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Ryanair Cassazione

Perché l’utile di Ryanair è in picchiata?

Gli utili in calo di Ryanair, i conti di easyJet e gli scenari per Norwegian. Come vanno davvero le compagnie aeree low cost? Fatti e numeri

La compagnia low cost Ryanair ha chiuso l’anno fiscale 2018-2019 con un utile in calo del 29% e guarda con cautela al 2020: molto dipenderà da come andrà l’estate e dall’andamento dei prezzi del secondo trimestre.

Conti positivi, al 31 marzo 2018, per EasyJet, altra compagnia low cost,, mentre il destino di Norwegian sembra prevedere un’Opa. Andiamo per gradi.

I CONTI DI RYANAIR

In casa Ryanair qualcosa non va. I ricavi, nell’anno fiscale chiuso al 31 marzo 2018, vede i ricavi crescere del 6% a 7,6 miliardi grazie all’aumento del traffico. L’utile, però, è in calo del 29% a 1,02 miliardi di euro (nei conti è esclusa Lauda, la compagnia acquisita a dicembre). Le stime sono inferiori alle previsioni degli analisti: l’utile dopo le tasse era stimato a 977 milioni di euro per l’esercizio che terminerà al marzo 2020.

La compagnia irlandese ha avviato un piano di buyback da 700 milioni.

La buona notizia, comunque, è che i passeggeri sono aumentati del 9% a 142 milioni (compresa Lauda).

LE PREVISIONI PER IL 2020

Restano caute, invece, le previsioni per l’anno fiscale in corso (2019-2020), la cui guidance, spiega la società, dipenderà fortemente dal raggiungimento del picco delle tariffe estive, dai prezzi del secondo semestre, dall’assenza di eventi legati alla sicurezza e dall’assenza di sviluppi negativi della Brexit.

COSA DEVONO ASPETTARSI GLI AZIONISTI

“Francamente, se vivremo un periodo in cui ci saranno dure guerre sul fronte dei prezzi, i profitti soffriranno per un anno o due e penso che sia quello che gli azionisti dovrebbero aspettarsi”, ha dichiarato Michael O’Leary, ceo del gruppo.

QUALE FUTURO PER IL SETTORE?

Sarà che il settore delle compagnie low cost è in crisi, come già ipotizzato in questo articolo? Quello che dovremo attenderci, lo ipotizza lo stesso O’Leary: “E’ chiaro nella mia mente che nei prossimi quattro o cinque anni vedremo l’emergere di quattro o cinque grandi gruppi di compagnie aeree europee, con molta più capacità di disciplina. Allo stesso tempo ci sarà una crescente pressione sul fronte dei prezzi”, ha detto l’amministratore delegato.

I CONTI DI EASYJET

Parlando di settore, allora è bene allargare lo sguardo. I conti sembrano andare molto meglio ad Easyjet. La compagnia aerea low cost ha chiuso il primo semestre dell’anno fiscale chiuso a fine marzo con i ricavi cresciuti del 7,3% a 2,343 miliardi di sterline, con il numero di passeggeri trasportati a più 13,3%, a 41,6 milioni rispetto ai 36,8 milioni di un anno fa.

Quello che non va è la perdita pre-tasse, che è attestata a 272 milioni a fronte del rosso di 68 milioni dello stesso periodo nell’anno fiscale 2018.

COSA ATTENDERCI

Il futuro di Easyjet appare anch’esso offuscato. A preoccupare è la Brexit. “Vediamo un’attività più debole nel Regno Unito e in Europa, principalmente per le incertezze a livello macroeconomico e i numerosi punti interrogativi legati all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea”, ha sottolineato il direttore generale della compagnia low cost, Johan Lundgren, nei giorni scorsi.

QUALE FUTURO PER NORWEGIAN?

Per ora, la sorte peggiore sembra toccare a Norwegian. Secondo indiscrezioni e previsioni degli analisti, infatti, la compagnia potrebbe presto ricevere un’Opa, una proposta di acquisto. Tra le compagnie che potrebbero lanciare l’offerta ci sono Iag e Lufthansa.

La capitalizzazione della compagnia si è dimezzata in poco meno di due anni.

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