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Petardi e scioperi improvvisi dei tassisti nel centro di Roma, che cosa è successo

Taxi: che cosa sta succedendo in Parlamento e nel centro di Roma. Cosa dice la Commissione di garanzia sugli scioperi?

Si susseguono forti esplosioni di petardi in Via del Corso a Roma oggi, dove i tassisti in protesta sono fronteggiati dalla polizia, che ha blindato i palazzi istituzionali e tutte chiuso le vie d’accesso, scrive l’agenzia Ansa.

Ecco che cosa sta succedendo.

Dopo essersi incatenati ieri di fronte a Palazzo Chigi, i tassisti – ha scritto l’agenzia Adnkronos – tornano a protestare a gran voce nelle strade del centro di Roma, dove le vie ei vicoli attigui alla Camera e alla sede del governo sono stati blindati, compreso il tratto di via del Corso che costeggia piazza Colonna. Lancio di fumogeni e petardi, con cori che lasciano nonostante la distanza dei manifestanti, Palazzo Chigi. Nel mirino il disegno di legge sulla concorrenza, fortemente osteggiato dalle “auto bianche”.

I 5 tassisti che si sono incatenati di fronte a Palazzo Chigi restano intanto la loro protesta: hanno dormito davanti alla sede del governo e “domani saremo ancora qui”, che si verificano ai cronisti.

E in diverse fermate dedicate ai taxi, ci sono auto chiuse senza tassisti: dunque un vero e proprio blocco, un’astensione improvvisa. Autorizzata? Cosa dice la Commissione di garanzia che vigila sui servizi pubblici essenziali?

(articolo aggiornato alle ore 12,40)

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TAXI CONTRO NCC: FATTI E APPROFONDIMENTI SUL DDL CONCORRENZA

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI OGGI DEL SOLE 24 ORE SU TAXI E DDL CONCORRENZA:

Per il disegno di legge per la concorrenza serve un’accelerazione alla Camera. Ieri sera in una lunga riunione di maggioranza è stata discussa la proposta di riformulazione dell’articolo 10 da parte del governo, che consiste in un’ampia riscrittura dei criteri della delega per riformare il settore dei taxi e del noleggio con conducente (Ncc). Non ci sarebbe però ancora l’accordo di tutti i partiti.

I nove punti contengono molti degli aspetti discussi negli incontri dei tassisti durante gli incontri con la viceministra alle Infrastrutture Teresa Bellanova. La proposta di Palazzo Chigi verte, tra l’altro, sulla distinzione del servizio taxi dal Ncc, sulla semplificazione degli adempimenti amministrativi, su trasparenza e pubblicità dei procedimenti di rilascio delle licenze (potrebbero esserci anche margini per il raddoppio e strumenti di compensazione), sui premi a chi usa veicoli green, sulla promozione dello svolgimento dell’attività in cooperativa, sul contrasto agli abusivi, sull’istituzione di un registro degli operatori con obbligo di targhe identificative del tipo di servizio. Un punto centrale è la distinzione tra regolazione delle piattaforme tecnologiche di mera intermediazione domanda-offerta e regolazione di quelle per l’interconnessione tra utenti e operatori.

Ieri in diverse città ci sono state sospensioni improvvise del servizio dei taxi, protesta che i sindacati hanno collegato ai cosiddetti Uber-files, gli articoli di stampa relativi alle azioni di lobbying che sarebbero state esercitate da Uber negli anni scorsi in vari Paesi, Italia inclusa (durante il governo Renzi). Mettere in relazione l’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian con l’inserimento di un articolo sui taxi nel Ddl concorrenza – che recupera una riforma lasciata in sospeso da anni – appare piuttosto strumentale, fa notare il coordinamento delle sigle del noleggio con conducente che ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio per difendere l’articolo 10: «Ai tassisti che dicono che bastano i decreti attuativi del 2019 (gli stessi li respinsero quando non furono presentati) rispondiamo che non sono assolutamente sufficienti per risolvere i temi della territorialità, delle app, della flessibilità, delle semplificazioni, delle nuove autorizzazioni, delle asimmetrie sanzionatorie».

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