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Maserati

Stellantis spunta ancora il Tridente di Maserati?

Dopo l'uscita di produzione della Levante che ha di fatto bloccato le attività a Mirafiori e la chiusura improvvisa dell'hub di Grugliasco (comunicata nel peggiore dei modi, attraverso un annuncio apparso su Immobiliare.it), Stellantis si appresta ad abbassare le serrande del Maserati Innovation Lab di Modena 

Nei piani di Stellantis il marchio di lusso fondato all’inizio del Novecento da Alfieri Maserati sembra sempre più marginale.

CHIUDE L’INNOVATION LAB EMILIANO?

Va probabilmente verso l’abbassamento definitivo delle serrande il Maserati Innovation Lab di Modena, inaugurato appena cinque anni fa con l’intenzione di dare nuovo lustro alla Motor Valley emiliana in un periodo – quello della transizione ecologica – che sta mettendo in difficoltà le Case automobilistiche storiche, superate dagli agguerriti marchi cinesi.

Scrive La Gazzetta di Modena: “È uno stillicidio di notizie negative quello che riguarda la Maserati di Modena. Nei prossimi giorni infatti inizierà il trasferimento delle 400 maestranze impiegate finora in via Emilia Ovest negli uffici della torre che domina lo stabilimento di via Ciro Menotti. Entro l’anno il grande edificio ex Orlandi rimarrà così un guscio vuoto.”

COSA SI PRODUCE A MODENA

Attualmente a Modena viene sfornata essenzialmente la supersportiva MC20 nelle sue varianti Cielo (spider) e GT2 per le corse. A queste si aggiunge la Maserati Folgore. Le altre vetture del Tridente, GranCabrio e Grecale, sono state assegnate a Mirafiori e Cassino.

IL GIOIELLINO DEL MADE IN ITALY HA LE ORE CONTATE

L’Innovation Lab era stato pensato e voluto dall’ex amministratore delegato dell’allora gruppo Fca Sergio Marchionne per progettare soluzioni innovative e nuovi modelli, tra cui la MC20 e la linea di motori elettrici Folgore adottati da tutti i modelli Maserati, con reparti al lavoro anche sulle Alfa Romeo di ultima generazione, dalla Stelvio alla Giulia fino alla Tonale.

Si legge ancora sul sito ufficiale di Maserati: “In questa struttura di eccellenza si progettano tutte le Maserati di oggi e di domani. Qui i processi digitali supportano lo sviluppo del prodotto applicando l’esclusiva ricetta Maserati che, attraverso un approccio integrato, pone l’uomo al centro sin dalle prime fasi: l’attenzione per il cliente è inserita nel mondo della simulazione virtuale con un mix esclusivo tra hardware e software.”

E, ancora: “Il polo di Sviluppo Prodotto (o Direzione Tecnica) si avvale del lavoro di più di 1.500 tecnici (suddivisi nelle sedi di Modena in Via Emilia Ovest, in Viale Ciro Menotti, Via delle Nazioni, nella sede di Grugliasco e di Balocco). In particolare nella sede di Via Emilia Ovest, che si estende per una superficie totale di 33.744 mq (dei quali 14.000 mq coperti e 19.744 mq scoperti), svolgono le loro attività più di 1.100 persone, in grandissima maggioranza ingegneri, provenienti da 17 paesi diversi. L’ambiente, molto giovane e dinamico, vede un’età media di circa 37 anni: quasi la metà dei dipendenti sono under 35 e il 20% addirittura under 30. L’organizzazione è cresciuta notevolmente negli ultimi anni attraendo i migliori talenti provenienti dalle principali università italiane, con le quali Maserati collabora attivamente.”

COSA DICONO I SINDACATI

Durissima la Cgil: “Li chiamano efficientamenti, razionalizzazione degli spazi, ma Stellantis persegue anche a Modena la politica di riduzione dei costi riconsegnando alla città uno spazio vuoto, appena ristrutturato, la ex Officina Orlandi di via Emilia Ovest che Marchionne aveva fortemente voluto per ampliare l’offerta di progettazione e ricerca sul territorio italiano e in particolare nella terra dei motori.”

