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Tesla Autopilot Video Guida Autonoma Tesla

Quel video fasullo sulla guida autonoma che rischia di mandare a sbattere Tesla

Quel video fasullo sulla guida autonoma che rischia di mandare a sbattere Tesla

Era il 20 ottobre del 2016 quando Elon Musk appariva tronfio – ovviamente su Twitter – per annunciare che Tesla aveva ormai di fatto vinto la sfida della guida autonoma, piazzando nel settore (che all’epoca stava attraendo una quantità inusitata di capitali, mentre oggi la situazione si è ribaltata) la bandierina della propria Casa di auto elettriche.

 

Alla base di tutto, del resto, c’era un video che dimostrava l’incredibile intelligenza del pilota automatico al volante: stop ai semafori, immissioni rispettando le precedenze e perfino ricerca del parcheggio. Un video tutt’ora utilizzato da Tesla per reclamizzare le potenzialità del proprio Autopilot che, è noto, al momento non è in grado di fare esattamente quelle cose, ma Tesla si è sempre difesa adducendo anzitutto che l’IA ha bisogno di test per apprendere e secondariamente che i legislatori non permettono ancora di andare a briglie sciolte.

IL VIDEO TESLA SULLA GUIDA AUTONOMA È FAKE?

Quasi sette anni dopo, con Musk assediato da un diversi utenti che intendono fargli causa per non aver rispettato le promesse sulle potenzialità della guida autonoma e Tesla costantemente sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità Usa per la sicurezza stradale per i tanti incidenti occorsi con l’Autopilot, si scopre che quel video era sostanzialmente falso.

Ashok Elluswamy, a capo della divisione Tesla che si occupa del software Autopilot, ha ammesso in una recente deposizione in tribunale che il video promo del 2016, pubblicato dalla stessa Casa dell’auto elettrica, dava e dà tuttora una fuorviante percezione sulle reali capacità del sistema di guida autonoma.

Come si legge su The Verge, all’epoca della realizzazione di quel video Elluswamy era un ingegnere ed era all’interno del team che si è occupato del filmato. Stando a quanto ha riportato, l’auto che sembrava nelle mani della guida autonoma in realtà aveva utilizzato informazioni pre-mappate. I sospetti nei confronti del video dimostrativo erano scattati già dal 2021, quando il New York Times sottolineò come lo stesso fosse stato girato su una strada che era stata in precedenza mappata da Tesla, quindi non ritraeva una IA alle prese con una zona “mai vista”. Ed è proprio ciò che Elluswamy ha confermato, spiegando appunto che per realizzare il video gli ingegneri di Tesla avevano usato una mappatura 3D del percorso.

Il direttore del software Autopilot ha poi ammesso che all’epoca la Tesla Model X non era in grado di guidare da sola, nonostante l’azienda sostenesse il contrario. “L’intento del video – ha spiegato – non era descrivere accuratamente ciò a cui potevano accedere i clienti nel 2016, ma solo raccontare come sarebbe stato possibile intergare il sistema”.

La deposizione di Elluswamy è stata raccolta durante un processo per la morte di Walter Huang, ingegnere della Apple vittima di un incidente nel 2018. La sua Tesla Model X si è schiantata a oltre 100 km/h mentre era in funzione l’Autopilot. Prima della tragedia a seguito della quale la famiglia ha fatto causa all’azienda di Musk, l’uomo aveva riscontrato non pochi problemi al software, che più di una volta lo avevano messo in pericolo.

L’IA SA GUIDARE? LE INDAGINI SUI SINISTRI NEGLI USA

Un report pubblicato dalla National Highway Traffic Safety Administration — l’agenzia federale che fa capo al Dipartimento dei Trasporti che si occupa proprio di capire come aumentare la sicurezza stradale — sostiene che il pilota automatico di Tesla fosse attivo in 273 sinistri avvenuti in 12 mesi, il 70% del totale registrato da tutti i veicoli che stanno sperimentando tecnologie simili.

Al momento della pubblicazione dello studio, Tesla aveva in strada circa 830mila vetture dotate di un qualche sistema automatizzato di guida. Al secondo posto per sinistri si trova Honda, con 90 incidenti (su 6 milioni di veicoli) e al terzo c’è invece Subaru, con 10. Gli altri produttori hanno riportati 5 sinistri o meno.

