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Stellantis Italia

Perché Stellantis non convince del tutto sugli annunci per l’Italia

Il commento del segretario generale Fim Cisl, Roberto Benaglia, e del segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano, agli annunci dell'ad di Stellantis, Carlos Tavares, sull'impegno del gruppo automobilistico in Italia

 

Alla luce delle dichiarazioni fatte dal ministro Adolfo Urso e dal Ceo Carlos Tavares, non solo ci aspettiamo di essere coinvolti preventivamente dal MiMIT per definire preventivamente i contenuti dell’accordo di transizione, ma chiediamo che questo possa realizzare a due anni dalla nascita di Stellantis un vero e proprio rilancio industriale e occupazionale di cui abbiamo fortemente bisogno.

COSA CHIEDE FIM CISL AL GOVERNO

L’impegno di Stellantis deve essere assolutamente presidiato dal Governo e definito insieme alle parti sindacali con un impegno d’investimenti soprattutto sui modelli al centro della transizione ecologica. Il dialogo sociale con Stellantis anche in Italia, come in Francia e negli altri paesi, è un grande valore aggiunto che vogliamo, con questo accordo, mettere al centro delle relazioni sindacali e delle strategie industriali del Gruppo.

COSA PENSA IL SINDACATO DEL PIANO PER L’ITALIA DI STELLANTIS

Su Stellantis, abbiamo apprezzato la conferma di tutti gli aspetti e progetti già in corso relativi al piano “Dare Forward”, che sono stati anche ribadite nell’incontro con Ministro Urso questa mattina, con la direzione è nel comunicato di Stellantis. La comunicazione del quinto modello a Melfi, più volte da noi sollecitato, è una risposta positiva per saturare la capacità produttiva dello stabilimento lucano e del suo indotto. È fondamentale la conferma che gli stabilimenti Iitaliani sono centrali nell’equilibrio del Gruppo a livello mondiale e con essi la conferma di portare le produzioni di altri marchi e localizzarli nei plant italiani, per aumentare i volumi complessivi delle produzioni degli stabilimenti della penisola.

I PROBLEMI DI STELLANTIS IN ITALIA IN NUMERI

Dal report Fim le produzione in Italia, auto e veicoli commerciali, nel 2022 sono state al di sotto delle 690.000 unità mentre per il 2023 saliranno sopra le 800.000, ma comunque al di sotto di una capacità produttiva che potrebbe andare oltre le 1,5 milioni di veicoli. Ci preoccupano le questioni emerse nell’incontro su tema “euro7 e Panda”, in quanto emerge con evidenza, che se non risolto creerebbe delle problematiche relative alla sostenibilità competitiva delle produzioni a Pomigliano prima del 2026.

GLI ASPETTI DA CHIARIRE

Pertanto sarà fondamentale chiarire gli aspetti collegati “euro7” e se necessario, anticipare l’assegnazione di un nuovo modello che in prospettiva sostituisca l’attuale Panda. Naturalmente continuano a rimanere aperte le altre questioni relative agli stabilimenti italiani come le allocazione dei nuovi modelli a Cassino sulla futura piattaforma Large, che affianchino la Maserati Grecale e un forte rinnovamento e rilancio delle attuali Alfa Romeo di Giulia e Stelvio. Per Mirafiori dove la 500 full electric è in forte crescita e invece c’è la flessione delle Maserati.

UN TAVOLO PER TERMOLI

Sono Positivi i nuovi lanci di Gran Turismo e Gran Cabrio, ma per gli altri modelli abbiamo bisogno di accelerare su rinnovamento e piattaforme elettriche per invertire la flessione che abbiamo riscontrato nei numeri. Sulla Gigafactory di Termoli ci aspettiamo la convocazione di un tavolo specifico con MiMIT, Ministero del Lavoro, ACC, Stellantis, Istituzioni locali e le organizzazioni sindacali per costruire le condizioni necessarie a fornire tutte le garanzie nella fase di transizione. Sarà inoltre necessario avere garanzie sulle funzioni di ricerca&sviluppo assegnate al nostro Paese e sulle forniture relative all’indotto e alla componentistica degli stabilimenti Italiani. Sarà anche necessario avere chiarezza circa le prospettive di Teksid e di Comau.

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