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Ned Curic

Ecco cosa architetta Stellantis in Italia

Stellantis: cassa integrazione per Melfi e ipotesi della riduzione della produzione, mentre cerca 700 nuovi dipendenti (500 solo in Francia)

 

Strada a doppia corsia per Stellantis.

Mentre in Italia il quarto gruppo auto prolunga la cassa integrazione, con i dipendenti di Melfi che incrociano le braccia oramai da inizio anno, in Francia e America è pronta a nuove assunzioni, circa 700. Tutti i dettagli.

NUOVE ASSUNZIONI IN FRANCIA

Stellantis, negli ultimi 30 giorni, ha pubblicato 700 offerte di lavoro su Linkedin e sui portali dedicati. Il gruppo, nato dalla fusione tra Psa e Fca cerca 500 nuovi dipendenti per lo stabilimento di Poissy, uno stabilimento a marchio Psa, scrive MF-Milano Finanza.

In particolare, la ricerca qui si concentra su figure specializzate in sistemi di cybersicurezza per i veicoli connessi.

LE ASSUNZIONI IN AMERICA

80 persone, soprattutto manager ed ingegneri, invece, dovrebbero essere assunte nello stabilimento di Auburn Hills, quartier generale di Fca negli Usa, dove vengono prodotto auto Chrysler.

Assunzioni anche per Germania e per lo stabilimento Fca in India. E anche a Modena si ricerca personale, quattro nuovi dipendenti.

STELLANTIS A DOPPIA CORSIA

Se è vero che 700 assunzioni, per un gruppo che conta 400 mila dipendenti, possono sembrare poca cosa, è anche vero che quanto accade in Francia ed Usa sembra andare nel verso opposto di quanto invece accade in Italia, e a Melfi in particolare.

LA CASSA INTEGRAZIONE DI MELFI

A metà marzo, Stellantis ha annunciato la proroga della “cassa integrazione fino al 2 maggio” per i dipendenti dello stabilimento di Melfi: qui 1000 dipendenti sono fermi da gennaio.

“Da inizio gennaio, tutti i giorni oltre mille lavoratori sono in cassa integrazione. Inoltre, ci sono state delle fermate per settimane intere per Compass e ibride e alcune collettive che hanno coinvolto tutti i 7.200 lavoratori dello stabilimento Stellantis di Melfi. Abbiamo chiesto incontri locali e un incontro a livello nazionale per chiarire il futuro dello stabilimento, ma ad oggi o non ci sono stati o sono risultati infruttuosi. Invece oggi l’azienda ha prorogato ulteriormente la cassa integrazione”, avevano denunciato i sindacati.

I TIMORI DEI SINDACATI

Già da marzo, le sigle sindacali temevano che la cassa non dipenda solo dalle “ricadute della pandemia sul mercato dell’auto e sulla fornitura di componenti (semiconduttori)”, ma da possibili problemi più gravi che sembrano essere un “preludio a interventi di tipo strutturale, nell’organizzazione dello stabilimento e nel sistema di forniture dell’indotto”.

MELFI: SI PASSA DA DUE AD UNA LINEA DI PRODUZIONE

Timori che sembrano essere confermati dalle indiscrezioni. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, Stellantis ha avviato uno studio interno che prevederebbe la riduzione da due a una sola linea di produzione nel polo di Melfi.

Lo stabilimento sembra risentire della crisi della domanda e della difficile reperibilità dei semiconduttori.

IL COMMENTO DEI SINDACATI

L’introduzione di una sola linea di produzione “ci preoccupa perché determinerebbe un ridimensionamento strutturale della capacità produttiva dello stabilimento con il rischio di un impatto sull’occupazione. Non si può assumere in modo definitivo la riduzione dei volumi rispetto a quelli ipotizzati per i tre modelli, a dicembre infatti avevamo concluso un accordo per il terzo turno, in particolare per la salita produttiva delle motorizzazioni ibride della gamma, che ci avrebbe permesso di recuperare i 1.500 prima impiegati sulla linea della Punto”, sottolinea Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl.

IL MIRAGGIO DELLA PIENA OCCUPAZIONE

“La piena occupazione sembra un miraggio che non si realizzerà mai e anche i 250 lavoratori interinali assunti nei mesi scorsi sono stati lasciati a casa. Serve un confronto a più livelli, non solo sindacale ma anche politico con Stellantis, prima che le decisioni sulle allocazioni produttive e le sinergie per i risparmi vengano definitivamente prese”, commenta, invece, Edi Lazzi, segretario della Fiom Cgil di Torino.

PRODUZIONE SCENDE ANCHE A MIRAFIORI

Anche a Mirafiori, d’altronde, i numeri non sono al top. La produzione delle 500 elettriche , infatti, è scesa secondo quanto riporta il Corriere della Sera, su dati Fim-Cisl, a 210 vetture al giorno (dalle 300). La causa, spiega il Quotidiano, è “una domanda che langue e dalla mancanza delle batterie che Stellantis importa dalla Corea del Sud”.

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