Il confronto tra gli Stati Uniti e la Cina non conosce né tregua né sosta e coinvolge inesorabilmente le innumerevoli ramificazioni degli Stati Uniti e delle multinazionali a livello globale.
Si parla della nota catena di distribuzione Walmart, che ha interrotto la vendita di prodotti dallo Xinjiang.
Secondo un’inchiesta della Reuters, il gigante della vendita al dettaglio ha ricevuto un avvertimento emesso dalla polizia cinese per presunte violazioni delle normative cinesi sulla sicurezza informatica.
Nello specifico la polizia di Shenzhen ha scoperto 19 “vulnerabilità” nell’infrastruttura di rete di Walmart. A Walmart è stato ordinato di apportare rettifiche.
Non va dimenticato infatti che le aziende che si trovano sul territorio cinese devono segnalare in modo solerte le eventuali vulnerabilità relativa loro sicurezza informatica al ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT) cinese entro due giorni dalla loro scoperta in base a un regolamento approvato l’anno scorso. Una tale strategia era stata anche applicata nei confronti di Alibaba Cloud Computing che aveva, secondo le autorità cinesi, una evidente vulnerabilità a livello di sicurezza informatica.
Qual è la motivazione di un’attenzione così capillare alla sicurezza informatica da parte dell’autorità cinesi?
Da un lato, è evidente che le autorità cinesi intendono rafforzare il controllo sulle infrastrutture critiche e su dati online; ma dall’altra intendono prevenire da parte di eventuali malintenzionati – alludiamo naturalmente agli Stati Uniti – la possibilità di attuare un controllo da remoto delle strutture informatiche contando sulle falle dei software.
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