Terzo stop in tre mesi per il razzo Falcon 9 di SpaceX.
Lunedì la Federal Aviation Administration (Faa), l’autorità di regolamentazione dell’aviazione americana, ha dichiarato che il razzo Falcon 9 è stato messo a terra per indagare sul malfunzionamento dopo la missione Crew 9 di sabato scorso, segnala Reuters.
Per l’azienda aerospaziale di Elon Musk si tratta del terzo stand-by per il suo razzo di punta quest’anno. Per la prima volta dal 2016, lo scorso luglio la Faa aveva messo a terra i razzi Falcon 9 di SpaceX dopo un guasto nel volo dell’11 luglio che distrutto il suo carico di satelliti Starlink, determinando uno stop ai lanci di 15 giorni. Stop al Falcon 9 anche il mese successivo: dopo il rientro in atmosfera del 28 agosto durante una missione di routine Starlink, al momento di atterrare su una chiatta marittima, il booster si è rovesciato nell’oceano dopodiché è esploso. Pertanto l’authority ha disposto un’indagine. In quel caso, lo stop ai lanci è durato solo tre giorni, ma al momento non sono note le cause dell’incidente.
SpaceX non ha comunicato quanto durerà questo stop, considerando che la società ha lanciato una media di due o tre razzi a settimana dall’inizio del 2024, superando di gran lunga i suoi rivali nel settore dei lanci. E nei prossimi giorni il Falcon ha un’agenda fitta: il 7 ottobre è programmato il lancio con il razzo di SpaceX della missione Hera dell’Agenzia spaziale europea (Esa) per la difesa planetaria, con un importante contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Come sottolinea l’Ansa, a rischio di un rinvio è anche il lancio della sonda Europa Clipper, che raggiungerà la luna di Giove, perché si userà un razzo Falcon Heavy che ha il secondo stadio identico al Falcon 9.
Tutti i dettagli.
L’ULTIMA ANOMALIA PER IL FALCON 9 DI SPACEX
Sabato scorso SpaceX ha lanciato con il razzo Falcon 9 due astronauti a bordo della sua navetta Dragon per recuperare gli altri due astronauti della Nasa partiti lo scorso giugno alla volta della Stazione spaziale internazionale (Iss) con Starliner. Una volta scarico, il secondo stadio non è riuscito a riaccendere correttamente il suo motore per il suo “deorbit burn”, una procedura di routine che scarta il booster nell’oceano dopo aver completato il suo volo.
L’equipaggio di astronauti ha proseguito verso la Iss in sicurezza, attraccando domenica come previsto. Il malfunzionamento ha causato la caduta del booster in una regione dell’Oceano Pacifico al di fuori della zona di sicurezza designata che la Faa aveva approvato per la missione.
LA POSIZIONE DELLA SOCIETÀ
SpaceX ha affermato che il booster “ha subito un deorbit burn fuori norma. Di conseguenza, il secondo stadio è atterrato in sicurezza nell’oceano, ma al di fuori dell’area mirata”.
La società di Musk non ha fornito ulteriori dettagli o aggiornamenti sull’incidente o sulle indagini. “Riprenderemo i lanci dopo aver compreso meglio la causa principale”, ha scritto SpaceX in un post su X.
Ma quanto durerà stavolta lo stop? Ad agosto, dopo la seconda messa a terra, la società è tornata a volare tre giorni dopo. È probabile che SpaceX cercherà l’approvazione della Faa per riprendere i voli in modo simile, mentre la sua indagine ingegneristica continua con la supervisione della Faa, osserva Reuters.
L’ESA STA PREPARANDO IL LANCIO DI HERA
Nel frattempo, l’Esa sta procedendo con i preparativi per il lancio della missione Hera attraverso un Falcon 9, nonostante il razzo sia ancora a terra.
In un briefing del 2 ottobre, i funzionari coinvolti nella missione asteroide Hera hanno affermato che stanno continuando con i preparativi per essere pronti per un lancio su un Falcon 9 da Cape Canaveral il 7 ottobre alle 10:52 Eastern. Ciò include l’incapsulamento del veicolo spaziale nella carenatura del carico utile del razzo il 3 ottobre, spiega Spacenews.
“MANTENUTA LA CAMPAGNA DI LANCIO NOMINALE”
Durante il briefing dell’Esa, Ian Carnelli, project manager per Hera presso l’Esa, ha affermato che la missione riceve aggiornamenti giornalieri sullo stato dell’indagine. “Siamo molto soddisfatti dei progressi che ci stanno mostrando, il che dimostra il loro impegno a lanciarci”, ha dichiarato. “Stiamo mantenendo la campagna di lancio nominale”.
“Saremo pronti per il lancio” il 7 ottobre, ha aggiunto, in attesa dell’approvazione della Faa per consentire la ripresa dei lanci del Falcon 9. “In pratica speriamo di ottenerli entro domenica [ottobre. 6].” Ha aggiunto che l’Esa è disposta a far sì che Hera sia la missione di ritorno al volo per il Falcon 9, piuttosto che aspettare che SpaceX lanci prima una o più missioni, come quelle che trasportano i satelliti Starlink.
Sempre Spacenews ricorda che il periodo di lancio per Hera dura fino al 27 ottobre, con finestre di lancio istantanee giornaliere. Carnelli ha affermato che la Nasa ha richiesto uno standdown di 48 ore prima del lancio di Europa Clipper su un Falcon Heavy presso il Kennedy Space Center, attualmente previsto per il 10 ottobre.
PER LA PRIMA MISSIONE DEL VECCHIO CONTINENTE PER LA DIFESA PLANETARIA
Un lancio in qualsiasi momento di quella finestra consentirà a Hera di raggiungere la sua destinazione, l’asteroide Didymos e la sua luna Dimorphos, alla fine del 2026.
Si tratta della prima missione del nostro continente per la difesa planetaria. E Hera vanta anche il contributo dell’industria italiana. Grazie infatti al supporto dell’Asi, aggiudicati i contratti per la realizzazione di sistemi di bordo quali il sistema di potenza elettrica, assegnato a OHB-Italia, e la pro-pulsione, assegnata ad Avio. Inoltre Thales Alenia Space fornirà il sistema di comunicazione e altre apparecchiature chiave alla sonda spaziale Hera.
L’OBIETTIVO DELLA MISSIONE HERA
Hera rappresenta il contributo europeo ad una collaborazione internazionale per la protezione del pianeta dagli impatti cosmici chiamata Asteroid Impact Deflection Assessment (Aida).
Nel corso della sua missione Hera, dal nome della dea greca del matrimonio, studierà da distanza ravvicinata l’asteroide binario Didymos e insieme alla sonda Dart (Double Asteroid Redirect Test) della Nasa, metterà a punto la tecnica della deflessione asteroidale.
INSIEME A DART DELLA NASA
Lanciata il 24 novembre 2021, la missione Dart della Nasa è riuscita a modificare con successo la traiettoria dell’asteroide Dimorphos, il piccolo satellite di Didymos, dopo che l’agenzia spaziale statunitense ha fatto schiantare una navicella contro l’asteroide il 26 settembre 2022. Si è trattata della prima missione nel suo genere, progettata per determinare se la tecnologia potrebbe un giorno essere utilizzata per difendere la Terra da pericolosi asteroidi o comete deviandoli dalla collisione corso con il pianeta. Lasciando poi a Hera, in arrivo nel 2026, il compito di analizzare il cratere originato dall’impatto e calcolare con precisione i cambiamenti orbitali provocati dall’impatto.