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Codice Della Strada

Nuovo codice della strada, cosa cambia davvero e perché divampano le polemiche a destra

Le novelle al codice della strada in alcuni passaggi paiono più un tentativo di fare cassa. S'infiamma l'elettorato leghista (e non solo: fuoco amico dalle firme Minzolini e Socci) sulla riforma voluta dal ministro Salvini e i vertici della Lega spiegano...

La riforma del codice della strada porta con sé l’inasprimento delle contravvenzioni per alcune effrazioni, ma intanto è il testo stesso a correre a tutta velocità in Senato per essere approvato definitivamente. A imprimere l’accelerazione finale il ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti nonché segretario federale leghista, Matteo Salvini: “Conto che abbia l’ok definitivo entro la settimana e vada in Gazzetta. Per l’Immacolata, per Natale e Capodanno, per i ponti e per le feste bisognerà calibrare”.

La bozza però come si vedrà a breve non ha mancato di suscitare polemiche, specie – pare – a destra. Prima di passarle in rassegna, ecco cosa cambierà con l’approvazione del testo.

IL MINI “DASPO” PER CHI HA IL CELLULARE IN MANO

Tra le novità spicca senz’altro la mini sospensione della patente per sette giorni se si viene sorpresi con lo smartphone in mano mentre si è al volante. Un mini Daspo che anziché tener fuori dagli stadi alcuni soggetti terrà lontani dalla propria auto coloro che non rinunciano a messaggiare mentre sono alla guida.

La pena si accompagna alla decurtazione fino a 10 punti. Se i punti fossero però più bassi, entra in gioco una sorte di paracadute: anziché far perdere la patente all’automobilista indisciplinato, sarà la sospensione ad aumentare a poco più di due settimane: 15 giorni. Nel testo all’esame della Camera Alta si fa riferimento, in caso di recidiva, a multe anche fino a 1.400 euro con la sospensione della patente a 90 giorni.

LE NUOVE PENE PER LA GUIDA IN STATO DI EBBREZA

Con un tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 grammi per litro scatta una sanzione fino a 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Con un valore tra 0,8 e 1,5 grammi per litro la sanzione raddoppia e viene previsto anche l’arresto fino a 6 mesi. Oltre 1,5 grammi per litro si passa da arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro e sospensione della patente da uno a due anni.

TUTTE LE INCOGNITE DELL’ALCOLOCK

Direttamente da altri ordinamenti irrompe anche nel nostro l’Alcolock, ovvero un etilometro installato nelle autovetture su ordine dell’autorità giudiziaria che non permetterà alla vettura di mettersi in moto laddove il quantitativo di alcol nel sangue sia superiore alla percentuale tollerata dalla legge.

L’installazione potrà essere prevista sulle automobili dei pizzicati alla guida con un tasso alcolemico da 0,8 in su. Si tratta della novità del codice della strada che presenta il maggior numero di incognite dato che rinvia a futuri decreti del ministero delle Infrastrutture l’onere di riempire e dettagliare i tanti buchi della riforma.

E bisognerà anche comprendere come installarlo su automobili particolarmente anziane. L’Italia, dicono i dati, non ha un parco circolante moderno. Secondo la XXIV edizione del Book 2023, analisi del settore autoveicoli a cura del Centro Studi e Statistiche dell’Unrae, l’età media dei veicoli quotidianamente in circolazione sulle nostre strade sfiora i 13 anni e degli oltre 40 milioni di vetture circolanti lo scorso anno, ben 9,3 milioni (23,2%) erano ante Euro 4, con più di 18 anni di età.

LE REGOLE PER I MONOPATTINI

Prende corpo l’attesa e scontata stretta nella circolazione dei monopattini a fronte dei numerosi sinistri, spesso mortali, che hanno avuto particolare eco mediatica: dovranno essere regolarizzati con l’assegnazione di una targa e l’assicurazione e i conducenti dovranno sempre indossare il casco.

In mancanza di documenti, la sanzione sarà da 100 a 400 euro. I monopattini dovranno anche essere dotati di indicatori luminosi per la svolta e per la sfrenata, pena una multa tra 200 e 800 euro. Non possono uscire dai centri urbani.

AUMENTANO LE SANZIONI PER I POSTEGGIATORI INDISCIPLINATI

Non risponde all’esigenza di tutelare la vita delle persone ma alla finalità di ridurre comportamenti incivili il ritocco all’insù delle sanzioni per la sosta nei parcheggi per i disabili (da 330 a 990 euro) e nelle corsie o fermate degli autobus (da 165 a 660 euro).

 

IL POPOLO LEGHISTA IN SUBBUGLIO?

Se molte delle nuove norme sembrano dettate dal buon senso e dalla necessità di ridurre le vittime dei sinistri stradali, altre, come l’inasprimento delle cornici edittali per i parcheggi selvaggi, paiono più finalizzate a permettere ai Comuni di fare cassa.

