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I robotaxi di Waymo tamponeranno i black cabs di Londra?

La Gran Bretagna è il Paese europeo che più ha accelerato sulla guida autonoma: a livello normativo mette meno paletti rispetto all'Ue. Per questo Waymo di Alphabet ha scelto Londra per il suo debutto europeo.

Oltre al London Bridge, a Buckingham Palace e al Trafalgar Square c’è un’altra immagine che salta subito in testa a tutti se si pensa a Londra: quella dei Black cabs, i taxi d’epoca (ma moderni, riconvertiti all’elettricità) che sfrecciano nel traffico urbano, assieme ai caratteristici bus rossi a due piani. Almeno i primi a breve dovranno però presto guardarsi dalla concorrenza di Waymo, la startup nata in seno ad Alphabet, che vuole portare i suoi robotaxi nella capitale del Regno Unito.

WAYMO SBARCA A LONDRA

Poco prima di lasciare la stanza dei bottoni, il premier britannico Boris Johnson aveva validato un piano con investimenti da 100 milioni di sterline (circa 118 milioni di euro), di cui 34 destinati alla ricerca e sviluppo, proprio per fare dell’isola un immenso laboratorio per la guida senza pilota. Nel Regno Unito, del resto, sono diverse le realtà impegnate nel progetto, capaci di competere perfino con le big della Silicon Valley.

Ma il primo servizio di robotaxi completamente autonomo rischia di essere statunitense: a partire dal 2026, infatti, la società controllata da Alphabet ha fatto sapere che  lancerà un servizio di ride-hailing senza conducente a Londra.

COME MAI WAYMO PUNTA PROPRIO LONDRA

La scelta di arrivare in Europa passando da Londra non è casuale: oltre a comprensibili motivi d’immagine, la Gran Bretagna è il Paese europeo che più di ogni altro come si ricordava ha accelerato sullo sviluppo della guida autonoma e perciò a livello legislativo e normativo tende a mettere molti paletti rispetto al Club comunitario.

LA FASE DEI TEST PER ADDESTRARE L’AI

Come negli Usa, dove Waymo ha dispiegato finora 1.500 veicoli tra San Francisco, Los Angeles, Phoenix, Atlanta e Austin che effettuano in via automatica 250.000 corse a pagamento a settimana, anche a Londra inizialmente i robotaxi circoleranno con un conducente a bordo pronto a intervenire nel caso in cui il sistema vada in tilt o fatichi a riconoscere determinate segnaletiche. Nella fase di test le auto raccoglieranno insomma dati per addestrare l’intelligenza artificiale di bordo.

TUTTE LE AUTO A GUIDA AUTONOMA CHE VOGLIONO ARRIVARE IN EUROPA

L’azienda di Google non è la sola a voler sfrecciare per le strade europee: anche Elon Musk intende portare i suoi robotaxi nel Vecchio continente (non essendo riuscito per ora a omologare il Cybertruck) ma la principale sfidante di Waymo potrebbe essere rappresentata dal tandem tra Lyft e Baidu (rivale cinese di Google) la cui flotta, composta dai veicoli Apollo RT6 sviluppati in Cina, dovrebbe iniziare a percorrere le strade di Germania e Regno Unito nel 2026. Lyft si occuperà della gestione del servizio, Baidu, invece, fornirà i robotaxi elettrici con veicoli che all’occorrenza potranno rimuovere il volante.

Sono numerose le mosse che Lyft ha compiuto nel Vecchio continente nel 2025 per aumentare il suo presidio. All’inizio di quest’anno, Lyft ha acquisito la piattaforma europea di mobilità FreeNow da Bmw e Mercedes-Benz per circa 200 milioni di dollari, assicurandosi così una presenza significativa in Europa. Quest’estate ha invece annunciato l’apertura di un nuovo hub tecnologico globale a Barcellona. Lyft ha inoltre comunicato nelle ultime ore di aver acquisito la società di servizi di chauffeur di lusso Tbr Global Chauffeuring per 83 milioni di sterline (111,13 milioni di dollari) in contanti più costi contingenti.

IL MONOPOLIO DI UBER A RISCHIO?

Tornando invece alla notizia dell’ormai prossimo approdo delle auto a guida autonoma in quel di Londra, i Black cabs potrebbero non essere i soli a soffrire la concorrenza diretta dei robotaxi. Il danno principale rischia di essere avvertito infatti anche da Uber che presidia da anni il mercato delle corse private nel Vecchio continente e che, per prepararsi a questo momento, ha già avviato diverse collaborazioni con aziende del settore, tra cui Pony.ai, WeRide, Momenta e la stessa Waymo per instradare un servizio analogo per il 2026. A partire dal prossimo anno, insomma, le strade del Vecchio continente saranno invase da diverse compagnie di taxi a guida autonoma. E ancora una volta l’Europa non sembra avere player di spicco che le permettano di competere nella nuova gara che sta per iniziare.

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