La strada perché si arrivi a un futuro in cui l’auto a guida autonoma sarà la norma e non più l’eccezione è ricca di ostacoli che a quanto pare il pilota virtuale di bordo non sempre riesce a evitare. Ne sa qualcosa Cruise, l’ormai ex enfant prodige in cui Microsoft, Honda ma soprattutto General Motors hanno riversato miliardi, capitombolata su un sinistro che le sta costando tantissimo. Adesso, però, ad avere problemi di sicurezza è l’altra big su piazza – anzi, in carreggiata – ovvero Waymo di Alphabet (la holding di Google), che offre un servizio di trasporto persone attivo 24 ore su 24 a San Francisco e a Phoenix con circa 15.000 corse in totale autonomia già effettuate.
IL RICHIAMO DEI ROBOTAXI WAYMO
Secondo le ultime notizie, Waymo dovrà richiamare 672 dei suoi veicoli a guida autonoma dopo che uno dei suoi mezzi senza conducente è andato a sbattere contro un palo della luce a Phoenix, in Arizona, il mese scorso.
Le dinamiche del sinistro non sono chiare: dalle immagini a disposizione, effettuate dai media locali dopo l’impatto, si vede la vettura dalla parte frontale piuttosto malconcia incastrata contro un robusto palo in legno dell’alta tensione.
COSA SAPPIAMO SULL’ULTIMO INCIDENTE
Da quello che si può osservare dai video rintracciabili su YouTube, l’incidente pare avvenuto in una stradina periferica e a basso, se non bassissimo, scorrimento, in un quartiere che sembra principalmente residenziale.
Waymo ha dichiarato che la collisione in Arizona si è verificata mentre il mezzo senza conducente eseguiva una manovra a bassa velocità. E il video sembrerebbe confermarlo visto che i danni dell’auto, per quanto significativi, non sembrano conseguenza di carambole ad alta velocità.
Tuttavia proprio i danni riportati dal mezzo e la robustezza del palo investito dall’auto a guida autonoma lasciano supporre che il cervellone di bordo non abbia frenato prima della collisione. Insomma, il robotaxi non avrebbe visto un ostacolo seppur enorme come il traliccio dell’alta tensione.
LE RASSICURAZIONI DI WAYMO NON BASTANO ALLA NHTS
Waymo ha comunque rassicurato dichiarando che il richiamo comprende un aggiornamento del software volto proprio a migliorare la risposta dei veicoli al rilevamento di pali o oggetti fissi simili, oltre a un upgrade della mappatura tridimensionale delle strade della quale si servono i veicoli in servizio.
Insomma, dopo il download dei dati le auto a guida autonoma ci vedranno meglio, ma pure il regolatore della National Highway Traffic Safety Administration ha aperto un’indagine perché vuole vederci chiaro dopo aver raccolto 22 segnalazioni di potenziali violazioni delle leggi sulla sicurezza del traffico. Tra questi anche fattispecie che dimostravano “comportamenti inaspettati” dei robotaxi di Google. Sotto la lente di ingrandimento dell’ente federale preposto alla sicurezza stradale statunitense soprattutto 17 collisioni che hanno riguardato le auto a guida autonoma.
GLI ALTRI SINISTRI
La società fondata da Sebastian Thrun e guidata da Dmitri Dolgov e Tekedra Mawakana, conta una flotta di circa 700 auto a guida autonoma, distribuite tra Phoenix, San Francisco, Los Angeles e Austin. L’ex startup aveva già reso noto a inizio anno di voler sottoporre le proprie vetture a un richiamo per migliorarne le capacità a seguito di alcune collisioni.
Sinistri che comunque non avevano avuto un impatto negativo sulla valutazione della Commissione per i servizi pubblici della California (CPUC) che a fine inverno ha approvato i piani di espansione di Waymo permettendo alla realtà hi-tech di utilizzare i suoi robotaxi sulle autostrade di Los Angeles e della Bay Area.
Una decisione che ha suscitato diverse polemiche data l’eco avuta da alcuni recenti sinistri con protagoniste le auto che si guidano da sole. Alcuni avevano proprio coinvolto i veicoli della flotta di Google: un robotaxi della Waymo nei mesi scorsi ha investito un ciclista, mentre l’opinione pubblica statunitense sembra essere rimasta particolarmente colpita soprattutto un altro incidente – sebbene riguardi un veicolo della rivale Cruise, la cui operatività è ormai ridotta al lumicino – che ha visto un mezzo senza pilota prima colpire, quindi trascinare e stazionare su un pedone.
Il 2023 per molti osservatori è stato l’annus horribilis delle auto a guida autonoma e il fatto che Apple proprio di recente abbia cestinato il suo Project Titan, ovvero l’auto elettrica in sviluppo a Cupertino senza comandi e interamente robotizzata, fa supporre che l’approdo a modelli realmente sicuri sia ancora lontano, nonostante l’incredibile quantità di denaro speso finora dai colossi del comparto.