La Cina ha intrapreso un percorso di rapida espansione e modernizzazione delle proprie capacità militari, ponendo particolare attenzione all’ampliamento del proprio arsenale nucleare.
Secondo un recente rapporto della Defense Intelligence Agency (Dia) statunitense, la Repubblica Popolare Cinese sta incrementando il numero dei missili balistici a raggio intermedio DF-26, noti come “Guam killer”. Questi sistemi d’arma sono progettati per colpire obiettivi strategici, inclusa la base statunitense sull’isola di Guam, un’importante piattaforma militare nel Pacifico. Il DF-26 è il primo missile balistico mobile di Pechino dotato di capacità di precisione nucleare e convenzionale, caratterizzato da un sistema di testata intercambiabile che gli permette di passare rapidamente da una configurazione all’altra. Questa dualità operativa è considerata una peculiarità unica tra i sistemi d’arma nucleari cinesi e accresce il rischio di escalation involontaria durante un conflitto, poiché la presenza di armamenti misti potrebbe rendere difficile distinguere la natura di un attacco.
La corsa cinese all’armamento nucleare non si limita ai missili terrestri, ma si estende anche ad altri ambiti strategici. La Cina sta costruendo una forza aerea e navale capace di offrire un deterrente nucleare triadico, simile a quello di altre potenze nucleari come gli Stati Uniti e la Russia. Oltre ai DF-26, Pechino ha investito nella produzione di sottomarini lanciamissili balistici di classe Jin, ora sei in totale, che garantiscono pattugliamenti strategici continui anche in tempo di pace. Questi sottomarini sono armati con missili nucleari e rappresentano una componente essenziale della capacità di ritorsione cinese. L’aeronautica militare cinese, intanto, ha introdotto i bombardieri H-6N, progettati per trasportare missili balistici lanciabili dall’aria, con capacità di rifornimento in volo che estendono significativamente la loro portata operativa.
Un altro punto di rilievo è il progresso tecnologico nel campo dei veicoli ipersonici e dei sistemi di bombardamento orbitale frazionato. La Cina ha effettuato test con veicoli ipersonici in grado di compiere traiettorie suborbitali per eludere i sistemi di difesa missilistica e colpire obiettivi a lungo raggio con un tempo di preavviso minimo. Queste capacità rientrano nel più ampio progetto di rafforzamento dell’Esercito Popolare di Liberazione (Epl) e riflettono l’ambizione cinese di bilanciare la potenza militare statunitense e accrescere la propria influenza globale.
In parallelo, la Cina continua a sviluppare una serie di sistemi convenzionali e nucleari con capacità di risposta proporzionata, come le testate a bassa resa, per aumentare le opzioni di intervento in uno scenario di conflitto. Questa strategia sembra essere una risposta diretta alla crescente instabilità nucleare globale, esacerbata dal ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal Trattato Inf nel 2019. Tale mossa ha provocato la critica di Pechino, che ha accusato Washington di minare la stabilità strategica mondiale. Di conseguenza, la Cina ha accelerato la produzione di sistemi d’arma che, in caso di adesione al trattato, sarebbero stati soggetti a limitazioni.
Sul fronte della difesa, l’Indo-Pacific Command degli Stati Uniti ha riconosciuto la crescente minaccia rappresentata dai missili DF-26. L’ammiraglio Sam Paparo ha definito la protezione di Guam la priorità assoluta, sottolineando l’importanza del sistema di difesa missilistico schierato per salvaguardare l’isola e i suoi asset strategici. Tuttavia, gli esperti militari avvertono che la crescente complessità dell’arsenale cinese, associata all’integrazione di sistemi convenzionali e nucleari, richiede un aggiornamento costante delle capacità di difesa e un monitoraggio continuo.
Oltre alla Cina, il rapporto Dia ha evidenziato le sfide poste dalle altre potenze nucleari. La Russia, ad esempio, ha quasi completato la modernizzazione del proprio arsenale nucleare, introducendo sistemi avanzati come il missile intercontinentale Sarmat, i veicoli ipersonici Avangard e Kinzhal, nonché droni subacquei come il Poseidon. La Corea del Nord, invece, ha dimostrato una crescente capacità di colpire con missili intercontinentali, mentre l’Iran continua ad espandere il proprio programma missilistico, pur non avendo ancora sviluppato armi nucleari.
In sintesi, la Cina sta perseguendo un ambizioso programma di espansione e modernizzazione delle proprie forze nucleari, spingendo gli Stati Uniti e le altre potenze mondiali a riconsiderare le proprie strategie di difesa e deterrenza. La sfida di Pechino si inserisce in un contesto geopolitico complesso e sempre più militarizzato, dove la competizione per la supremazia strategica potrebbe ridefinire gli equilibri di potere globali nei prossimi decenni.