening degli investimenti diretti esteri (Golden Power), che rappresenta una condizione sospensiva per l’accordo.
La chiusura dell’accordo era prevista per lunedì 12 e il mancato ottenimento dell’esenzione entro tale data potrebbe portare all’interruzione dell’accordo.
LA POSIZIONE DEL GRUPPO FRANCO-TEDESCO
Da parte sua Knds non concorda sul fatto che la pre-approvazione del governo italiano fosse necessaria, poiché l’attività non prevede progettazione o produzione, hanno affermato alcune a Bloomberg, aggiungendo che la legge italiana consente agli acquirenti di concludere un accordo e presentare successivamente domanda di approvazione.
Che la riluttanza di Triton a cedere le azioni Renk è dovuta al boom delle azioni?
“Le azioni di Renk sono quasi triplicate quest’anno e la performance dell’azienda dalla sua Ipo da 500 milioni di euro nel febbraio 2024 l’ha resa una delle migliori quotazioni europee sostenute da private equity degli ultimi anni. Triton ha approfittato dell’aumento dei prezzi delle azioni per le aziende del settore difesa per monetizzare la sua partecipazione in Renk, vendendola nel tempo”, sottolinea Bloomberg.
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE REGIONALE DI FRANCOFORTE
Al momento il Tribunale Regionale di Francoforte si è schierato dalla parte di Triton. La corte ha confermato infatti di aver ricevuto e respinto un’ingiunzione provvisoria presentata da Knds contro Triton volta a impedire a Triton di vendere una partecipazione di circa il 18% in Renk a terzi. “La sezione competente per le questioni commerciali ha rilevato, nell’ambito di una valutazione sommaria, che non tutte le condizioni di chiusura dell’opzione possono considerarsi soddisfatte”, ha dichiarato la portavoce del tribunale ripresa da Handelsblatt.
LO SGAMBETTO ITALIANO
Senza l’approvazione, l’Italia potrebbe successivamente imporre condizioni o addirittura ordinare l’annullamento, ricorda il quotidiano tedesco. Al momento dunque il colosso franco-tedesco dei carri armati ha deciso di adire le vie legali per ottenere la quota di Renk.
IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
Pertanto, “un’operazione rilevante tutta tedesca nel comparto tank si arena perché manca autorizzazione golden power italiana” sintetizzano alcuni addetti ai lavori sentiti da Startmag che aggiungono: “Ma l’Italia ha ben poche responsabilità: Knds si è accorta tardi che doveva passare dal golden power. Sta di fatto che sarebbe stato meglio evitare l’intoppo alla vigilia dell’incontro di Meloni con Merz”. Il neo cancelliere tedesco incontrerà infatti domenica 18 maggio a Roma il presidente del Consiglio italiano a margine della cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV.