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Che cosa cambierà su rc auto, bollette, taxi, authority e spiagge col ddl Concorrenza

Ecco in pillole le principali disposizioni previste dal ddl Concorrenza approvato dal consiglio dei ministri. Focus su rc auto, bollette, taxi, authority e spiagge e non solo

Non c’è la revisione delle concessioni balneari – ma solo una mappatura di quelle esistenti – e non c’è nemmeno la liberalizzazione delle licenze per gli ambulanti. Nella nuova legge sulla concorrenza c’è invece una norma che apre un varco nelle licenze dei taxi – che ha già provocato le ire della categoria – maggiore trasparenza sulle nomine delle authority e su quelle dei primari ospedalieri, misure per regolare le concessioni idroelettriche. Saltata invece la possibilità per i notai di operare in tutto il territorio nazionale.

Sono alcuni dei punti salienti che emergono da una prima lettura del ddl Concorrenza approvato ieri dal consiglio dei ministri.

Vediamo in sintesi alcuni aspetti del provvedimento.

SPIAGGE, AMBULANTI E CONCESSIONI IDROELETTRICHE

Ci sarà una “mappatura” di tutte le concessioni esistenti, che consenta di fare un’operazione trasparenza in vista di una futura riforma. La mappa serve per avere un quadro chiaro di chi le detiene, da quanto tempo e a quale costo. Nessuna decisione invece sulle liberalizzazioni delle licenze degli ambulanti. Sulle concessioni idroelettriche vengono accelerati i tempi delle gare e rafforzati i poteri sostitutivi, che consentono allo Stato di intervenire se le Regioni sono in ritardo.

TAXI E CONCORRENZA

L’obiettivo è promuovere la concorrenza nel conferimento delle licenze e tutelare i consumatori. Con un decreto, entro sei mesi, il governo dovrà “adeguare l’offerta di servizi alle nuove forme di mobilità esistenti che utilizzano app e piattaforme tecnologiche” per connettere passeggeri e conducenti, “riducendo gli adempimenti amministrativi” a carico degli esercenti degli autoservizi.

NOMINE AUTHORITY

Per rafforzare l’indipendenza delle varie authority (da Antitrust, a Consob, da Agcom al regolatore dei trasporti a quello dell’energia) la nuova legge sulla concorrenza rivede le procedure di selezione di presidenti e componenti, affidando la selezione dei candidati a un “Comitato tecnico” indipendente e di chiara fama.

SANITA’ PIU’ TRASPARENTE

Meno discrezionalità nella nomina dei dirigenti ospedalieri: il direttore generale non dovrà più scegliere solo tra una terna di nomi, ma ma verrà redatta una graduatoria (su curricula, titoli professionali, volumi di attività, aderenza al profilo ricercato e colloquio) e si sceglierà chi ha il miglior punteggio. Vengono poi riviste e rese più trasparenti le procedure di accreditamento e convenzionamento di nuove strutture sanitarie private, che dovranno anche pubblicare online bilanci e dati su qualità dei servizi e attività dei medici. Facilitato l’ingresso dei farmaci generici a carico del Ssn senza aspettare la scadenza del brevetto.

RIFIUTI, COLONNINE E FIBRA

Vengono modificate alcune norme sulla gestione dei rifiuti: l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) definirà “adeguati standard tecnici e qualitativi” per lo svolgimento dell’attività di smaltimento e di recupero. Saltata invece la norma che cambiava le procedure di autorizzazione degli inceneritori. Verranno poi realizzate gare per l’installazione delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici. E sulla fibra si chiede agli operatori di rete e ai gestori di infrastrutture di coordinarsi quando realizzano interventi nella stessa area, per evitare la “duplicazione” di scavi, e per snellire il processo di richiesta dei permessi. L’Agcom vigila e può sanzionare inadempienze.

