Sul piano politico, la recente visita di Olaf Scholz in Cina non è stata proprio un successo. Il cancelliere tedesco voleva da Pechino un impegno a ridurre la grande – e sussidiata – sovrapproduzione di pannelli solari, batterie e veicoli elettrici, che inondano i mercati e abbattono i prezzi, impedendo alle aziende tedesche e occidentali di competere. Ma il presidente Xi Jinping non ha mostrato alcuna intenzione di porre freni a un settore cruciale per la trasformazione economica del suo paese, peraltro in un apparente momento di ripresa.
LA CINA RISPONDE A SCHOLZ
“Le esportazioni cinesi di veicoli elettrici, batterie al litio e prodotti solari hanno arricchito le forniture sul mercato globale e attenuato la pressione inflazionistica, oltre ad aver dato un grande contributo agli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico e la transizione verde”: è stata questa la risposta di Xi a Scholz. Il primo ministro Li Qiang ha aggiunto che la Cina non è l’unica nazione al mondo a sussidiare le proprie fabbriche e che la sovraccapacità produttiva “serve a garantire la piena concorrenza e la sopravvivenza del più forte”, anche sul mercato interno.
Nonostante le crescenti tensioni industriali, la Cina rimane il principale socio commerciale della Germania e infatti Scholz ha dichiarato che le aziende tedesche desiderano aumentare gli investimenti nel paese, ma chiedono un contesto normativo più favorevole.
LA NUOVA ARCHITETTURA DIGITALE DI VOLKSWAGEN
Tra queste aziende c’è la casa automobilistica Volkswagen, che ha annunciato il lancio di una nuova architettura digitale per i veicoli elettrici: si chiama China Electrical Architecture, è stata sviluppata assieme alla società cinese Xpeng, prevede funzionalità di guida autonoma e di aggiornamento costante e dovrebbe aiutare il gruppo di Wolfsburg a recuperare mercato rispetto ai marchi locali come BYD.
Ci sono dei problemi, però. Come spiega Bloomberg, le prime auto elettriche di Volkswagen dotate della nuova architettura non arriveranno sul mercato prima del 2026; inoltre, molte delle funzioni di connettività offerte dalla piattaforma sono già presenti in molti modelli elettrici di produzione cinese.
“IN CINA, PER LA CINA”
Quello cinese è il mercato più vasto al mondo per i veicoli elettrici ed è fondamentale per le vendite di Volkswagen, che ha però ceduto il suo primato nelle vendite a BYD. Per riconquistare i consumatori, la casa tedesca ha lanciato un piano soprannominato “In Cina, per la Cina”: significa che Volkswagen costruirà automobili in Cina e le doterà delle funzionalità tecnologiche (sistemi di assistenza al parcheggio e cruscotti digitali con grandi display, ad esempio) più gradite e ricercate dagli utenti locali.
LE TEMPISTICHE
I primi modelli Volkswagen dotati della piattaforma China Electrical Architecture saranno quattro automobili compatte e a basso prezzo, disponibili dal 2026. Nello stesso anno usciranno anche due veicoli di fascia media, sempre con la nuova architettura, realizzati però in collaborazione con Xpeng.
Volkswagen ha fatto sapere che la nuova architettura permetterà di ridurre il numero e la complessità dei sistemi elettronici di controllo del veicolo, permettendo di conseguenza un abbassamento dei costi di produzione.