E, ancora: “Perdiamo attività quali i simulatori statico-dinamico (trasferiti al Balocco), i banchi studio rifrazione solare sui cristalli (destinati a Pomigliano), alcuni banchi definiti HMI (interfaccia uomo macchina) nei quali si svolgevano attività di ricerca e in cui era collocato il progetto guida autonoma. Tutti i restanti banchi, in particolare dedicati al software e alla configurazione elettronica, rimangono su Modena insieme allo sviluppo dell’auto elettrica Folgore”.

Quindi dalla Cgil concludono: “Il giudizio che diamo unitariamente come sindacato è che attraverso queste politiche aziendali, non guidate da una riorganizzazione equa dell’intero settore automotive, ci troveremo sempre più in una logica di perdita di appeal strategico per il nostro intero Paese, laddove è del tutto evidente che l’attuale indirizzo sia quello di sfavorire e ridimensionare le produzioni italiane”.

“Se – l’affondo di Cgil – nemmeno su un prodotto di altissima gamma non si vedono investimenti adeguati e nuovi lanci di vetture (necessari per stare in questo mercato), la brutta piega che sta prendendo la discussione tra Stellantis e le Istituzioni di governo non può che generare grande preoccupazione sul futuro non solo di Maserati Auto, ma di tutti gli stabilimenti italiani.”

IL MOTORE DI MASERATI SINGHIOZZA

A spulciare i dati di vendita del 2023, il solo modello che va piuttosto bene è il Grecale che ha rappresentato il 53% del volume globale del marchio.

“In realtà – annotava qualche settimana fa la testata specializzata motor1.com – sommando i risultati preliminari di gennaio, febbraio e marzo 2024, la Grecale ha registrato un calo dell’11% rispetto al primo trimestre 2023. Se si aggiungono i massicci cali registrati dalla Levante (-71%) e dalla Ghibli (-69% ), allora la situazione è difficile per Maserati. Il risultato è che le vendite globali stimate del marchio durante i primi tre mesi di quest’anno sono diminuite del 29% a circa 4.500 unità.”

La causa principale, comparando i dati del 2023 e del 2022, riguarda il fatto che i modelli più venduti non hanno avuto eredi: “la Ghibli, la Quattroporte e, soprattutto, la Levante hanno rappresentato il 53% delle vendite globali nel 2022.”

PER MASERATI IL SOLE TRAMONTA A LEVANTE

Questa è solo l’ultima brutta notizia per il marchio del Tridente, che ha appena subito la chiusura di un altro stabilimento in cui si faceva ricerca e sviluppo, a Grugliasco, anche noto come complesso produttivo ex Bertone, acquisito nel 2009 da Fca per avviare la produzione dei modelli Maserati in prossimità di Torino, impiegando 1400 lavoratori.

La notizia della sua dismissione è arrivata in modo goffo, con una eco mediatica persino maggiore rispetto al basso profilo che voleva mantenere Stellantis, dato che al posto del comunicato stampa di rito è stato pubblicato un annuncio lo scorso autunno sul sito immobiliare.it. “Lo stabilimento – si leggeva nell’avviso di vendita – si presenta in buone condizioni manutentive a seguito di recenti e rilevanti interventi di ristrutturazione, ed attualmente ospita parte della linea di produzione della Carrozzeria Maserati, la cui dismissione verrà conclusa entro la fine del 2023”.

Lo spauracchio dei lavoratori del Maserati Innovation Lab di Modena è proprio quello di fare la fine di Grugliasco. Sempre in Piemonte, poi, l’uscita dalla produzione della Maserati Levante ha di fatto interrotto la produzione di Mirafiori, con la cassa integrazione attivata per buona parte dei primi sei mesi del 2024.

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