I numeri non sono affidabili dato che c’è il sospetto che alcuni produttori possano non aver comunicato tutti i sinistri, mentre le proporzioni dicono nulla, dovendo essere considerate sia in rapporto ai sinistri che abitualmente avvengono in determinate aree sia delle condizioni meteo sia della diffusione di una tale marca (ecco insomma perché sarebbe sbagliato concludere che l’IA di Tesla è più fallace: potrebbe essere la casa che comunica tutti i sinistri, certamente è il marchio più diffuso a sfruttare quella tecnologia).

IL MARKETING PUO’ TRARRE IN INGANNO I CONDUCENTI?

Intanto Reuters, secondo cui il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato l’indagine (che potrebbe avere conseguenze penali) sul pilota automatico di Tesla, più che ai sinistri guarda alle condotte marketing sospette. L’agenzia ricorda infatti come, già nel 2016, Elon Musk, amministratore delegato della casa automobilistica, descrivesse il pilota automatico come “probabilmente migliore” di un guidatore umano.

Soltanto lo scorso autunno, in un’altra conferenza telefonica, sempre Musk ha dichiarato che Tesla avrebbe presto rilasciato una versione aggiornata del software “Full Self-Driving” che consentirà ai clienti di recarsi “al lavoro, a casa di amici, al negozio di alimentari senza toccare il volante”.

Ma, soprattutto, Reuters pone l’accento sul fatto che un video attualmente presente sul sito web dell’azienda affermi: “La persona al posto di guida è lì solo per motivi legali. Non sta facendo nulla. L’auto si guida da sola”. Questo nonostante la legge prescriva che il conducente debba sempre tenere le mani sul volante e restare vigile durante l’utilizzo di Autopilot.

Sebbene in tante altre parti del materiale che Tesla rilascia all’utenza il marchio statunitense dia le indicazioni corrette, e che in un’intervista rilasciata ad Automotive News nel 2020, Musk abbia dichiarato che i problemi di Autopilot derivano dall’utilizzo del sistema da parte dei clienti in modo contrario alle istruzioni della Casa, la testata instilla il sospetto che sia proprio parte del materiale informativo, unito alle roboanti dichiarazioni del Ceo (che molti venerano e seguono come un guru) a spingere il guidatore a distrarsi eccessivamente, mentre la tecnologia di bordo, sperimentale e in continua evoluzione (l’IA si nutre di dati raccolti a livello globale che vengono poi utilizzati per migliorarne le performance) abbisogni ancora di assistenza costante, non solo perché lo prevede il codice della strada.

IL VIDEO SULLA GUIDA AUTONOMA DA’ UNA MARCIA IN PIU’ AGLI AVVERSARI TESLA?

Non sappiamo se questa vicenda permetterà alle rivali di Tesla di ingranare la marcia ora che si sanno non ancora sconfitte. Di certo sarà un assist fondamentale per tutti quegli utenti che hanno deciso di portare Elon Musk in tribunale per via del fatto che, nonostante le promesse, l’Autopilot di Tesla non sia ancora realtà.

E se è vero che tutte le più grandi valanghe hanno avuto inizio con la spinta di piccoli sassolini, qualcosa già si muove e potrebbe coagularsi attorno a Briggs Matsko, il Davide che proverà a battere Golia in un’aula di giustizia, che ha spiegato così la sua scelta:  “Tesla ha dichiarato che la sua tecnologia ADAS avrebbe reso il veicolo completamente autonomo in alcune situazioni e presto lo avrebbe reso completamente autonomo in tutte le situazioni. Sono passati quattro anni e Tesla non ha mai fornito al querelante nulla che si avvicinasse a distanza all’auto a guida autonoma che aveva promesso di fornire”.

Il termine di quattro anni è sufficiente per dire che Musk non abbia mantenuto le promesse? Nel dubbio, si prova ad argomentare anche in altro modo, comparando gli sviluppi di Tesla con quelli di altre case per provare il suo ritardo tecnologico, non solo temporale: “Nonostante si rappresenti come un leader nella tecnologia dei veicoli autonomi, le funzionalità ADAS di Tesla sono state superate da numerosi concorrenti di case automobilistiche che hanno sviluppato una tecnologia di guida autonoma molto più avanzata di quella di Tesla e ora disponibile in alcuni mercati di consumo”.

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