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Fca, che cosa prevede il piano di Marchionne su Jeep, Alfa Romeo e Maserati

Meno Fiat e più Jeep, Alfa Romeo, Maserati: Marchionne punta sui marchi premium per conquistare il mercato. Tutti i dettagli sul piano di Fca svelato dal capo azienda Sergio Marchionne. Articolo di Giusy Caretto Maglioncino e cravatta. Sergio Marchionne si è presentato così al Capital Market day a Balocco (Vercelli), dove in mattinata ha confermato…

Maglioncino e cravatta. Sergio Marchionne si è presentato così al Capital Market day a Balocco (Vercelli), dove in mattinata ha confermato tutte (o quasi) le indiscrezioni del piano al 2022 di Fca: meno Fiat, più marchi Premium, debito azzerato ed impegno ad aumentare la produzione in Italia.

MARCHIONNE FRA DEBITO E CRAVATTE

Sono passati 14 anni dal 2004, anno in cui Marchionne si è fatto carico del destino della casa automobilistica, con scelte che non sono certo passate inosservate. Anche il nuovo piano, grande ultimo atto di Sergio Marchionne, pronto ad andare in pensione il prossimo aprile 2019, promette una rivoluzione non indifferente. Certo è che le scelte e gli azzardi fatti fino ad oggi hanno i loro effetti positivi: come “indicava” la cravatta, il debito è stato azzerato (il ceo di Fca, al Salone di Detroit, a inizio anno aveva annunciato che se un giorno avrebbe messo la cravatta sarebbe stato perché era riuscito a estinguere tutto il debito di Fca).

LE PAROLE DEL CAPO AZIENDA

“Il nuovo piano rafforza capacità di controllare il nostro destino”, ha affermato Marchionne. “Ci sono forze di cambiamento dirompenti che stanno già ridefinendo il nostro settore, c’è un fattore di cambiamento di natura economica” e “sono qui per rassicurarvi che quello che vedrete nel piano quinquennale di Fca è basato sugli stessi principi chiave che hanno guidato la nostra performance negli ultimi cinque anni e rafforza ulteriormente la capacità di Fca di controllare il proprio destino”.

14 ANNI DOPO

Partiamo dall’inizio. “Proprio qui, a Balocco, è iniziato il nostro viaggio, nell’estate del 2004, in uno dei capitoli più bui della storia di Fiat”, ha ricordato Marchionne, percorrendo le tappe principali alla guida dell’azienda. “Nel 2009 a Auburn Hills abbiamo presentato il piano per il turn around di Chrysler, un piano ambizioso per un’azienda che solo pochi mesi prima era sull’orlo dell’estinzione”.

FIAT GLOBALIZZATA

“Nel 2014 quando, per la prima volta, ci siamo presentati al mondo come Fca, un’unica organizzazione globale con un unico team leader abbiamo presentato il piano che ci avrebbe guidato per i successivi cinque anni e abbiamo promesso di far crescere i nostri marchi globali, più che triplicare i nostri utili e arrivare, entro la fine del 2018, ad avere una posizione finanziaria netta positiva”ha aggiunto Marchionne. “Molti di quelli che ci ascoltarono e analizzarono i nostri piani li definirono ambiziosi, addirittura irrealizzabili. Ma a conti fatti, dal 2004 ad oggi, abbiamo sempre raggiunto i nostri target finanziari”.

DEBITO ZERO

A fine giugno 2018, il debito dovrebbe essere azzerato, offrendo ad Fca “nuove opportunità per ricompensare gli azionisti”. Portare il debito a zero “è importante perché ci offre nuove opportunità per ricompensare i nostri azionisti e accresce la nostra flessibilità nell’investire in nuove opportunità, avendo sempre ben presenti le lezioni imparate durante i momenti più difficili per mantenere disciplina negli investimenti”, ha spiegato Marchionne.

IL VALORE PER GLI AZIONISTI

“Il valore per gli azionisti di Fca è quasi raddoppiato. All’inizio del 2015 ho espresso il mio punto di vista sull’efficienza del capitale nel settore e sulla necessità di un cambiamento, alla luce di una serie storica di distruzione di valore e ritorni sul capitale investito decisamente inaccettabili. Per ironia della sorte da quel momento a oggi il valore per gli azionisti di Fca è quasi raddoppiato, escludendo l’aumento di valore di Ferrari, mentre il ritorno per gli azionisti di 10 dei nostri principali concorrenti del settore è stato in media negativo del 6%”, ha aggiunto Marchionne.

IL PIANO DI FCA

Passiamo al piano presentato agli investitori. I marchi Fiat, Lancia e Chrysler non vengono citati nel nuovo piano quinquennale: la nuova Fca punta esclusivamente sui marchi premium, ricordando a tutti che non esiste più l’Italia del Novecento, quell’Italia delle auto di massa, dove la 500 fece mambassa (i prodotti di massa non sarebbero in grado di assorbire i costi elevati dell’elettrificazione e produrre margini, secondo Marchionne).

