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fregate marina tedesca

Tutto sulle future fregate della Marina tedesca

Lo scorso 3 giugno si è svolta la cerimonia di posa della chiglia delle prima fregata classe Niedersachsen della Marina tedesca. Quando la prima F126 entrerà in servizio sarà la più grande unità da combattimento di superficie in Europa.Tutti i dettagli

La cosiddetta posa della chiglia di una nave da guerra è ormai da molti anni diventata più un momento “simbolico” che altro. La sua costruzione comincia in realtà nelle officine del cantiere con il taglio delle lamiere e il loro successivo assemblaggio nei primi blocchi; che poi saranno posati su uno scalo di costruzione per dare vita, progressivamente, alla nave in quanto tale.

Eppure, per quanto simbolico, questo stesso passaggio rimane uno di quelli centrali; tanto da essere associato al momento in cui quella stessa nave prende davvero forma e consistenza, venendo come “battezzata”. E così è accaduto anche il 3 giugno scorso quando presso il cantiere Peene Werft (parte del NVL Group) si è per l’appunto svolta la cerimonia di posa della chiglia delle prima fregata F126 o classe Niedersachsen della Marina tedesca. Per quella che sarà una classe di nuove fregate di certo non “comuni”, per tutta una serie di caratteristiche peculiari.

Intanto è da dire che il requisito operativo nasce addirittura sulla fine degli anni ‘10 ed è stato caratterizzato da un percorso tormentato; di fatto, solo nel 2015 si arriva a quella che può essere considerata la sua forma attuale, con le nuove piattaforme previste destinate alla sostituzione delle fregate F123 classe Brandenburg. Dunque, l’obiettivo è immettere in linea della unità con più spiccate capacità ASW (Anti-Submarine Warfare); pur mantenendo aperta la strada per una discreta polivalenza.

Nel 2015 scatta così una competizione che, non senza una certa sorpresa, viene aperta anche soggetti non tedeschi; pur avendo ben chiaro il punto che, indipendentemente da quale sarà il cantiere che presenterà il progetto vincente, le fregate F126 saranno realizzate comunque in Germania.

E così è stato; nel 2020 infatti viene dichiarato vincitore il cantiere olandese Damen ma la costruzione fisica delle navi sarà per l’appunto suddivisa tra le strutture produttive Peene Werft a Volgast (già citata), German Naval Yards a Kiel e Blohm+Voss ad Amburgo. Dal punto di vista finanziario, l’impegno è notevole; al primo contratto per 4 navi pari a circa 5,7 miliardi di euro (comprensivo del costo delle navi e dei moduli di missione) si aggiunge ora il recente esercizio della opzione per altre 2 fregate al costo di altri 3,2 miliardi di euro (di nuovo, sia per le navi che per i moduli di missione). E questo mentre si registrano già i primi aumenti di costo legati sopratutto all’inflazione.

Per quanto riguarda i tempi, la prima unità già in costruzione (Niedersachsen) dovrebbe diventare operativa intorno al 2028; le altre 3 del primo lotto (Saarland, Bremen e Thüringen) seguiranno tra il 2030 e il 2032. Le tempistiche  invece delle 2 unità aggiuntive deve essere ancora definito con precisione, dato che è ancora in corso il processo di approvazione al Bundestag.

CHE NAVI SARANNO LE FREGATE F126 PER LA MARINA TEDESCA

Si accennava in precedenza alle caratteristiche peculiari di queste F126, la prima (e per certi versi, più “appariscente”) di queste è rappresentata dalle dimensioni. Ben 166 metri di lunghezza e quasi 22 di larghezza, per un dislocamento che raggiungerà (addirittura) le 10.550 tonnellate. In pratica, quando la prima F126 entrerà in servizio sarà la più grande unità da combattimento di superficie in Europa.

Un altro dato interessante è costituto dall’impianto propulsivo che sarà in configurazione Combined Diesel-eLectric And Diesel (CODLAD); in pratica, ci saranno 4 generatori diesel che alimenteranno  2 motori elettrici di propulsione per le andature di crociera (e per le operazioni di caccia ai sottomarini); mentre per gli spunti di velocità si aggiungeranno 2 motori diesel. Particolare interessante, la presenza di moduli composti da batterie al litio che aumenteranno la flessibilità dell’impianto stesso. La velocità massima viene indicata in oltre 26 nodi e quella di crociera di 11 circa; con una autonomia operativa indicata in 3 settimane.