STOP SERVIZI TELEFONIA SENZA CONSENSO

Per contrastare il persistente fenomeno delle attivazioni inconsapevoli, fraudolente e irregolari, le compagnie telefoniche devono acquisire la prova del previo consenso del cliente prima di addebitare costi di servizi in abbonamento offerti da terzi.

RC AUTO

Anche le imprese con sede legale in altri Stati membri sono obbligate ad aderire alla procedura di risarcimento diretto. Si elimina così un potenziale trattamento discriminatorio a danno delle imprese italiane.

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LA SCHEDA DEL SOLE 24 ORE

Resta il nodo dell’attuazione della direttiva Bolkestein: non c’è l’attesa accelerazione sulle gare per gli stabilimenti balneari e il commercio ambulante. Prevale il veto della Lega. Si procede solo a una delega al governo che entro 6 mesi dovrà costituire un sistema informativo sulle concessioni, che ne dettagli beneficiari, durata, rinnovi e «proficuità dell’utilizzo economico del bene». Si prevede di affidare al ministero dell’Economia la banca dati, ma in realtà un monitoraggio era stato già previsto fin dal 2010 (decreto ministeriale del 30 luglio relativo al progetto “Patrimonio Pa”). Sui balneari, si attende anche la sentenza del Consiglio di Stato e in caso di bocciatura della proroga al 2033 il tema della gare potrebbe tornare sul tavolo più avanti.

Stop alla norma, non gradita a Lega e Forza Italia, che avrebbe autorizzato i notai a esercitare le funzioni su tutto il territorio nazionale. Presente invece la delega per il riordino del settore taxi, Ncc e app stile Uber: i sindacati dei tassisti hanno già preannunciato la mobilitazione. Ok anche alle selezioni regionali per il convenzionamento dei privati con il Servizio sanitario nazionale.

Per il riordino dei servizi pubblici locali si punta a un’altra delega di 6 mesi. L’obiettivo è limitare il ricorso alle esclusive a favore delle partecipate dagli enti locali (in-house) con motivazioni anticipate e rafforzate, non vincolanti tuttavia, per le mancate gare sopra soglia comunitaria. Ma è nel trasporto locale e regionale che c’è la spinta più decisa, di fatto con un obbligo di gara introdotto con norma ordinaria. È invece saltata la norma sullo spacchettamento nella gestione dei rifiuti in house, contestata da Pd, M5S e Iv, e in extremis sono state stralciate anche le procedure accelerate per le autorizzazioni degli impianti di smaltimento: pesa la paura dei partiti sul tema inceneritori. Robusto il capitolo sui porti, che si presterà però a discussioni. Previste in via ordinaria, senza delega, gare avviabili anche su istanza di parte tramite avviso senza più necessità di un decreto delle Infrastrutture. Ma viene abolito il divieto di cumulo delle concessioni per la medesima attività nei casi di porti di rilevanza economica internazionale e nazionale, mossa non proprio pro-competitiva secondo alcuni sindacati. Non passa invece la deregulation dell’autoproduzione, su cui c’era forte timore di proteste dei lavoratori portuali. Controversa anche l’estensione alle compagnie Ue del risarcimento diretto per l’Rc auto, che secondo i produttori di moto avrà un effetto boomerang sui costi assicurativi per le due ruote.

Nel capitolo energia-ambiente figurano le norme per facilitare le gare locali per il gas e l’obbligo in capo ai concessionari autostradali di indire gare per le infrastrutture di ricarica elettrica. Le concessioni idroelettriche restano alle Regioni che entro il 2022 dovranno però prevedere gare secondo «parametri competitivi, equi e trasparenti» con «congruo indennizzo» per gli investimenti dei concessionari uscenti. Altre misure riguardano partecipate pubbliche, tlc, farmaci, semplificazioni per l’attività d’impresa, servizi postali, poteri Antitrust, nomine delle Authority.