AVANTI TUTTA SU JEEP, RAM, MASERATI, ALFA ROMEO

“A livello di brand, vedrete che i nostri messaggi si concentrano su Jeep, Ram, Maserati e Alfa Romeo con un focus particolare sull’espansione di Jeep a livello globale e l’ampliamento della gamma di prodotti”, ha detto Marchionne.  “Tutti i cambiamenti che si prospettano non rappresentano una minaccia. In Fca abbiamo imparato a vivere nell’incertezza e siamo pronti a ogni eventualità. L’idea che le tecnologie stanno ridisegnando il nostro ambiente competitivo e il nostro settore non ci fa arretrare”. Jeep lancerà due modelli all’anno entro il 2022. E tutti vanteranno, oltre che ad una buona dose di tecnologia, anche un’opzione elettrificata ed elevati livelli di connettività.

I NUOVI TRE SEGMENTI

“Consolideremo il marchio per resistere alla concorrenza. Nei prossimi cinque anni entreremo in tre nuovi segmenti: quello dei piccoli uv (utility vehicles), dei pick up e dei grandi suv”, ha affermato Mike Manley, responsabile del brand Jeep. Il brand ha venduto 1,9 milioni di modelli, quadruplicando le vendite nel mondo rispetto al 2014 e raggiungendo l’obiettivo prefissato quattro anni fa. In Cina il brand è cresciuto del 240%.

LE MIRE DI RAM

Ram, marchio dedicato a pick-up e veicoli commerciali, di cui è responsabile sempre Mike Manley, punta invece a vendere un milione di unità entro il 2022, grazie (anche) al lancio di quattro nuovi modelli, tra cui un ‘mid-size’ al momento assente nella gamma del marchio.

CHE COSA FARA’ MASERATI

Maserati, che punta a vendere 100 mila vetture nel 2022, il doppio di quanto totalizzato lo scorso anno, è pronta a  sei nuovi lanci, come annunciato da Tim Kuniskis, responsabile dei brand Maserati e Alfa Romeo. Il marchio punta all’elettrificazione: è previsto a breve la sportiva Alfieri con la spina. In progetto anche le nuove generazioni di Ghibli, Quattroporte e Levante.

IL RUOLO DI ALFA ROMEO

La nuova Fca punta tanto anche su Alfa Romeo: 7 i nuovi modelli previsti e per tutti è progettata anche una versione elettrica. Via la piccola MiTo e confermata la nuova Giulietta.

ADDIO AL DIESEL, NEL 2021

Il gruppo Fca dovrebbe fermare la produzione di auto con motore diesel entro il 2021, fatta eccezione per i veicoli commerciali di tutti i brand. “Ci sono crescenti limitazioni, la tecnologia diesel vedrà un forte declino, noi prevediamo di attuare il phase out entro il 2021. Punteremo su prodotti in grado di recuperare il costo delle nuove tecnologie di elettrificazione”, ha dichiarato Marchionne.

MANTENERE CAPACITA’ PRODUTTIVA

Dire addio (o quasi) ai marchi Fiat, Lancia e Chrysler non diminuirà la capacità produttiva, che sarà mantenuta e aumentata sia in Europa che in Italia con l’elettrificazione e il lancio di nuovi prodotti dei marchi Premium. Prodotti, come spiega Marchionne, “che saranno gestiti con la base di produzione in Italia”.

NIENTE PAURA DEI DAZI

Il numero uno di Fca ha parlato anche di Dazi. “Non credo che i dazi avranno un impatto su di noi. Ce la vediamo”, ha detto l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, riferendosi ai dazi contro l’Europa voluti dal presidente americano Donald Trump.

IL COMMENTO DEI SINDACATI

“L’azzeramento, entro giugno, dell’indebitamento netto industriale è certamente un punto di partenza positivo per il nuovo piano Fca 2018-2022, che in tal modo potrà giovare di un maggiore impulso finanziario in vista dei nuovi obiettivi presentati oggi da Marchionne. La nostra attenzione, tuttavia, resta rivolta principalmente all’utilizzo degli stabilimenti italiani, per i quali ci aspettiamo il raggiungimento della piena occupazione”, ha commentato il Coordinatore nazionale Cisal Metalmeccanici, Giovanni Centrella.

“La scelta di spingere sui brand di lusso, sull’elettrificazione per i marchi premium e sulle motorizzazioni ibride potrebbe risultare vincente solo se la qualità, il design e la tecnologia del ‘made in Italy’ saranno sostenuti da investimenti adeguati, più capacità di innovazione ma, soprattutto, più modelli da realizzare negli stabilimenti italiani. Non dimentichiamo, infatti che la situazione è particolarmente delicata per Melfi, dove è destinata ad interrompersi la produzione della Punto, per Mirafiori e Pomigliano, dove gli ammortizzatori si esauriranno nel 2019, per Cento e Pratola Serra, dove si producono motori diesel”.

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