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Taxi

Perché l’authority Art tampona le cooperative di taxi

Autostrade, ferrovie, aerei e taxi. Cosa va e che cosa non va nel settore dei trasporti secondo l'autorità di settore presieduta da Andrea Camanzi

Cosa va e che cosa non va nel settore dei trasporti secondo l’autorità di settore presieduta da Andrea Camanzi. Ecco tutti i dettagli. Iniziamo dal settore dei taxi.

DOSSIER TAXI

Sul servizio taxi permane la “problematicità delle clausole di esclusiva”. Lo ha evidenziato il presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti Andrea Camanzi nella relazione annuale al Parlamento, ricordando che proprio il Consiglio di Stato “ha recentemente dichiarato l’anticoncorrenzialità delle clausole di esclusiva a favore delle centrali radiotaxi contenute nelle convenzioni tra cooperative e tassisti”. Dai dati dell’Autorità risulta che il numero di licenze attive dal 2008 al 2018 nei principali comuni italiani è rimasto pressoché ingessato, passando da 19.808 a 19.914. “In materia di servizio di taxi, è proseguita l’attività consultiva a favore dei Comuni in relazione alla determinazione del numero delle licenze. In tre casi in cui gli enti territoriali non si sono adeguati ai pareri espressi dall’Autorità, abbiamo ritenuto di adire il TAR del Lazio esercitando i poteri di legittimazione processuale attiva previsti dalle norme istitutive”, ha spiegato Camanzi, precisando che il nodo delle clausole di esclusiva sono “oggetto ricorrente dei pareri resi dall’Autorità, che sono orientati ad assicurare la libertà di scelta dei titolari di licenza taxi in ordine alle modalità di organizzazione del mercato delle chiamate a distanza, e dei loro clienti in ordine ai servizi di cui avvalersi”.

LA QUESTIONE DEI VOUCHER

La scelta tra voucher o rimborso in caso di cancellazione del viaggio è “nella esclusiva disponibilità del passeggero”, ha sottolineato il presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) Andrea Camanzi nella relazione annuale al Parlamento, parlando dei diritti dei passeggeri negli ambiti ferroviario, del trasporto via autobus e via mare, su cui vigila l’Autorità. “Su queste attività ha inciso, negli ultimi mesi, il problematico riconoscimento in via generale della possibilità di erogare voucher in luogo del rimborso del biglietto nel caso di cancellazione del viaggio da parte del vettore: opzione il cui accoglimento è, sulla base dei regolamenti europei, nella esclusiva disponibilità del passeggero”, ha detto Camanzi, puntualizzando che “nell’esercizio dei previsti poteri di vigilanza, l’Autorità interverrà per garantire la concreta applicazione dei diritti di fonte europea disapplicando, ove necessario, la norma nazionale in contrasto”. “Sia nella regolazione ex ante che nell’esercizio dei compiti di sorveglianza sull’applicazione delle norme Ue – ha ricordato Camanzi -, abbiamo fatto ricorso a tutti i poteri previsti dalla legge e, in particolare, esercitato quelli di sanzione nei casi in cui non è stato possibile diversamente indurre i vettori a risarcire o compensare il passeggero per la violazione dei suoi diritti”.

LA BONTA’ DELL’AUTORITA’

La regolazione dell’Autorità dei trasporti sugli aeroporti ha avuto come effetto una riduzione dei costi operativi unitari dell’11%, un incremento dei passeggeri del 13% e un incremento dell’Ebit del 104%. E’ quanto emerge dal settimo Rapporto annuale dell’Autorità, che dal primo luglio 2021 introdurrà i nuovi modelli dei diritti aeroportuali, che riguarderanno tutti gli aeroporti, dal momento che le competenze dell’Autorità sono state estese anche agli scali con contratti in deroga. I nuovi modelli prevedono la costruzione delle tariffe suddivise in tre componenti (gestione, investimenti, oneri normativi), parametri di efficienza oggettivi e rigorosi (key performance indicator) per facilitare il dialogo tra gestori e compagnie aeree, maggiore trasparenza nell’uso dei proventi commerciali, possibilità di revisione flessibile in situazioni di emergenza e monitoraggio degli incentivi all’attività volativa.

DOSSIER AUTOSTRADE

“L’accordo che il Governo ha raggiunto con Aspi prevede che il nuovo Pef di Aspi si faccia applicando il modello” tariffario dell’Autorità di regolazione dei trasporti: “noi siamo molto lieti, orgogliosi e contenti di avere in questo senso aiutato a chiarire in che modo debba essere perseguito in modo efficiente la remunerazione degli investimenti”, ha sottolineato il presidente dell’Art. “L’accordo ha altri aspetti che esulano dalle nostre competenze. Noi siamo un elemento che ha fatto la parte economico-regolatoria ed è difficile per noi esprimere un giudizio sull’insieme”, ha detto Camanzi, che ha aggiunto: “Più in generale tutto ciò che va nella direzione di applicare un modello di regolazione economica trasparente consente di girare pagina rispetto alla situazione precedente, in cui c’era un regime squilibrato a favore del concessionario. Noi apprezziamo – ha concluso – tutto ciò che consente di girare pagina”. “I nuovi modelli ci sono e sono pronti per qualunque soluzione politica, erano lì a disposizione della soluzione politica”, ha aggiunto Barbara Marinali, componente del consiglio dell’Autorità.

LA STILETTATA A RFI DI FERROVIE

“Persistendo l’integrazione verticale del gestore dell’infrastruttura, restano centrali le questioni della sua indipendenza, per impedire comportamenti discriminatori, e della destinazione degli utili di esercizio, da reimpiegare nello sviluppo dell’infrastruttura stessa, con la conseguente minore necessita’ di attingere a contributi pubblici”. E’ la stilettata che emerge in direzione Fs dalla Relazione Annuale dell’Autorità di regolazione dei trasporti sottolineando che “a queste finalita’ potranno essere orientati eventuali correttivi all’attuale assetto”.

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