Stellantis, la casa automobilistica proprietaria dei marchi Fiat, Chrysler, Jeep e altri ancora, ha intenzione di offrire una nuova serie di buyout a circa la metà dei suoi lavoratori white-collar (che svolgono cioè mansioni poco fisiche e a maggior retribuzione) negli Stati Uniti. Come riportato dal Wall Street Journal, l’azienda sta portando avanti un piano di tagli alle spese per bilanciare l’impatto economico della transizione alla mobilità elettrica e dell’aumento dei costi del lavoro.
IN COSA CONSISTE IL NUOVO BUYOUT DI STELLANTIS
Il direttore operativo Mark Stewart ha spiegato che Stellantis vuole offrire dei pacchetti di buonuscita ai lavoratori dipendenti non sindacalizzati con almeno cinque anni di esperienza. Si tratterebbe del secondo giro di buyout nel 2023, dopo quello di aprile (rivolto a circa 2500 “colletti bianchi”), e dovrebbe riguardare 6400 lavoratori.
Il Wall Street Journal scrive che i dipendenti di Stellantis avranno a disposizione qualche settimana per valutare l’offerta di buyout; se la accetteranno, è probabile che lasceranno l’azienda prima della fine dell’anno.
LE DIFFICOLTÀ DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA AMERICANA
L’azienda ha comunicato che “poiché l’industria automobilistica statunitense continua ad affrontare difficili condizioni di mercato, Stellantis sta adottando le azioni strutturali necessarie a proteggere le nostre attività”.
Anche altre grosse case automobilistiche americane, come General Motors e Ford, stanno lavorando alla riduzione delle spese attraverso la rimozione di lavoratori. Il settore automotive sta spendendo molto nell’adattamento alla mobilità elettrica – ad esempio nella manifattura di batterie, il componente più costoso – e deve contemporaneamente fare i conti con un possibile rallentamento del mercato, visti gli alti tassi di interesse che potrebbero disincentivare l’acquisto di veicoli.
I NEGOZIATI CON IL SINDACATO UAW
Come General Motors e Ford, anche Stellantis ha raggiunto il mese scorso un accordo con il sindacato automobilistico statunitense United Auto Workers. Il patto prevede un aumento dello stipendio del 25 per cento in un periodo di quattro anni e il reintegro degli adeguamenti al costo della vita.
Nei mesi scorsi Stellantis ha chiuso temporaneamente un sito di assemblaggio nello stato dell’Illinois, giustificando la decisione con i costi elevati del processo di elettrificazione dell’offerta; ha tuttavia accettato di riaprire l’impianto a seguito dell’accordo con l’United Auto Workers.
I PIANI PER LE AUTO ELETTRICHE
Attraverso un investimento da 53 miliardi di dollari, Stellantis vuole arrivare al 2030 con un obiettivo di vendita del 100 per cento di auto elettriche in Europa e del 50 per cento negli Stati Uniti. Come fa notare il Wall Street Journal, però, l’azienda è rimasta indietro rispetto alla concorrenza nell’offerta di modelli elettrici sul mercato americano.