 

E non piacciono troppo al popolo dei social (si registra anche il fuoco amico da parte dell’ex senatore forzista Augusto Minzolini, già direttore del Tg1 e del Giornale, e da un altro giornalista vicino al centrodestra: Antonio Socci), in particolare all’elettorato leghista, già ai minimi termini almeno a giudicare dall’ultima tornata elettorale. Il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, taglia corto: “Secondo me è equilibrato perché protestano tutti: chi dice che è troppo morbido e non tutela e chi dice che è troppo duro con le sanzioni”.

 

LE RASSICURAZIONI DI BORGHI: SI APPLICANO SOLO I MINIMI…

Per rassicurare Minzolini, Socci e il popolo della Lega è sceso invece in campo su X l’economista leghista Claudio Borghi – molto attivo e seguito sui social – con un profluvio di post nei quali sostanzialmente spiega che i giornali stanno enfatizzando i massimi della cornice edittale (che sono anche quelli ritoccati dalla riforma: si legge fin dalla seconda pagina della bozza approdata in Senato: “Le sanzioni previste dal comma 2, lettere a), b) e c), sono aumentate di un terzo nei confronti del conducente che…”), mentre nei casi concreti si applicano per lo più i minimi: “il codice della strada – scrive Borghi – prevede per le multe un minimo e massimo edittale (legge 689 del 1981, art. 202 cds). L’agente della riscossione è OBBLIGATO ad applicare il MINIMO. Da cui si sconta il 30% se si paga entro 5 giorni. Dopo di che se si paga oltre i 5 giorni ed entro i 60 giorni si paga il minimo edittale. Oltre i 60 giorni si paga la cifra più favorevole tra il doppio del minimo e 1/3 del massimo. Stop.”

IL VERO FULCRO DELLA RIFORMA SONO I LIMITI AGLI AUTOVELOX?

E, ancora: “Tutti gridano all’aumento delle multe per eccesso di velocità nel nuovo codice della strada sparando cifre assurde. Letteralmente non c’è niente di tutto ciò. L’unico caso di aumento pecuniario (47 euro) rispetto alle sanzioni attuali è il caso di superamento dei limiti di oltre 10 kmh nei centri urbani per due volte nell’anno. Il tutto bilanciato dal divieto di mettere autovelox in tratti da 30 all’ora, dell’obbligo di segnalazione visibile dell’autovelox con regole certe e del divieto di multe multiple (più infrazioni uguali rilevate nello stesso giorno. Se ne conta solo una)”.

Insomma, Borghi pare quasi ventilare che si tratti di una misura spot, ben poco sostanziosa sul piano delle ammende e dunque foriera di scarse novità all’atto pratico. Quel che è certo è che ha ragione quando afferma che cambia la disciplina per gli autovelox: potranno essere posizionati solo se il massimo della velocità concessa sul tratto di strada non sia di oltre 20 km/h inferiore rispetto a quanto previsto dal Codice per quel tipo di strada. Il dispositivo dovrà essere preceduto da un apposito segnale a non meno di un chilometro prima. Tra due autovelox si dovrà mantenere una distanza di almeno 3 chilometri sulle strade extraurbane principali e di uno su quelle secondarie. Per coloro che prendono più multe nello stesso tratto stradale, in un periodo di tempo di un’ora e di competenza dello stesso ente, non si cumulano le sanzioni, se ne pagherà una sola, quella più grave aumentata di un terzo.

SCATTERA’ ANCHE L’AUMENTO BIENNALE DELLE CONTRAVVENZIONI?

C’è infine da considerare un ulteriore, possibile, aumento sul fronte delle multe: quello biennale di adeguamento delle ammende di una misura “pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nei due anni precedenti”.

A fine 2022 il governo decise, varando la legge di bilancio per l’anno successivo, di bloccare il meccanismo di adeguamento automatico all’inflazione e ci si aspetterebbe altrettanto anche ora, dato che come s’è visto le cornici edittali sono appena state riviste a rialzo con la riforma del codice della strada. Anche perché altrimenti l’aggravio per le tasche degli automobilisti sarebbe doppio, in quanto la base di partenza sarebbero le nuove sanzioni, più elevate.

La finanziaria di quest’anno è stata improntata tutta al risparmio e i Comuni, è noto, lamentano di essere in bolletta, quindi l’esecutivo potrebbe essere deciso comunque a procedere. Lo si scoprirà tra un paio di settimane, quando il ministro della Giustizia si ritroverà con i colleghi dell’Economia e dei Trasporti per firmare lo specifico decreto: nel caso in cui riprenderà l’adeguamento al costo della vita, il ritocco si baserà sui dati Istat di novembre diffusi a metà dicembre.

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