La produzione del WindRunner, l’aereo cargo più grande del mondo, sarà realizzata al 70% in Europa e il sito di assemblaggio sorgerà a Grottaglie, in Puglia.
Il WindRunner della la startup americana Radia viene presentato come una piattaforma in grado di trasportare carichi di grandi dimensioni, dalle enormi pale eoliche ai dispositivi di lancio spaziale, verso destinazioni remote attraverso piste sterrate di soli 1.800 metri. Il velivolo vanta un carico utile di 80 tonnellate e una stiva di 7.700 metri cubi, il che lo rende il velivolo più grande per volume mai sviluppato.
“Il primo volo è previsto per il 2029 e nel 2030 sarà consegnato il primo aereo. Il WindRunner sarà dodici volte più grande del 747 Boeing, e sarà in grado di atterrare su piste non asfaltate” ha spiegato in una recente intervista al Sole 24 Ore Giuseppe Giordo, ex ad di Alenia ed ex direttore generale della divisioni navi militari di Fincantieri fino al 2022, oggi presidente e ad di Radia Italia.
“Ad oggi è stata completata la parte di ingegneria preliminare, fatta l’analisi del WindRunner e scelti i principali fornitori, tra cui Leonardo e Magnaghi. Bisogna passare quanto prima alla industrializzazione e poi alla produzione” ha aggiunto Giordo.
Rivolgendosi a settori come le energie rinnovabili, la difesa, lo spazio e la risposta umanitaria, Radia sostiene che il WindRunner potrebbe aprire nuove possibilità per le catene di approvvigionamento globali, aggirando i tradizionali limiti del trasporto.
Tutti i dettagli.
LA COLLABORAZIONE CON LEONARDO E MAGNAGHI
Per promuovere lo sviluppo e la produzione di WindRunner, Radia sta proseguendo la sua collaborazione con le principali aziende aerospaziali europee, tra cui le già citate Leonardo (per la costruzione della fusoliera in base a quanto annunciato lo scorso anno) e Magroup Magnaghi Aerospace in Italia e Aernnova in Spagna. Queste partnership, insieme agli impegni previsti in Francia e Germania, potrebbero generare diversi miliardi di euro di investimenti e creare oltre 4 miliardi di posti di lavoro altamente qualificati in tutta l’UE nei prossimi cinque anni, secondo l’azienda.
In particolare, in base i piani di Radia, oltre alle attività ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, l’Italia sarà un polo chiave per le attività europee del gruppo.
LA PRODUZIONE IN PUGLIA
Come ha illustrato il numero uno di Radia Italia al Sole 24 Ore, “la produzione vera e propria sarà realizzata negli stabilimenti dei fornitori, tutto poi confluirà in una linea di assemblaggio finale in un nuovo stabilimento Radia a Grottaglie, in Puglia, nei pressi dell’aeroporto.”
E alla domanda sul perché il sito di produzione è stato individuato nel Sud Italia, il manager italiano ha risposto: “Per tre fattori fondamentali. Prima di tutto perché in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno ci sono competenze di grandi e piccole imprese. Poi perché non ci sono conflitti di interesse, intendo grandi imprese costruttrici con propri programmi concorrenti”.
Terzo, e forse quello più rilevante, “abbiamo pensato a un investimento nel Sud Italia poiché in quest’area è possibile accedere a finanziamenti pubblici: si tratta di una iniziativa imprenditoriale che potrebbe rilanciare l’aeronautica civile che in Italia è in crisi per l’assenza di un nuovo progetto industriale. E per un investimento di questo tipo non se ne può prescindere” ha evidenziato Giordo.
LE RISORSE
Per quanto riguarda il valore dell’investimento (ipotizzato di 3 miliardi dal quotidiano confindustriale), Giordo sostiene che “l’investimento, non definito nel totale ma senza dubbio di miliardi, debba essere privato per il 40% e pubblico per la rimanente parte”.
