Il 2023 per la Marina Militare italiana è stato “un anno sfidante”.
Esordisce così il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Enrico Credendino, nell’introduzione del rapporto 2023 della forza armata, caratterizzato da numerosi impegni in mare, tra tutti quelli in Ucraina e Medio Oriente.
Nell’anno appena trascorso si è registrato un leggero aumento del personale, seppur ancora insufficiente rispetto all’esigenza minima, e una “forte criticità” per quanto riguarda gli organici civili.
Tutti i dettagli.
LA PRESENZA DELLA MARINA MILITARE NEL 2023
Dal Baltico al Mar Rosso, dal Mediterraneo al golfo di Guinea e l’Oceano Indiano, la Marina è presente ininterrottamente a tutela degli interessi nazionali sul mare.
L’impegno medio quotidiano della Marina Militare è stato di 30 navi, 2 sommergibili, 12 sezioni aeree e 10 squadre di abbordaggio, per un totale di circa 4.000 marinai.”Questo impegno – spiega Credendino – ha raggiunto il suo picco il 27 aprile 2023, quando sono state schierate ben 42 navi, 4 sommergibili e 18 sezioni aeree, per un totale di 7.324 marinai”. Una presenza importante nelle acque di tutto il mondo, con un focus particolare nel Mediterraneo allargato dove l’Italia è presente con oltre 20 missioni, tra cui le delicate Atalanta e Mediterraneo Sicuro.
LA PRONTEZZA
“Anche nel 2023 – spiega l’ammiraglio Credendino – il nostro strumento operativo ha dimostrato grande valenza in termini di prontezza, versatilità e flessibilità di impiego. Si pensi, ad esempio, all’invio di Nave Vulcano in Mediterraneo Orientale per scopi umanitari ad inizio novembre, avvenuto in sole 48 ore dalla decisione politica, o al tempestivo invio di Nave Fasan in Mar Rosso per proteggere i mercantili nazionali dalla minaccia Houthi, avvenuto in meno di una settimana dalla decisione del vertice del Dicastero Difesa”.
NECESSITÀ ULTERIORE PERSONALE
Per quanto riguarda il personale, il rapporto ricorda che, in attuazione della citata legge, con il D. Lgs. 185/2023, è stato definito, per tutte le Forze Armate, un incremento organico di 10.000 militari, in servizio permanente, tra volontari e personale ad alta specializzazione.
In particolare, per la Marina si è trattato di 3.250 unità aggiuntive, per un organico complessivo che passa dalle 26.800 unità a 30.050. “Questo intervento certamente migliora la sofferenza organica della Forza Armata, ma non è risolutivo a fronte dell’esigenza minima utile a fronteggiare gli impegni, calcolata in almeno 35.000 unità” si legge nel documento della Marina militare. Il modello di riferimento ritenuto adeguato a seguito di studi approfonditi basati sull’esperienza inducono a perseguire il raggiungimento di 39.000. “Relativamente al personale civile, permane la forte criticità degli organici e dell’età media molto avanzata”, prosegue il rapporto ricordando che “La soglia minima dovrebbe attestarsi intorno alle 9000 unità.”
L’INAUGURAZIONE DEL POLO NAZIONALE DELLA DIMENSIONE SUBACQUEA
Dopodiché, il capo di Stato maggiore sottolinea che il 2023 rappresenta “un anno importantissimo anche per la dimensione subacquea: il 12 dicembre, a La Spezia, il Ministro della Difesa ha inaugurato il Polo Nazionale della dimensione Subacquea, una risposta concreta che il Paese ha dato a uno scenario estremamente sfidante, per mantenere l’iniziativa, essere rilevante sul piano internazionale e generare buone pratiche attraverso la cooperazione tra strutture pubbliche e private operanti nei molteplici ambiti e aree specialistiche del settore”.
FOCUS SULL’UNDERWATER
Proprio l’attenzione sull’underwater è mantenuta con determinazione anche attraverso l’impegno nell’operazione Fondali Sicuri per la protezione delle infrastrutture critiche subacquee nazionali, attraverso un innovativo modello di cooperazione messo a punto dalla Marina che vede la sua sintesi nel “Critical Undersea Infrastructure Surveillance Centre” costituito presso la Centrale Operativa Multi-Dominio a Santa Rosa, spiega l’ammiraglio Credendino.
PER IL FUTURO
Inoltre, la Marina sta guardando al futuro delle Unità navali e sottomarini per affrontare anche le nuove sfide tecnologiche che l’aspettano. Si lavora a innovative unità navali e sottomarini sulla base del multy capability carrier, una sorta di hub strategico facilmente dislocabile dove e quando serve. Andranno avanti poi i lavori per la realizzazione e la ristrutturazione delle infrastrutture a disposizione del personale e delle basi navali.
LE PAROLE DEL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA MILITARE
“Tutto questo – ha concluso l’ammiraglio Credendino – ha comportato un elevatissimo livello di impegno, su tutti i fronti, con tempi di ricondizionamento di personale e mezzi ben inferiori a quelli che dovremmo assicurare. D’altro canto, ridurre la presenza aprirebbe opportunità per l’iniziativa di Paesi che stanno investendo molto in marittimità, a scapito dei nostri interessi come sistema Paese: fallire nel mantenere il vantaggio strategico marittimo renderebbe la nazione più vulnerabile”.