La spesa per la difesa dell’Ue dovrebbe aumentare a 326 miliardi di euro, toccando nuovi record nel 2023 e 2024.
È quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale dell’European Defence Agency (Eda) pubblicato ieri riguardo la spesa per la difesa di tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea. L’Agenzia europea per la difesa supporta i suoi 27 Stati membri nel miglioramento delle loro capacità di difesa attraverso la cooperazione europea.
Secondo il report, i paesi Ue dovrebbero aumentare la loro spesa per la difesa complessiva a 326 miliardi di euro, equivalenti a un record dell’1,9% del prodotto interno lordo, nel 2024, chiudendo il decimo anno di crescita degli investimenti militari.
Ma mentre 22 paesi hanno aumentato la loro spesa l’anno scorso, ci sono ancora problemi con il modo in cui si spendono i finanziamenti extra, secondo il direttore esecutivo dell’Eda Jiří Šedivý. La spesa totale risulta ancora assai esigua rispetto al tipo di investimento effettuato dagli Stati Uniti.
Tutti i dettagli.
LA SPESA PER LA DIFESA DEI PAESI UE NEL 2023 FOTOGRAFATA DALL’EDA
Nel suo rapporto annuale, l’Eda rileva una una spesa militare complessiva pari 279 miliardi di euro, un decimo in più rispetto all’anno precedente, segnando il nono anno consecutivo di aumento della spesa complessiva.
Come segnala Defense News, la spesa totale per la difesa dell’Ue è aumentata di quasi 100 miliardi di euro rispetto al 2014, quando il bilancio per la difesa ha toccato il minimo, dopo diversi anni di tagli sulla scia della crisi finanziaria del 2008.
L’aumento previsto a 326 miliardi di euro per il 2024 segnerebbe un ulteriore aumento del 17%, poiché le capitali cercano di aumentare le loro capacità di difesa in risposta alla guerra della Russia contro l’Ucraina e ai timori più ampi sulla sicurezza a lungo termine, sottolinea Politico.
VICINO AL 2% DEL PIL NEL 2024
L’investimento extra per il 2024 porterà la spesa media per la difesa a un “senza precedenti” 1,9% del Pil complessivo dell’Ue, secondo il rapporto dell’Eda.
I PAESI CHE HANNO SPESO DI PIÙ (E QUELLI DI MENO)
Andando a vedere nel dettaglio gli investimenti dei singoli paesi membri, si nota che nel 2023 un totale di 22 stati hanno aumentato la spesa per la difesa rispetto al 2022, mentre cinque hanno ridotto la spesa per la difesa. Ben 11 stati membri hanno aumentato la spesa per la difesa di oltre il 10%. Al primo posto troviamo la Polonia con investimenti militari pari al 3,3% del Pil l’anno scorso, seguita dall’Estonia (3%) e dalla Lettonia (2,9%). Chiudono la classifica il Lussemburgo (0,7%), Malta (0,4%) e l’Irlanda (0,2%). L’Italia si posiziona nella seconda parte dell’elenco con una spesa per la militare pari a 1,5% insieme a Svezia, Olanda e Portogallo.
LA SPESA PER LA RICERCA
Nonostante l’aumento della spesa dedicata alla ricerca e alla tecnologia per la difesa, gli Stati membri non riescono ancora a raggiungere il parametro di riferimento del 2% della spesa per la difesa dedicata alle attività di R&T con due paesi che rappresentano oltre l’80% della spesa per R&T a livello UE, rileva ancora l’Eda.
“Accolgo con favore l’aumento della spesa per la ricerca. Ma l’Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e alla Cina negli investimenti in ricerca e tecnologia per la difesa. Per garantire il futuro dell’Europa, dobbiamo dare priorità all’innovazione e all’unità” ha affermato Šedivý.
SPINGERE SUGLI APPALTI CONGIUNTI
Infine, “l’Unione europea sta facendo passi da gigante negli investimenti per la difesa, stimolata dall’urgenza delle minacce che affrontiamo. Tuttavia, una quota importante è spesa per attrezzature standard provenienti da paesi terzi, evidenziando la necessità di rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea” ha sottolineato il direttore generale dell’Agenzia europea per la difesa aggiungendo che “Acquistare insieme fa risparmiare denaro, mentre sviluppare risorse insieme ci rende più indipendenti”.
Quindi il numero uno dell’Eda sta sollecitando più appalti congiunti all’interno dell’Ue e una rinnovata attenzione al potenziamento dell’industria della difesa del blocco.
Proprio il mese scorso Bruxelles ha dato il via libera per i primi 300 milioni per gli appalti congiunti sulla difesa.
Il 14 novembre la Commissione Ue ha approvato il primo finanziamento di cinque progetti transfrontalieri per sostenere appalti per la difesa più coordinati ed efficienti tra gli Stati membri. Attuato nell’ambito dello strumento per il rafforzamento dell’industria europea della difesa mediante appalti comuni (Edirpa), ciascuno dei 5 progetti selezionati riceverà 60 milioni di euro per un importo totale di 300 milioni di finanziamenti.
I cinque progetti selezionati rappresentano un valore complessivo degli appalti superiore a 11 miliardi di euro e coinvolgono 20 Stati membri. I progetti riguardano il sistema di difesa aerea a corto raggio Mistral, il sistema di difesa aerea a medio raggio Iris-T Slm, veicoli blindati e munizioni. La maggior parte dei progetti selezionati comprende anche forniture destinate all’Ucraina. Si tratta della prima volta che l’esecutivo utilizza il bilancio dell’Ue per supportare gli stati membri nell’acquisto comune di prodotti per la difesa.