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Stellantis

Cosa farà Stellantis con i fornitori di autoparti negli Usa

Stellantis ha ritirato le condizioni per gli operatori della filiera statunitense che avevano innescato dure proteste da parte dei fornitori. Tutti i dettagli.

 

Il produttore automobilistico Stellantis ha ritirato le condizioni di contratto per i vari soggetti della sua filiera negli Stati Uniti. Il documento era stato approvato a inizio anno e prevedeva – questo il punto più controverso, tra gli altri – la possibilità di obbligo per i fornitori di trasferire a Stellantis il risparmio sul prezzo dei componenti sotto forma di riduzione del costo del materiale.

LE PROTESTE DEI FORNITORI

La misura era stata molto criticata dai fornitori, visto anche il contesto di inflazione alta che fa crescere i prezzi. Ad alimentare il dissenso è stata la pubblicazione dei risultati trimestrali di Stellantis, che indicano una crescita dei ricavi del 12 per cento (a 43,7 miliardi di dollari) grazie alle vendita di automobili ad alto prezzo negli Stati Uniti.

IL PASSO INDIETRO DI STELLANTIS

Alla fine, Stellantis ha deciso di cedere alle richieste dei fornitori nordamericani e, in una lettera, ha annunciato il ripristino delle condizioni generali di contratto precedenti, con effetto retroattivo dal 1 gennaio 2022. Non è chiaro – fa notare MF-Milano Finanza – se e quanto peserà la decisione sui target di Stellantis per l’anno in corso, e in particolare sull’obiettivo di raggiungere un margine operativo a doppia cifra.

I PROBLEMI DELLA FILIERA AUTOMOBILISTICA

Le tensioni tra Stellantis e i fornitori sono lo specchio dei problemi alla catena di produzione automobilistica, che risente degli intoppi alla logistica, delle difficoltà di approvvigionamento di alcuni componenti (innanzitutto i semiconduttori) e dell’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Di recente la casa automobilistica giapponese Toyota ha stimato un raddoppio delle spese di approvvigionamento a 11 miliardi di dollari, che causeranno una riduzione del 20 per cento dei profitti.

LA SITUAZIONE IN ITALIA CON GLI INCENTIVI

Il direttore di Quattroruote Gianluca Pellegrini ha spiegato che il settore automobilistico mondiale “non riesce più a produrre tutte le macchine” che chiede il mercato. “Ci sono dei gruppi maggiormente in difficoltà, perché fondamentalmente mancano le materie prime”, ha detto, anche per via della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia. “A questo si somma il problema dei semiconduttori che continua ad andare avanti e che è iniziato l’anno scorso, e quindi, purtroppo, non ci sono le macchine da vendere”.

Secondo Pellegrini, in Italia esiste il rischio che gli incentivi all’acquisto di veicoli previsti dal governo Draghi aggravino la situazione di intoppo della produzione automobilistica: stimolando la richiesta di veicoli nuovi, cioè, potrebbero portare a un allungamento ulteriore dei tempi di consegna e non riuscire a stimolare davvero la ripresa del settore.

I COSTI DI STELLANTIS

Stellantis ha detto di stimare l’ammontare dei costi in oltre 4 miliardi, più di quanto dichiarato in precedenza. Il direttore finanziario, Richard Palmer, ha parlato di un impatto superiore al 50 per cento. L’azienda conta però di compensare la crescita dei costi sia attraverso una migliore gestione della filiera, sia attraverso il rialzo dei prezzi delle auto.

Durante la conferenza Future of the Car organizzata dal Financial Times, l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares ha dichiarato che i produttori automobilistici potrebbero dover fare i conti anche con una carenza di batterie nei prossimi tre-quattro anni, che complicherà la transizione del settore verso la mobilità elettrica.

UN NUOVO RESPONSABILE DELLA SUPPLY CHAIN

A proposito di efficientamento delle filiere, Stellantis ha recentemente nominato Maxime Picat – già Chief Operating Officer per il mercato europeo – alla posizione di Chief Purchasing e Supply Chain Officer.

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