Il futuro di Uber sarà unicamente nel business della guida autonoma? Dopo aver fatto vedere rosso ai tassisti di mezzo mondo, l’ormai ex startup fondata da Travis Kalanick e da Garrett Camp lascerà a piedi anche i driver? È ancora presto per dirlo – anche se come vedremo sono davvero numerosi gli indizi che permettono di ipotizzarlo – per il momento il colosso di San Francisco si limita a far sapere di aver investito in una delle più promettenti realtà britanniche del settore: Wayve.
COS’È E COSA FA WAYVE
Fondata nel 2017 da Alex Kendall, attuale amministratore delegato e da Amar Shaha in ambito accademico, all’Università di Cambridge, con l’idea di capovolgere per così dire l’algoritmo, ovvero invece di affidarsi a mappe pre-installate e a sistemi di navigazione pre-programmati, come facevano tutti i competitor, dare in pasto alla propria Intelligenza artificiale il maggior numero di dati così da adattarsi all’ambiente circostante in tempo reale, la società ha allenato al propria tecnologia di guida autonoma proprio nella città inglese, installandola a bordo anche dei veicoli per la consegna a domicilio della spesa di Ocado (anch’essa investitrice nell’azienda con oltre 13 milioni).
Nell’ambiente ormai la conoscono tutti: lo scorso maggio grazie alla fiducia di investitori vecchi e nuovi del calibro di Microsoft, Nvidia e SoftBank, ha chiuso un aumento di capitale Serie C da 1,05 miliardi di dollari. Si tratta del round più grande mai registrato in Gran Bretagna nell’ambito dell’intelligenza artificiale ed è subito entrato di diritto nella top 20 dei mega round a livello globale sempre riguardo alla tecnologia di frontiera che da oltre un anno domina il dibattito e il fundraising.
CHI SALE A BORDO SU WAYVE
Sugli algoritmi britannici hanno scommesso come già si anticipava SoftBank, fondo di investimento giapponese noto in tutto il mondo, Nvidia, Microsoft e soggetti come Yann LeCun, Head of AI di Meta.
Prima dell’aumento di capitale di maggio l’azienda aveva raccolto oltre 250 milioni di dollari ponendosi come mero fornitore di tecnologia. A differenza insomma di Tesla, Waymo e Cruise (in lenta ripresa dopo gli ultimi accadimenti), i tre principali attori occidentali nell’ambito della guida autonoma, il modello di business pensato a Cambridge prevede di mettere a punto una tecnologia da mettere poi a disposizione delle Case automobilistiche su licenza. E l’intento di Uber – non nuovo a investimenti sui robotaxi – potrebbe proprio essere quello di dotarsi di un software ad hoc, proprietario.
Excited to partner with @Uber to accelerate automated driving.
Together, we are teaming up with automakers to integrate our Embodied AI technology into consumer vehicles. Our mapless, end-to-end driving AI will support the needs of automakers in any location, delivering a… pic.twitter.com/LPIY7fEjDz
— Wayve (@wayve_ai) August 29, 2024
ANCHE UBER INTERESSATA
Nelle ultime ore, infatti, Uber ha reso noto di aver investito in Wayve e, sebbene non siano state rivelate cifre (si sa solo che l’importo va ad aggiungersi al miliardo di inizio estate), la notizia di per sé è interessante proprio perché potrebbe rivelare una possibile sterzata nel business model della multinazionale californiana verso la guida autonoma.
UBER SFRECCIA GRAZIE ALLA GUIDA AUTONOMA
La scorsa settimana Uber ha siglato un’intesa con Cruise, società di robotaxi controllata da General Motors, con l’intento di offrire corse a guida autonoma con Chevrolet Bolt a partire dal 2025. E non bisogna dimenticare che dal 2022 sperimenta a Las Vegas un servizio di taxi a guida autonoma in collaborazione Motional, la joint venture nata tra Hyundai e Aptiv.
UN NUOVO BUSINESS MODEL (SENZA DRIVER)?
L’interesse per la scaleup britannica potrebbe rivelare quindi ben altre mire: creare una flotta di robotaxi in cui le Case interessate (l’americana GM e la coreana Hyundai, per il momento) mettono i veicoli mentre Wayve la tecnologia. Uber, dal canto suo, continuerebbe a impiegare la piattaforma virtuale che le ha permesso di operare in tutto il mondo. Se così fosse, i driver che fine faranno?