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Stellantis Francia

Stellantis ama sempre più Francia e Germania…

La joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies punta a realizzare in Europa tre fabbriche da almeno 40 GWh l’una: la prima in Francia, quindi in Germania, a Kaiserlautern, mentre Termoli resta in forse

Mentre l’Italia attende ancora di conoscere l’esatta ubicazione della sua prima gigafactory per la mobilità del futuro (un futuro che sta diventando sempre più prossimo, ticchettando il nostro ritardo), Stellantis, che come tutti ricordano nasce dalla fusione di Fca con Psa, inaugura il nuovo stabilimento di Douvrin, nel nord della Francia. Qui già aveva sede un vecchio impianto di produzione di motori tradizionali di Peugeot e Renault, inaugurato nel 1969 e capace ancora oggi di sfornare mezzo milione all’anno di motori a benzina e diesel (nel 2021 i volumi si sono attestati a 570 mila unità). Una vera istituzione, almeno in Francia, tanto da aver dato i natali ai “motori Douvrin” anche noti come “motore J” o “blocco J”.

L’ACCORDO COI SINDACATI

L’ultimo step per la riconversione dell’impianto, fortemente voluta dal presidente Emmanuel Macron, c’è statp lo scorso autunno quando il costruttore e le sigle Cftc, Force Ouvrière e Cfe-Cgc hanno firmato i documenti relativi all’attivazione della “Rupture conventionnelle collective” (Rcc), una procedura prevista dalle normative transalpine per regolare programmi di riorganizzazione della forza lavoro e incoraggiare la partecipazione, su base volontaria, dei lavoratori a progetti di riqualificazione e ricollocamento.

L’intesa, valida per il triennio 2022-24, tra le prime del genere all’interno del settore automobilistico europeo, ha così consentito il passaggio di 400 dei circa 1.000 dipendenti alla “gigafactory” che in quello stesso periodo era ancora in fase di costruzione al fianco delle attuali strutture produttive di Douvrin.

Inoltre, con l’accordo Stellantis si è impegnata a garantire assunzioni dirette e senza periodo di prova, corsi di formazione e salvaguardia dei livelli salariali e di anzianità che si andrebbero a perdere con l’uscita dal perimetro di Stellantis. Il gruppo, poi, ha garantito che saranno attivate procedure di ricollocamento interno e, all’occorrenza, programmi di prepensionamento. Le sole sigle a non firmare l’intesa erano state la Cgt e la Cfdt non ritenendo sufficiente l’impegno nel ricollocamento di soli 400 dipendenti.

COSA FA STELLANTIS IN FRANCIA

Come si anticipava, quello di Douvrin è un’istituzione per il mondo automobilistico d’Oltralpe, ma con il bando alla vendita di veicoli endotermici per il 2035 s’era persino paventato il rischio di chiusura, finché dai vertici aziendali non sono arrivate rassicurazioni sul progressivo passaggio alla produzione di batterie con la possibilità di salvare 400 tute blu.

L’assemblaggio di motori diesel è stato provvisoriamente trasferito a Trémery, nel dipartimento della Mosella, mentre i propulsori a benzina verranno realizzati a Szentgotthard, in Ungheria, a partire dagli ultimi mesi del 2024. Nel frattempo, la produzione sarà concentrata sui motori a tre cilindri di piccola cilindrata.

Secondo le previsioni, la “gigafactory” di Acc dovrebbe arrivare a produrre batterie nella seconda metà del 2023, raggiungere una capacità di 24 GWh tra il 2028 e il 2030 per 800mila unità di propulsori elettrici e impiegare tra 1.400 e 2.000 persone entro la fine del decennio. Un raddoppio occupazionale chiesto fortemente dalla politica francese.

LE ALTRE GIGAFACTORY DI ACC

La gigafactory di Douvrin è stata realizzata dalla joint venture Automotive Cells Company (Acc) tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies, che – almeno teoricamente – ha in previsione di impiantare tre impianti in tutti i Paesi dei contraenti a seguito di un investimento da sette miliardi di euro.

La seconda, per esempio, è prevista in Germania, a Kaiserslautern, accanto allo stabilimento Opel, sulla base dei finanziamenti promessi dal governo tedesco ha sbloccato i finanziamenti. Si prevede l’inaugurazione all’inizio del 2025 e raggiungere a regime la capacità di 48Gwh.

E l’Italia? Qui le cose si fanno più nebulose. A questo proposito si parla della riconversione dell’impianto di Termoli, in Molise, dove aveva sede il ben noto polo Fiat, poi Fca e infine Stellantis, ma c’è già chi ha fatto notare che finirebbe eccessivamente a sud rispetto gli altri siti e rischierebbe, per colpa delle infrastrutture arretrate sul nostro territorio, di essere troppo decentrato. Per questo non sono state prese ancora decisioni definitive: per l’avvio dei lavori si parla genericamente del 2026, per raggiungere la piena capacità nel 2030.

NELL’IMPIANTO STELLANTIS IN FRANCIA C’È COMUNQUE UN PO’ DI ITALIA

Magra consolazione il fatto che Automotive Cells Company ha scelto la torinese Comau per progettare e sviluppare le linee per la produzione di moduli batteria per la gigafactory di Douvrin. L’azienda italiana, specializzata in robotica e sistemi di automazione industriale, ha fornito le tecnologie, le attrezzature e le componenti ausiliarie per automatizzare le attività industriali (dalla preparazione fino al collaudo finale) e consentire alla joint venture di gestire 5 linee per moduli a 8 e 16 celle e di assemblare fino a 8 gigawattora (GWh) di accumulatori all’anno entro la fine del 2024.

Il progetto ha visto una forte collaborazione tra gli ingegneri delle due aziende, in particolare per raggiungere una capacità di impilamento di 300/550 decanewton, contro i 100 della media di settore.

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