A questo proposito il manager fa sapere di aver “avuto contatti con investitori privati, Confindustria ci è vicina, la territoriale di Brindisi con il direttore Angelo Guarini è molto attiva nel favorire collegamenti e anche con attori istituzionali: dal Mimit alle Regioni interessate, e alla Zes”. Quest’ultima è la Zona Economica Speciale (Zes) Unica in Puglia, i cui dati più recenti evidenziano un incremento delle attività imprenditoriali e dei posti di lavoro ( 2mila in più). Con 650 richieste di autorizzazioni da parte delle imprese dal 2024, la regione Puglia risulta prima al Sud per numero di autorizzazioni rilasciate.
TUTTO IL MEZZOGIORNO COINVOLTO
Ma nel progetto dell’azienda aeronautica americana sono coinvolte anche altre Regioni del Sud Italia: “Puglia, Campania e Calabria. Le prime due perché vantano la presenza di poli industriali aerospaziali importanti con centri di ricerca e infrastrutture. Quanto alla Calabria, pensiamo di insediarvi una scuola di formazione per addestrare il personale di Radia. Prevediamo l’assunzione di 2500 persone” ha spiegato Giordo al quotidiano confindustriale.
Una roadmap ben tracciata da qui ai prossimi cinque anni quindi, anche se il “quadro finanziario resta poco chiaro” secondo il Sole 24 Ore.
“Adesso è necessario che si chiarisca in che modo sarà possibile avere accesso ai fondi. E ciò è necessario per compiere altri passi: dall’ultimo trimestre del 2025 passeremo alla industrializzazione ed è necessario avere certezza dei finanziamenti” ha sottolineato il ceo di Radia Italia.
Ma di quali fondi pubblici si parla?
I FONDI PUBBLICI MESSI A DISPOSIZIONE DELLA REGIONE PUGLIA
In Puglia, chi vuole avviare o far crescere un’impresa nel settore aeronautico o aerospaziale può accedere a numerose opportunità di finanziamento, tra strumenti regionali e nazionali.
Tra i principali finanziamenti regionali figurano: l’ESA BIC Brindisi, frutto di un protocollo tra Regione Puglia, Puglia Sviluppo e Distretto Tecnologico Aerospaziale (firmato l’11 aprile 2024). Il Centro di Incubazione d’Impresa dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA BIC) di Brindisi supporta startup e imprenditori che sviluppano prodotti, applicazioni e soluzioni utilizzando sistemi spaziali (come la navigazione satellitare, l’osservazione della Terra o le comunicazioni satellitari); che utilizzano tecnologie spaziali in un ambiente non spaziale; e/o che sviluppano prodotti e servizi innovativi per il settore spaziale.
Le startup che superano la selezione accederanno a un processo di incubazione di due anni che include: 50.000 euro di finanziamento per lo sviluppo del loro prodotto;
accesso a una vasta rete di laboratori e infrastrutture di test; formazione e coaching tecnico, manageriale e legale; supporto nelle attività di ricerca di investitori;
networking e internazionalizzazione.
Dopodiché, un’altra possibilità di supporto finanziario regionale è TecnoNIDI, destinata alle piccole imprese che, nel territorio della Regione Puglia, intendono avviare o sviluppare piani di investimento a contenuto tecnologico in una delle aree di innovazione e delle “tecnologie chiave” abilitanti. Il budget è di circa 50 M€ (30 M€ iniziali + 20 M€ rifinanziati), con progetti da 25 000 a 350 000 euro.
Infine, c’è il Pia (Programmi Integrati di Agevolazione), strumento per la concessione di agevolazioni alle medie e alle piccole imprese per attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica ed industriale, digitalizzazione e transizione energetica ed ambientale, oltre allo sviluppo e qualificazione delle competenze al fine di consolidare e rafforzare la competitività del sistema economico regionale.
Le risorse complessive disponibili ammontano a 55 milioni di euro a valere sul PR PUGLIA FESR-FSE+ 2021/2027.