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GLI APPROFONDIMENTI SU RC AUTO, BOLLETTE TELEFONICHE, TAXI E SPIAGGE. BRANI ESTRATTI DAL CORRIERE DELLA SERA:

Il ddl concorrenza si occupa di rivedere anche le regole sulle assicurazioni automobilistiche e in particolare l’articolo 150 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 sulla disciplina del sistema di risarcimento diretto. In caso di incidente, l’assicurato può infatti chiedere un risarcimento diretto alla propria assicurazione che dovrà liquidare il danno e potrà poi regolarsi con l’altra assicurazione. La regola però era valida solo per le imprese assicurative con sede in Italia. L’articolo 27 del ddl concorrenza invece estende l’obbligo del risarcimento diretto anche alle imprese assicurative con sede legale in altri Stati europei, obbligate quindi ad aderire alla procedura di risarcimento. Viene eliminato un potenziale trattamento discriminatorio a danno delle imprese italiane. Una scelta però contestata da Assoutenti perché ritenuta troppo a favore delle compagnie assicurative e non degli utenti e annuncia una raccolta di firme degli assicurati da portare al premier Draghi affinché ci ripensi.
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Il disegno di legge contiene alcune deleghe al governo per la disciplina di determinati settori. Tra queste c’è quella sul «riordino dei servizi di mobilità urbana non di linea» che ha scatenato la protesta dei tassisti. Il governo, «entro sei mesi» dall’entrata in vigore della legge sulla concorrenza, è delegato ad adottare «un decreto legislativo» che, tra le altre cose, garantisca la «promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati», si legge nella bozza del disegno di legge. Un’altra delega importante (oltre quella sulle concessioni balneari) riguarda «il riordino dei servizi pubblici locali». Anche qui l’esecutivo dovrà intervenire entro sei mesi, con l’obiettivo, tra l’altro, del «superamento dei regimi di esclusiva» che non siano «indispensabili per assicurare la qualità e l’efficienza del servizio». L’ente locale che non mette a gara i servizi dovrà darne comunicazione motivata all’Antitrust.
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Stop a tutti i servizi non richiesti ma addebitati nella bolletta telefonica. Lo prevede l’articolo 21 del ddl secondo il quale i gestori dovranno informare il consumatore e avere il suo consenso «espresso e documentato» prima di attivare i servizi «premium» in abbonamento, offerti «da parte degli stessi operatori o di terzi». Obbligatorio il consenso del consumatore anche per quei servizi «che prevedono l’erogazione di contenuti digitali forniti sia attraverso sms e mms, sia tramite connessione dati, con addebito su credito telefonico o documento di fatturazione» offerti sia da terzi sia direttamente dagli operatori: vietato quindi attivarli in automatico. Il ddl fissa regole anche per la realizzazione delle reti in fibra ottica per accelerarne lo sviluppo riducendo i vincoli burocratici: sì al coordinamento tra gestori di infrastrutture fisiche e operatori di rete nella richiesta di permessi, nella «non duplicazione inefficiente di opere del genio civile», nella «condivisione dei costi di realizzazione».
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Quella delle concessioni balneari è una questione che si trascina da anni. Da quando, nel 2006, l’Europa con la direttiva Bolkestein fissa la libera circolazione dei servizi tra gli Stati membri e impone gare per l’assegnazione delle concessioni pubbliche. In Italia, il 50% delle coste, di proprietà dello Stato, è dato in concessione a privati senza alcuna asta e, spesso, a canoni molto bassi. Più volte l’Europa ha richiamato l’Italia per il mancato rispetto della concorrenza. Nel 2019 è stato deciso un piano di riforma ma sono anche state prorogate in automatico al 2033 le concessioni balneari esistenti, come chiedevano gli imprenditori. Proroga contestata ancora una volta dall’Ue, ma anche da Consiglio di Stato e Antitrust. Il ddl sulla concorrenza appena approvato non scioglie il nodo, ma prevede entro 6 mesi una mappatura di tutte le concessioni esistenti per «promuovere la massima pubblicità e trasparenza dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori».

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