Questo tema ci porta poi a un’altra questione importante; l’automazione complessiva della piattaforma, che consentirà di limitare a 114 il numero degli uomini di equipaggio normalmente a bordo; fermo restando che sono disponibili altri 84 posti-letto per l’imbarco di personale aggiuntivo  per soddisfare ulteriori esigenze operative. Tra l’altro, anche le F126 adotteranno lo schema del doppio equipaggio già introdotto sulle attuali fregate F125; di fatto, uno sostituisce l’altro e viceversa in maniera continuativa, aumentando la disponibilità operativa delle navi.

IL SISTEMA DI COMBATTIMENTO, SENSORI E ARMI

I 2 sensori principali saranno il radar di sorveglianza/scoperta multifunzione TRS-4D NR e il radar di controllo del fuoco APAR Block 2; accanto a questi saranno poi presenti sistemi elettro-ottici di vario tipo. Tra i vari sistemi poi imbarcati, troviamo anche una suite di guerra elettronica e di contromisure passive per il contrasto di varie minacce. Il tutto gestito, insieme alle armi di bordo, dal CMS (Combat Management System) TACTICOS.

Se dunque il quadro dei sensori ci porta a una condizione che potemmo definire “allo stato dell’arte” (sia pure con qualche nota di dubbio, come vedremo a breve), quello degli armamenti invece fornisce invece diversi spunti di critica. Per ciò che riguarda i cannoni  imbarcati ritroviamo il pezzo da 127/64 di Leonardo (già presente sulle F125) e 2 impianti a controllo remoto (RCWS) con pezzi da 27 mm per la difesa ravvicinata; altri 2 RCWS sono dotati di mitragliatrici da 12,7 mm, sempre con la stessa funzione. Da notare che le F126 saranno dotate anche di sistemi d’arma non letali.

Per la difesa di punto saranno installati 2 impianti a 21 celle RAM (Rolling Airframe Missile) mentre per la più ampia funzione di difesa aerea/antimissile a lunga distanza ci saranno 2 moduli a 8 celle ciascuno Mk. 41 VLS (Vertical Launching System); ciascuno di essi potrà ospitare 4 missili ESSM (Evolved SeaSparrow Missile), per un totale dunque di 64 missili. All’apparenza dunque, una dotazione importante; sennonché, viste le dimensioni (notevoli) della piattaforma e le moderne esigenze operative, quei soli 16 VLS appaiono comunque davvero pochi.

Detto della presenza dei missili antinave (8) del tipo NSM (Naval Strike Missile) a conferma della polivalenza della piattaforma, un altro punto opaco è l’assenza di tubi lanciasiluri; “strano” per una unità ASW. Dunque, le uniche armi di contrasto nei confronti dei sottomarini saranno i siluri imbarcati sui 2 elicotteri NH-90 Sea Tiger che, insieme al “drone” Skeldar, costituiranno il reparto di volo imbarcato. Da notare anche la presenza di 2/3 Rigid Inflatable Boat (RIB) di 10 metri.

LA QUESTIONE MODULI (DI MISSIONE)

I più attenti avranno notato l’assenza di sensori per la scoperta subacquea; assenza (molto) anomala per una piattaforma ASW. Ma c’è una spiegazione; le F126 avranno a disposizione dei cosiddetti “flex deck”, cioè spazi dedicati ad accogliere dei moduli di missione specifici. A oggi ne sono in fase di acquisto 2 tipi diversi; il primo è per l’appunto dedicato all’ASW e dispone di un sonar rimorchiato. Una scelta non proprio ottimale, perché se non imbarcato, le F126 diventano incapaci di svolgere la propria missione principale.

L’altro modulo è definito “detention module”, da utilizzare per missioni antipirateria/polizia marittima. Non è peraltro da escludere che in futuro ne possano essere sviluppati altri, per esempio, nel campo della lotta alle mine.

In conclusione, se da una parte a Marina tedesca con queste nuove fregate sicuramente compirà un passo in avanti notevole, dall’altra non si può fare a meno di tornare a ricordare che (come abbiamo visto) comunque non sono certo pochi gli elementi contraddittori che le contraddistingueranno; sia livello concettuale, sia di soluzioni tecniche adottate.

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