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Pnrr Scuola

Scioperi, ecco chi e come vuole bloccare l’Italia post Covid

Alcune sigle sindacali hanno indetto uno sciopero nella scuola il 24 e 25 settembre. E il 25, a Roma, si fermano anche i trasporti. Ovviamente sempre di venerdì: ponte lungo?

 

Non si è nemmeno davvero ripartiti che già qualcuno ha deciso che è necessario fermarsi. Alcune sigle sindacali della scuola sciopereranno il 24 e il 25 settembre, mentre autobus e metro a Roma si fermano venerdì 25 settembre.

Le agitazioni, però, non sono condivise dall’Autorità che vigila sugli scioperi che chiede nuove regole: “Torno a chiedere al Parlamento nuove regole di legge sulla proclamazione di scioperi ed è sempre più importante una norma sulla rappresentanza dei sindacati che privilegi quelli più grandi”, ha detto il presidente dell’Autorità che vigila sugli scioperi nei servizi pubblici, Giuseppe Santoro Passarelli. Tutti i dettagli.

CHI SCIOPERA A SCUOLA

Partiamo dalla scuola. Come comunicato dal ministero dell’Istruzione, le associazioni sindacali Usb P-I Scuola, Unicobas Scuola e Università, Cobas Scuola Sardegna e Cub scuola Università e Ricerca hanno proclamato uno sciopero, su tutto il territorio nazionale, per le giornate del 24 e 25 settembre (Cub solo il 25 settembre).

PERCHE’ SCIOPERA USB?

La scuola si ferma in quelle due date, scrive Usb, per manifestare tutte le perplessità di insegnanti ed operatori in merito alla riapertura.

“La ripartenza del Sistema Integrato 0-6, con tutte le sue peculiarità, desta moltissime preoccupazioni. La pandemia ha drammaticamente evidenziato tutte le criticità di un settore particolarmente delicato, che, come altri, ha subito tagli ormai pluridecennali molto consiste”, scrive Usb, sottolineando che “risorse economiche destinate al settore sono tutt’ora insufficienti, in particolare quelle riferite al reperimento di spazi per la didattica”.

COSA LAMENTA USB

L’Unione sindacale di base sostiene che, per questa ripartenza, “non ci sono piani assunzionali straordinari specificatamente per i Nidi e per le Scuole dell’Infanzia; non è stata indicata la riduzione dei rapporti numerici; non è garantita la sostituzione del personale assente a qualsiasi titolo; non è prevista l’internalizzazione di tutti i servizi e di tutto il personale educativo, insegnante e ausiliario esternalizzato”.

Non solo. Su Usb si legge che “il diritto all’integrazione e al sostegno delle bambine e dei bambini diversamente abili e/o con bisogni educativi speciali non è garantito” e che “non è programmato nazionalmente alcun intervento di rilancio e ampliamento dei Servizi Educativi mentre le indicazioni sul mantenimento degli attuali posti disponibili e degli orari di funzionamento di Nidi e Scuole risultano largamente disattese”.

COSA CHIEDE USB

La sigla sindacale, dunque, chiede: maggiori investimenti e la garanzia di risorse economiche necessarie; la stabilizzazione del precariato ed il riconoscimento del Sistema Integrato 0-6 come parte integrante del Sistema di Istruzione Nazionale.

PERCHE’ SCIOPERANO UNICOBAS, COBAS E CUB

Leggermente diversi i motivi dello sciopero indetto da Unicobas, Cobas e Cub, che sostengono di non condividere “l’accordo per il rientro sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Snals a guarentigie zero per Studenti, Docenti ed Ata”. Le sigle lamentano classi pollaio, esprimono il timore che in questo scenario la scuola possa rifermarsi e si scagliano contro il precariato.

COSA CHIEDONO UNICOBAS, COBAS E CUB

“Ribadiamo ciò che abbiamo chiesto con forza nell’incontro con il Governo Conte agli Stati Generali: massimo 15 alunni per classe ed assunzione di 240mila insegnanti (il terzo necessario in più per ridurre le classi), stabilizzazione dei 150 mila precari con tre anni di servizio attraverso un concorso accessibile a tutti, aumento degli organici della Scuola dell’Infanzia, stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno e percorsi di specializzazione per chi ha esperienza pregressa: è incivile che oltre la metà delle cattedre di sostegno continui a venire assegnata a chi non sa nulla di disabilità. Chiediamo l’assunzione di almeno 50mila collaboratori scolastici per ricoprire i paurosi vuoti in organico per la vigilanza e garanzia del full time per tutti gli ex lsu-ata internalizzati, incremento di 20mila fra assistenti amministrativi ed assistenti tecnici, nonché di tutto il personale necessario per sopperire alle migliaia di soggetti fragili (indici Inps) che dovranno essere tutelati da Settembre. Ricordiamo che negli ultimi 30 anni nella scuola sono state tagliati 300mila posti. Quanti verranno assunti andranno poi utilizzati per l’innalzamento dell’obbligo sino al quinto anno della secondaria di II grado ivi comprendendo l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia, finita la pandemia, sin dall’a.s. 2021/2022”, si legge sul sito di Unicobas.

USB FERMA ATAC IL 25 SETTEMBRE

A Roma, il 25 settembre, sarà una giornata difficile anche sul fronte degli spostamenti. A scioperare è la sigla sindacale Usb, coinvolgendo anche i lavoratori di Cotral Spa, Roma Tpl e consorziate della Regione Lazio.

“L’agitazione, formalmente di 24 ore, avrà inizio alle ore 10 per favorire la partecipazione alle proteste da parte di insegnanti e studenti (che il 25 saranno sotto il MIUR in viale Trastevere)”, si legge sul sito Usb.

COSA LAMENTA USB

“Usb trasporti di Roma e Lazio aveva già fatto ricorso al TAR contro l’ordinanza regionale che ad aprile permetteva l’affluenza al 60%. Ed eravamo in una fase nella quale l’utilizzo dei mezzi pubblici era fortemente diradato. Ora che i mezzi sono destinati ad essere presi d’assalto, con la riapertura delle scuole, invece di procedere al potenziamento del servizio si utilizza il giochino di alzare la soglia all’80% (come recita il provvedimento ministeriale) per rendere legale quello che fino ad oggi legale non è”, ha scritto Usb.

PASSARELLI: SCIOPERI INOPPORTUNI

L’agitazione non è condivisa dall’Autorità che vigila sugli scioperi.

“Alla fine della prossima settimana alcuni sindacati, non dei maggiori, hanno proclamato scioperi sia nella scuola che per il trasporto urbano di Roma. Sono scioperi legittimi. Al tempo stesso mi chiedo se siano opportuni in una fase così delicata, in particolare per la scuola che sta riaprendo dopo sei mesi di chiusura e deve già affrontare lo stop imposto delle elezioni referendarie. Mi domando se anche le autorità ministeriali e quelle prefettizie stiano valutando l’opportunità di queste agitazioni e se vogliano scendere in campo per un eventuale rinvio o una precettazione”, ha detto il presidente dell’Autorità che vigila sugli scioperi nei servizi pubblici, Giuseppe Santoro Passarelli, al Messaggero.

“Avremo un autunno difficile – ha continuato Passarelli – questi sono i primi scioperi da mesi a questa parte. Dunque non siamo di fronte ad una emergenza ma certo non possiamo far finta di niente. Torno a chiedere al Parlamento nuove regole di legge sulla proclamazione di scioperi ed è sempre più importante una norma sulla rappresentanza dei sindacati che privilegi quelli più grandi”.

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