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Yutong

Tutto su Yutong, la società cinese che produce i bus elettrici finiti nel ciclone

Anche se il nome non dirà nulla ai più, i numeri certificano che Yutong è il più grande costruttore al mondo di autobus e tra i principali costruttori di camion elettrici in Cina. Dopo i due incidenti 'gemelli' Venezia ha deciso di sospendere la flotta EV

 

L’ultima volta che si era parlato diffusamente di Yutong, colosso cinese dei bus elettrici, qui in Italia era stato in occasione del bando per il rinnovo della flotta torinese.

TORINO DISSE “NO”

Un bando che aveva fatto rumore. L’azienda cinese Yutong si era aggiudicata la gara indetta dall’operatore del trasporto pubblico locale Gtt a inizio 2020 relativo a 100 bus elettrici. Ma il contratto da 53,6 milioni di euro successivamente era stato “annullato dopo la verifica”, come aveva precisato Gtt guardando al secondo offerente, sempre cinese, Byd. Nello stesso anno Yutong aveva ricevuto un maxi ordine per 102 autobus elettrici in Norvegia.

In realtà, non è stata proprio Yutong, ma la società intermediaria Ares Automotive, a presentare un’offerta al bando di gara di Torino. Tra gli elementi che avevano destato perplessità alla commissione, il fatto che Ares avesse proposto di montare i veicoli durante il percorso in nave dalla Cina all’Italia. Una scelta mirata al taglio dei costi che però non era piaciuta al committente piemontese, tanto che aveva annullato l’ordine dei veicoli elettrici.

A fare chiarezza sulla questione l’operatore del trasporto pubblico torinese tramite post su Facebook: “Riguardo alla gara per i 100 bus elettrici Gtt ha seguito la legge che prevede la verifica dei requisiti dopo l’aggiudicazione provvisoria” si legge nella nota. “Ed escluso un concorrente che è risultato non avere requisiti necessari”, aveva precisato Gtt Torino ribadendo: “La gara non è stata né cancellata, né annullata. Si è semplicemente “cacciato” un concorrente che non ha dichiarato quanto dovuto, segnalando il fatto anche alla magistratura.”

IL DOPPIO INCIDENTE VENEZIANO

Due indizi non fanno una prova – e anzi, le evidenze finora sembrerebbero escludere un ruolo del bus in quanto accaduto -, ma intanto la giunta del sindaco Luigi Brugnaro a Venezia ha deciso in via prudenziale di sospendere la circolazione dei pullman cinesi a disposizione della società La Linea dopo il nuovo incidente che ha visto protagonista un mezzo elettrico che si è improvvisamente schiantato contro il pilastro di un palazzo, causando 15 feriti.

Il sinistro in quest’ultimo caso sembra essere stato provocato da un malore dell’autista che ha lasciato agli atti di aver «visto tutto bianco» prima di perdere il controllo del mezzo, mentre i primi risultati dell’autopsia sul conducente morto nell’incidente sul cavalcavia della Vempa sembrano escludere il malore improvviso.

IL BUS CADUTO DAL CAVALCAVIA

Acquistato dalla società La Linea Spa del Gruppo Ferrovie Nord Milano, l’autobus precipitato dal cavalcavia a Mestre era uno Yutong E-12, classico modello cittadino a tre porte dalla lunghezza di 12,17 metri e dall’altezza di 3,30 metri.

A bordo montava batterie LFP da 422,87 kWh raffreddate a liquido nella parte posteriore e sul tetto. La ricarica delle batterie è possibile a 250 A con lo standard cinese, 200 A con lo standard europeo. Secondo Yutong sono batterie omologate per il rispetto degli standard di sicurezza europei EU ECE R100 e non potrebbe essere altrimenti visto che l’omologazione è prodromica alla distribuzione dei mezzi in Europa.

LA FLOTTA DI YUTONG BUS

Guidata da Tang Yuxiang, la Yutong Bus è stata fondata nel 1963 anche se l’attuale nome è collegato al rebranding del 1993 e produce bus per il trasporto pubblico cittadino, pullman per le lunghe percorrenze, navette da usare in aeroporto, veicoli speciali e brandizzati.

Il suo stabilimento principale si trova nel Parco Industriale Yutong, nel distretto di Guancheng Hui, a Zhengzhou, e copre un’area di 1,12 milioni di metri quadrati. L’impianto di produzione “New Energy” di Yutong Bus, entrato in funzione nel 2012, copre un’area di oltre 1,33 milioni di metri quadrati e ha una capacità produttiva annuale di 30.000 autobus e pullman.

Per ciò che riguarda gli e-bus l’azienda ha a listino 11 veicoli a zero emissioni per il trasporto pubblico e 5 differenti autobus “di linea”. Il quartier generale del Gruppo ha sede a Zhengzhou, nell’Henan. Yutong opera anche nel settore dei macchinari per l’edilizia, nel settore immobiliare e in altri investimenti.

QUANTI MEZZI YOUTONG CIRCOLANO IN ITALIA

Quel che è certo è che i bus elettrici di Yutong sono sempre più frequenti sulle strade europee. Christos Staikouras, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti greco, ha firmato il 3 ottobre scorso un contratto con Yutong per 250 e-bus, che entreranno in funzione ad Atene e Salonicco entro la fine di aprile del prossimo anno. Nel 2020 si è portata a casa una importante commissione danese anticipata da un’altra in Scozia, ma il fulcro dei suoi affari si snoda tra l’Arabia e il Kuwait.

La rete di vendita e assistenza dell’azienda copre sei regioni in tutto il mondo: Europa, America Latina, Africa, Asia-Pacifico e Medio Oriente. Gli autobus e i pullman Yutong sono stati consegnati in Paesi e regioni come Francia, Regno Unito, Kazakistan, Venezuela, Cile, Etiopia, Cuba, Sudafrica, Nigeria, Singapore, Filippine, Australia, Arabia Saudita e Bulgaria.

E in Italia quanti Yutong circolano? Dalle nostre ricerche, una decina è in servizio nella flotta bergamasca mentre sono almeno tre mezzi in quella di Udine. Alcuni circolano a Padova. In totale però i mezzi di marca cinese nel Paese (che, lo ricordiamo, al momento non sono collegati ad alcuna concreta ipotesi di mal funzionamento) sarebbero circa una settantina.

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