Non c’è pace per il Future Combat Air System (Fcas), il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro di Francia, Germania e Spagna.
L’industria francese sta bloccando l’ingresso nella fase successiva dello sviluppo del Fcas, chiedendo la leadership esclusiva del progetto. È quanto sostiene un documento del Ministero della Difesa tedesco visionato da Reuters martedì.
Nel documento, inviato venerdì ai membri della Commissione Bilancio del Parlamento tedesco, il Ministero avverte di gravi conseguenze per le capacità del futuro caccia e per la partecipazione dell’industria tedesca qualora venissero concesse concessioni all’industria francese, prosegue l’agenzia stampa internazionale.
Lanciato nel 2017, il programma franco-tedesco-spagnolo – dal valore stimato di oltre 100 miliardi di euro – è progettato per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli a partire dal 2040. Il Fcas ruota attorno allo sviluppo di un aereo da caccia di prossima generazione, di portaerei remote e di un cloud da combattimento. Il progetto coinvolge le società di difesa nazionali Dassault Aviation, Airbus e la spagnola Indra.
Ad oggi il programma Fcas sconta ritardi dal momento che le aziende coinvolte hanno discusso a lungo sulla proprietà intellettuale e sulle politiche di esportazioni.
La divisione del lavoro è la questione principale su cui la francese Dassault e la tedesca Airbus si sono scontrate pubblicamente negli ultimi mesi, ricorda Euractiv.
La notizia giunge alla vigilia dell’incontro previsto tra il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente francese Emmanuel Macron con i rispettivi ministri giovedì e venerdì in Francia.
Tutti i dettagli.
IL DOCUMENTO DEL MINISTERO DELLA DIFESA TEDESCO ANTICIPATO DA REUTERS
Secondo il documento del ministero tedesco visionato da Reuters, le opzioni per una soluzione saranno elaborate entro la fine dell’anno prima che venga presa una decisione su ulteriori misure del progetto Fcas.
Come precisa l’agenzia, questa tempistica contraddice le precedenti dichiarazioni secondo cui Merz e Macron avrebbero concordato di cercare una soluzione entro la fine di agosto, quando entrambi i governi si sarebbero incontrati per consultazioni a Tolone, in Francia.
LE CRITICHE ALL’INDUSTRIA FRANCESE
Inoltre, il documento visionato da Reuters non specificava un’azienda francese nelle sue critiche, ma fonti del settore hanno puntato il dito contro il produttore francese di aerei da guerra Dassault Aviation, precisa il rapporto.
Alla fine di luglio, l’amministratore delegato di Dassault, Eric Trappier, ha affermato che il programma Fcas necessitava di una leadership e di un’organizzazione più chiare, in vista della seconda fase dei partner, e che, in pratica, le decisioni su parti chiave dell’attuale fase di progettazione dovevano essere concordate con Airbus, aggiungendo complessità e contribuendo a ritardi.
Il numero uno di Dassault aveva già criticato duramente la collaborazione con Airbus nel Fcas durante un’audizione presso la Commissione Difesa dell’Assemblea Nazionale francese questa primavera. “I prossimi mesi fino alla fine dell’anno saranno cruciali per avviare rapidamente la fase di sviluppo vera e propria del programma”, aveva aggiunto.
A CHE PUNTO È IL PROGETTO FRANCO-TEDESCO SPAGNOLO FCAS
Nel dicembre 2022 il programma Fcas è decollato con l’aggiudicazione del contratto di Fase 1B.
A nome dei governi di Francia, Germania e Spagna, la Direzione generale francese per gli armamenti (DGA) ha assegnato a Dassault Aviation (che rappresenta la Francia), Airbus (Germania), Indra (Spagna), Eumet e ai loro partner industriali il contratto per il dimostratore Phase 1B del Future Combat Air System (Fcas). Questo contratto storico, del valore di 3,2 miliardi di euro, coprirà i lavori sul dimostratore Fcas e sui suoi componenti per circa tre anni e mezzo. Le tre nazioni continuano così a lavorare su tutti e tre gli elementi NGWS (Next Generation Weapon System): aerei da combattimento, portaerei remote e cloud da combattimento.
TUTTI I NODI DA SCIOGLIERE
Nel novembre 2023 il ministro della Difesa del Belgio ha rivelato che entro giugno 2025 il paese diventerà la quarta nazione partner insieme a Germania, Francia e Spagna ad aderire al programma di caccia di sesta generazione Future Combat Air System (Fcas).
L’ingresso belga nel programma Fcas ha scatenato polemiche fin da subito.
Ma i problemi non finiscono qui: le continue controversie tra i partner sulla suddivisione del carico di lavoro stanno causando ritardi e raggiungere un accordo sulla fase 2 “richiederà ancora del tempo, questo è certo”, sempre secondo il ceo di Dassault Aviation Trappier.
Senza dimenticare che in Europa c’è un altro progetto concorrente: il Global Combat Air Program (Gcap) il programma tra Regno Unito, Giappone e Italia.
LE DISPUTE TRA PARIGI E BERLINO
Dunque la Francia e la Germania devono trovare una quadra su chi debba guidare lo sviluppo del cuore del programma Fcas. Parigi ha comunicato a Berlino di volere una condivisione del lavoro di circa l’80% nel FCAS, secondo quanto riferito a Reuters a luglio da una fonte del settore della difesa.
Finora, compiti e condivisione del lavoro sono stati suddivisi in base a specifici pilastri del progetto, come lo sviluppo del velivolo stesso, del motore, del vettore remoto di accompagnamento e del cloud di combattimento aereo, la dorsale digitale che collega i sistemi.
C’è un “ottimismo condiviso” sul fatto che le tensioni tra gli attori del settore che realizzano il Fcas saranno risolte, ha affermato lunedì una fonte dell’Eliseo in vista dell’incontro di domani tra i due governi, riporta ancora Euractiv.
Non resta quindi che attendere l’incontro tra il presidente francese e il cancelliere tedesco, insieme ai rispettivi ministri della Difesa, giovedì a Tolone.
“Non esiste un piano B: l’unica strada è realizzare il Fcas con Parigi e Berlino al comando”, ha dichiarato una fonte a Euractiv, sottolineando che “occorre superare le difficoltà temporanee”.