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Fs Anas Renzi

Ecco come sfrecciano le tensioni fra Renzi, Conte e M5S su Ferrovie e Anas

Tutte i dettagli sulle ultime baruffe tra Renzi, Conte, De Micheli e Toninelli su Ferrovie Italiane e Anas. Nomi, numeri, indiscrezioni e approfondimenti

La vendetta è un piatto che va consumato freddo. E così Matteo Renzi ha atteso il cambio del Governo e la nascita della sua Italia Viva – uno dei quattro partiti che sostiene il Conte 2 – per portare all’attenzione del Parlamento le mosse di Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane. Nell’interrogazione parlamentare, il movimento di Renzi chiede spiegazioni su un risarcimento a Battisti da parte delle assicurazioni di 1,6 milioni e della gara sulle assicurazioni stesse.

BATTISTI IN SOSTITUZIONE DI MAZZONCINI

Prima di addentrarci nella questione, è necessario fare una premessa: l’attuale capo azienda di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, è stato nominato amministratore delegato di Fs nell’estate 2018, voluto quindi dall’allora ministro dei trasporti Danilo Toninelli.

Battisti ha preso il posto di Renato Mazzoncini, che era stato nominato dal governo Renzi alla testa del gruppo Ferrovie.

L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

In questo contesto si inserisce l’interrogazione parlamentare firmata dagli onorevoli Luciano Nobili e Lella Paita, di Italia Viva, nuovo partito renziano. L’interrogazione, svelata giorni fa da Repubblica, non risulta ancora depositata.

L’ONORE ALLE ARMI

Arriviamo al dunque. Cosa chiedono da Italia Viva? Sono 3 i punti su cui il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli (Pd), e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri (Pd), dovranno rispondere.

Per prima cosa, ai ministri si chiede di confermare che “la gara per le coperture assicurative esperita dal gruppo Ferrovie dello Stato Italiane nel 2017 aveva registrato, dopo diversi anni di gestione mono fornitore, un ribasso complessivo rispetto alla spesa storica di circa il 40%, garantendo l’apertura dei servizi ad almeno sette istituti assicurativi di primario rating mondiale”. Una domanda, questa, retorica che risulta essere un passaggio per elogiare l’operato di Mazzoncini, precedessore di Battisti.

BATTISTI HA SILURATO CHI HA FAVORITO LA CONCORRENZA?

Dopo aver risposto sull’operato della gestione Mazzoncini, i due ministri dovranno chiarire se e perché Battisti, arrivato alla guida di Ferrovie, abbia messo alla porta i dirigenti che si sono mossi a favore della concorrenza, includendo nella gara tutti i principali player di settore.

IL PREMIO ASSICURATIVO

E ancora. Italia Viva di Renzi chiede se Gianfranco Battisti avesse ricevuto nel 2014 due risarcimenti dalle assicurazioni per un totale di 1,6 milioni di euro a causa di due incidenti accaduti al lavoro, tra cui “una caduto in bagno durante una domenica di lavoro nella sua precedente responsabilità professionale“.

LA CAUSA CON MAZZONCINI

Quella di Renzi, dunque, appare una difesa indiretta all’operato di Mazzoncini, attualmente in causa al tribunale civile al quale ha chiesto un risarcimento danni milionario per essere stato mandato via.

COSA HA FATTO BATTISTI IN FERROVIE

E Battisti? A spiegare la posizione dell’attuale amministratore delegato è stato, a Repubblica, il portavoce di Ferrovie dello Stato: la gara per le assicurazioni del 2017 era scaduta ed è stata riavviata da Gianfranco Battisti “con procedura europea e con il medesimo capitolato di quella precedente, attraverso la società controllata Fs Servizi”, ha detto.

L’INTERROGAZIONE DI ELIO LANNUTTI

Anche in casa 5 Stelle, però, non sembrano apprezzare la scelta di Battisti ed il suo operato. I senatori pentastellati Elio Lannutti, Daniele Pesco, Patty L’abbate, Rossella Accoto, Gisella Naturale, Fabrizio Ortis, Luisa Angrisani, Mauro Coltorti, Primo Di Nicola, Emiliano Fenu e Emma Pavanelli hanno presentato al ministro delle Infrastrutture un’interrogazione su Ferrovie ed Anas.

Ecco la parte finale dell’interrogazione: “Quali iniziative urgenti si intendano adottare per garantire l’efficiente diritto alla mobilità dei cittadini, alla luce dei pesanti disagi arrecati agli utenti ed al peggioramento della qualità dei servizi ferroviari esclusivamente addebitabili alla gestione dell’amministratore delegato Battista, dovuti ai ritardi continui ed ai notevoli disservizi certificati dalle stesse Ferrovie e dall’Autorità di regolazione dei trasporti; se risponda al vero che la passata gestione di Anas International abbia provocato un buco di almeno 7 milioni di euro con operazioni avventate in Qatar ed India, mentre per la gestione di 200 chilometri in Russia, si tengono in piedi 3 società, senza contare le consulenze pagate allo studio legale Pavia ed Ansaldo con l’ultima nata United operator, che costerà ad Aie 6 milioni di euro nel buco nero dei 25 milioni investiti finora, e quali le iniziative urgenti per perseguire i responsabili di quella scellerata gestione; se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, alla luce di quanto esposto in premessa, attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall’ordinamento, per fugare qualsiasi “ombra” nella gestione di Anas, controllata da Fs al cento per cento.Al primo punto, i parlamentari a 5 Stelle chiedono quali misure si intende adottare per garantire ai cittadini il diritto alla mobilità, senza che questi debbano fare i conti con disservizi, ritardi e disagi ripetuti”.

LE INDISCREZIONI DE LA VERITA’

Movimenti in corso al dicastero di piazza di Porta Pia, comunque: “Mercoledì scorso l’amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini, ha incontrato il ministro De Micheli. I due avrebbero concordato un cambio di passo rispetto ai tempi di Toninelli – ha scritto oggi Alessandro Da Rold del quotidiano La Verità – Lo stesso Simonini ha incontrato due settimane fa il sottosegretario Salvatore Margiotta, del Pd, accompagnato da Giovan Battista Papello, noto nome invia Monzambano”.

L’ANALISI DI INTRIERI SU START

Ma il caso Ferrovie-Anas si nutre anche e soprattutto di numeri, non entusiasmanti. Ecco quello che ha scritto oggi Gaetano Intrieri su Start: “Nel mio breve periodo al Mit, il ministro Toninelli, mi chiese di verificare i dati di Anas e Ferrovie e a margine delle mie verifiche determinai uno sbilancio di circa 2 miliardi sul passivo dello stato patrimoniale molti dei quali riconducibili agli accantonamenti a fondo rischio. Avvisai di questo il ministro e l’ad di Ferrovie, Gianfranco Battisti, e soprattutto misi in guardia il ministro dalla scellerata idea che qualcuno gli propose di firmare un decreto di prolungamento di alcune concessioni che avrebbe consentito a Ferrovie di compensare il buco al passivo con una sopravvenienza attiva da imputare alla voce immobilizzazioni immateriali ma che avrebbe potuto creare serie problemi. Malgrado insieme all’ingegner Chiovelli, coordinatore della struttura tecnica di missione mi recai da Battisti per erudirlo sul patrimonio di Anas, Ferrovie consolidò sulla capogruppo il bilancio Anas portandosi il famoso buco in pancia su cui presto o tardi qualcuno dovrà intervenire per le dovute politiche di svalutazione che incideranno non poco sul patrimonio netto delle Ferrovie Italiane”.

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