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Sfrecciano ancora tangenti all’Anas?

Perquisizioni della Guardia di finanza di Milano nelle sedi Anas di Roma, Torino e Milano nell'ambito di un'inchiesta per corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio. Fatti, nomi, accuse e dettagli

Anas in subbuglio.

Non c’è pace per le infrastrutture del Paese. Il giorno dopo il maxi guasto ferroviario già diventato un caso politico, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha perquisito le sedi Anas, la società che si occupa di infrastrutture stradali, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Milano che ipotizza corruzione e turbativa d’asta.

L’INCHIESTA MENEGHINA SULL’ANAS

I reati ipotizzati dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri sono corruzione, turbativa d’asta e rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio. Perquisite sedi Anas non solo a Milano ma anche a Roma.

I SOGGETTI COINVOLTI

Da quanto emerge a perquisizioni e acquisizioni documentali ancora in corso sono coinvolti diversi manager e funzionari. Di questi, nove risultano indagati.

NUMEROSI INTRECCI FAMILIARI

Tra gli indagati, riportano le agenzie, ci sono almeno tre funzionari di Anas: tre fratelli, Luigi, Stefano e Marco Liani, tutti “ex funzionari pubblici” in Anas, i quali “dopo aver interrotto il rapporto lavorativo con la società pubblica” per “passare all’imprenditoria privata”, continuavano “ad operare nel settore dell’edilizia pubblica e della costruzione e manutenzione di strade, autostrade, porti e aeroporti, attraverso società loro riconducibili”.

E i tre fratelli Liani non sono i soli indagati vincolati da un legame familiare. Ci sono infatti anche Nicholas e Giovanni Proietti, quest’ultimo peraltro tra gli imputati per il crollo del ponte Morandi di Genova in quanto per l’accusa avrebbe omesso di svolgere le verifiche che gli competevano sui lavori.

Le indagini, si legge nel decreto di sequestro, “evidenziano che Giovanni Proietti, collega di vecchia data di Marco Liani, sia stato nominato da Alberto Brentegani, apicale della stazione appaltante come consigliere di amministrazione dell’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova s.p.a., quale Direttore dei Lavori di un rilevante appalto aggiudicato proprio dalla questa società al Consorzio Stabile 3 Emme riconducibile alla famiglia Liani“.

Proietti avrebbe poi – si legge sul Corriere della sera – “in qualche maniera ancora da approfondire dirottato sul figlio Nicholas, con conseguente beneficio, a vantaggio del giovane, di un appartamento e di un’automobile pagati dalla società Nuove Iniziativa Spa, anch’essa appartenente al gruppo Liani”.

Gli altri indagati dovrebbero provenire da società di esecuzione lavori tra cui il Consorzio Stabile Sis Scpa che ha sede a Torino che nelle medesime ore ha visto entrare gli uomini delle Fiamme gialle. Perquisizioni anche nei confronti di diverse persone fisiche.

LA TESI DELLA PROCURA

L’ipotesi è che siano stati pilotati gli appalti per la realizzazione di diverse strade: un giro di mazzette in cambio della realizzazione di lavori infrastrutturali eseguiti in Lombardia e nel Nord-Est Italia. Tra le presunte tangenti, si apprende dalle agenzie, anche una maxi da 846mila euro versata tra il 2018 e il 2021 a due dirigenti Anas, uno dei quali ancora manager della società, per l’appalto per i lavori sulla SS 340 “Regina”- Variante Tremezzina che interessa alcune località sul lago di Como.

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