Tesla, la più grande azienda produttrice di veicoli elettrici al mondo, verrà messa sotto indagine dalle autorità europee nell’ambito dell’inchiesta anti-sussidi sulle auto elettriche provenienti dalla Cina. Inchiesta che potrebbe portare, qualora emergessero le prove di violazioni delle normative sugli aiuti di stato, all’imposizione di dazi.
COSA HA DETTO DOMBROVSKIS
Lo ha scritto il Financial Times, riportando le parole di Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, che ha detto che esistono “prove prima facie sufficienti” per giustificare l’indagine sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. “Tecnicamente”, ha specificato, “non si tratta soltanto di veicoli elettrici di marchi cinesi ma anche di veicoli di altri produttori, se ricevono sussidi alla produzione”.
COSA FA TESLA (E NON SOLO) IN CINA
Tesla, per esempio, esporta in Europa le automobili elettriche che produce allo stabilimento di Shanghai. Circa un quinto di tutti i veicoli elettrici venduti in Europa sono realizzati in Cina: in molti casi si tratta di brand europei di proprietà cinese (come MG, britannico ma controllato da SAIC) o di joint venture tra società europee e cinesi (come Dacia Spring e BMW iX3). Nella prima metà del 2023, i veicoli made in China hanno rappresentato l’11,2 per cento dei veicoli elettrici venduti in Germania.
Anche Geely, gruppo cinese proprietario della casa svedese Volvo, dovrebbe dunque rientrare nell’indagine.
IL VIAGGIO IN CINA DI DOMBROVSKIS
Secondo Dombrovskis, rientrato da poco da una visita di cinque giorni in Cina, l’Unione europea “è probabilmente il più grande mercato aperto ai produttori cinesi”. La visita è servita a discutere con i cinesi di abbassamento delle barriere alle aziende europee (l’anno scorso Bruxelles ha riportato un deficit commerciale record, di quasi 400 miliardi di euro), ad annunciare un “meccanismo” di discussione sui controlli alle esportazioni e un accordo attraverso il quale Pechino si impegna ad acquistare più prodotti agricoli europei.
La Cina, tuttavia, ha anche criticato l’indagine anti-sussidi della Commissione europea.