Lo smottamento della filiera sorta attorno a Stellantis, con la crisi ormai acclarata del quarto produttore globale dell’automotive, sembra appena iniziato. Dopo le lettere di licenziamento inoltrate a 400 lavoratori della Trasnova, azienda di logistica dell’indotto dei marchi italiani nel portafogli del gruppo italo-franco-statunitense a causa del protrarsi dell’assenza di commesse, un altro fornitore deve rivedere di conseguenza le proprie linee produttive: è Yazaki, multinazionale giapponese che produce cablaggi per automotive e che aveva già fatto parlare di sé nel 2021 quando licenziò alcuni dipendenti attraverso videochiamate via Teams.
IL TESSUTO INDUSTRIALE ATTORNO A TORINO SI SFILACCIA
Il gruppo nipponico aveva uno stabilimento a Grugliasco, comune di nemmeno 40mila anime della cintura industriale sorta attorno a Torino quando il capoluogo piemontese era ancora la capitale dell’auto italiana. Nel corso del ‘900 a Grugliasco aprirono i battenti gli impianti di Pininfarina, Bertone, Vignale, Westinghouse, Itca, Cimat. Tanto per dirne alcuni.
ADDIO AL POLO VOLUTO DA MARCHIONNE, CHIUSO DA TAVARES
Oggi molte di quelle insegne sono sbiadite e tante serrande sono mestamente abbassate e arrugginite. Nel 2012 l’allora amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, volle andare controtendenza e proprio a Grugliasco aprì un hub costato oltre 1 miliardo di euro e salutato senza distinzioni tanto dagli industriali quanto dalla politica fino ai sindacati come emblema della rinascita dell’auto italiana fatta in Italia (già allora il tema della delocalizzazione, specie nell’Europa dell’Est, era pressante) con la produzione della Maserati Quattroporte e della “piccola” Ghibli.
Com’è finita per lo stabilimento Maserati di Grugliasco è tristemente noto: Carlos Tavares lo ha chiuso lo scorso anno, pubblicando un annuncio su Immobiliare.it. Il Tridente inoltre è tra i marchi di Stellantis in maggiore affanno, motivo per cui Yazaki ha deciso che non è più utile restare a Grucliasco, disponendo il licenziamento di 52 addetti sui 75 totali. Yazaki è attiva in Italia dal 2011: oltre alla sede di Grugliasco, strategicamente piazzata per la vicinanza con l’hub di Maserati, anche quella di Pastorano, nel Caserano. Proprio in Campania sarà trasferito ciò che resta del magazzino piemontese.
COSA FA YAKAZI IN ITALIA E COME STANNO I SUOI CONTI
La divisione italiana, partecipata da Yazaki Emea e dalla Yazaki Europe Limited e guidata dal manager nipponico Sugimoto Manabu, ha chiuso il bilancio il 31 marzo del 2024 con un utile lordo di 11 milioni e 484 mila euro, in diminuzione di poco più di sei milioni rispetto ai 17milioni e 554 mila euro del 2023, ma con un utile operativo sotto di 4milioni e 531mila euro rispetto agli 11milioni e 555mila del 31 marzo ’23 (differenza tra i due esercizi di poco superiore ai 16milioni) per un rosso ante imposte di 5 milioni e 400mila euro, contro i circa 11 milioni di utile dell’anno fiscale precedente e una conseguente differenza di 16 milioni e 310mila euro tra i due esercizi.
La perdita netta dell’ultimo esercizio è stata di circa 1 milione e mezzo di euro (1.497.723) contro l’utile di quasi 5,9 milioni (5.868.352) dell’esercizio antecedente, per uno scarto anno su anno di oltre 7milioni e 366mila euro.
TRIDENTE SPUNTATO
Una situazione facilmente imputabile alla situazione in cui versa Maserati che secondo i dati Unrae ha piazzato appena 111 modelli il mese scorso per un totale dall’inizio dell’anno che arriva appena a 2.122 veicoli contro i 3.646 degli 11 mesi del 2023: un crollo che sfiora il 42 per cento. La quota di mercato del Tridente è ormai infinitesimale: lo 0,15 per cento. L’impressione, come si diceva, è che lo smottamento attorno a Stellantis sia solo agli inizi. I sindacati parlano già di oltre 70 mila posti a rischio legati a vario titolo alla filiera germinata attorno ai marchi nel portafogli del gruppo italo-franco-statunitense.